Fortes in Fide, don A. Bussinello, S.A.T., Vicenza, 1922. «Ed in Gesù Cristo, suo unico Figliuolo, Nostro Signore». Il Figlio. Siamo giunti, o giovani, al secondo articolo del Credo che dice : «...ed in Gesù Cristo, suo unico Figliuolo, Nostro Signore». Finalmente, direte voi, son già cinque mesi che parliamo del primo! Non fatemene però un torto se ho impiegato più di un terzo dell’anno a spiegarvi il primo articolo del Credo... abbiamo visto tante belle verità alle quali forse non avete mai badato, ed ho voluto farvi conoscere tutto quello che esso ci propone a credere. Ad ogni modo son qui per rimediare: non più cinque mesi per un articolo, ma sarò molto più breve... anzi ve ne dò subito la prova: con l’istruzione d’oggi passeremo tutto il secondo articolo: ne siete contenti? In questo articolo, e per altri cinque consecutivi, il Credo ci parla del Figlio di Dio, della seconda Persona della SS. Trinità, di N. S. Gesù Cristo, che per nostro amore si fece uomo ed abitò con noi trentatré anni per insegnarci con l’esempio, con la parola e coi miracoli la via del Cielo, e morì poi sulla Croce per salvarci. Nostro Signore Gesù Cristo. Vi ho detto domenica scorsa che dopo il peccato di Adamo, eravamo tutti caduti in disgrazia di Dio e che nessuno sarebbe più entrato in Paradiso se la Giustizia divina non avesse avuto una degna soddisfazione dell’ingiuria subita per la disubbidienza di Adamo. Chi poteva dare questa giusta soddisfazione e cancellare tale ingiuria? Solo un Dio poteva togliere un’offesa fatta al Creatore. E la seconda Persona della SS. Trinità, il Figlio stesso di Dio, s’accollò questo debito e venne qui in terra per soddisfarlo. È un atto divino di bontà che ci dice tutto l’affetto del Figlio di Dio verso di noi, anzi tutta la Sua vita, come vedremo, fu un continuo atto di amore e di bontà per tutti gli uomini, avendoci Egli amato sino alla fine, sino alla morte di Croce: «in finem dilexit eos» (S. Giovanni, XIII, 1). Voi intenderete meglio questo secondo articolo del Credo, se richiamerete alla memoria quanto vi dissi quando vi parlai della SS. Trinità. Ho detto allora che in Dio vi sono tre Persone distinte ed uguali, che si chiamano Padre, Figliuolo e Spirito Santo; ho detto che il Figlio procede dal Padre e lo Spirito Santo dal Padre e dal Figliuolo. Ora, lo tre persone della SS, Trinità crearono il mondo e tutto ciò che esiste, e dopo parecchi secoli la seconda Persona della. SS. Trinità, cioè il Figliuolo, venne tra noi per salvarci. Quindi il Figlio unico di Dio, N. S. Gesù Cristo, «come Dio è sempre stato; come uomo cominciò ad essere dal momento dell’Incarnazione». Per carità, quindi, o giovani, non dite come certi ignoranti, e ne ho sentito più di uno, che Gesù è venuto quaggiù e si è fatto uomo per creare il mondo! No, il mondo già esisteva da parecchi secoli! Egli è venuto a salvarlo, a redimerlo: come Dio l’aveva creato col Padre e con lo Spirito Santo nel principio dei secoli, come Uomo e Dio insieme, è venuto a redimerlo dalla colpa di Adamo, è venuto a salvare ciò che era perduto. Idee chiare dunque e non confusioni! N. S. Gesù Cristo quindi è Dio ed anche Uomo? Appunto! E ripeto col Catechismo ciò che dissi di sopra, perché lo teniate bene a mente: «come Dio è sempre stato; come Uomo cominciò ad essere dal momento dell’incarnazione», ossia intorno a venti secoli fa... e mi pare abbastanza chiaro. Cessò d’ esser Dio? E Gesù facendosi Uomo cessò d’esser Dio? No, risponde il Catechismo, «ma restando vero Dio, cominciò ad essere anche vero Uomo». Si racconta che l’imperatore di Russia, Pietro il Grande, abbandonò per un poco il regno e viaggiò in Olanda. Quivi imparò a fabbricare le navi, aprì una bottega di falegname, maneggiò la sega e piallò il legno. Alla sera poi, dopo il lavoro, scriveva i suoi ordini imperiali e li spediva in Russia. Mentre attendeva al mestiere del falegname, cessava forse Pietro il Grande di essere imperatore della Russia? No, certo! Ed in modo analogo neppure Gesù cessò di essere Re del Cielo, mentre era qui in terra con noi... Egli ha unito in una sola Persona Divina la natura divina e la natura umana, poté quindi agire come Dio e come uomo. Procuriamo di capirlo ancora con un esempio che non quadra del tutto, ma che darà un po’ di luce. Noi possiamo operare tanto con l’anima sola, come con l’anima e col corpo insieme. Operiamo con l’anima quando pensiamo, quando vogliamo, ecc.; operiamo con l’anima e col corpo insieme quando ci moviamo, quando parliamo, ecc. Così Gesù: come Dio rimetteva i peccati, guariva istantaneamente gli infermi, risuscitava i morti; come Uomo parlava, camminava, soffriva. Certo che essendo le due nature in una stessa Persona Divina, tutte le Sue azioni erano di un valore infinito. L’Uomo - Dio. Che il Figlio di Dio, dopo l’Incarnazione, fosse anche vero Uomo, lo si è visto da chi viveva in quel tempo che Egli passò quaggiù, e dalla loro testimonianza lo possiamo accertare anche noi. Quando un individuo agisce in tutto e per tutto come un uomo, noi non possiamo dubitare che non sia tale: e Gesù, il Figlio di Dio, dice S. Paolo, ha voluto farsi in tutto simile a noi, «eccetto che nel peccato» (Agli Ebrei, IV, 15). Lo vedremo spiegandone la vita. Che sia Dio è fuori di dubbio. Lo annunciarono i profeti molti secoli prima che Egli venisse in questo mondo, lo disse l’Arcangelo Gabriele nell’Annunciazione alla Vergine Santissima, lo proclamò dal Cielo l’Eterno Padre nel Battesimo e nella Trasfigurazione di Gesù quando disse: «questo è il mio Figlio diletto, ascoltatelo» (S. Luca, IX, 35), lo conferma la Sua celeste dottrina che certo non viene da un semplice uomo, lo disse più volte Egli stesso e confermò la Sua parola con miracoli strepitosi. Il miracolo è la prova delle prove. Quando un individuo afferma un fatto, e, per mostrarci che quello che ha detto è vero, fa [veramente] risorgere un morto, vuol dire che Dio è con lui, quindi possiamo star certi che quello che dice è verità. Ebbene, Gesù disse tante volte che Egli era il Figlio di Dio e confermò questa Sua asserzione con miracoli d’ogni genere: con dar da mangiare a cinquemila persone con cinque pani e due pesci, col guarire ciechi, lebbrosi, infermi, sedare burrasche, camminare sulle acque, cacciare i demoni, col risuscitare la figlia di Giairo, il figlio della vedova di Naim, e Lazzaro, morto da quattro giorni e già sepolto, anzi risuscitando Se stesso dopo tre giorni dalla morte e col salire al Cielo. Esempio: Caifa e Pilato. I giudei odiavano Gesù e lo volevano morto ad ogni costo; tuttavia, prima di condannarlo, cercarono una scusa per quanto falsa ed insussistente, scusa che riuscì invece una delle più solenni affermazioni della divinità di Gesù. Caifa, il capo del sinedrio, in tutta la maestà della sua carica, attorniato dai più illustri della sinagoga, disse a Gesù, che gli stava dinanzi incatenato: «ti scongiuro a dirci se tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» (S. Matteo, XXVI, 63). Il Salvatore avrebbe potuto rispondere che l’aveva affermato tante volte, che l’aveva provato con continui miracoli, che era inutile ripeterlo ancora... invece davanti alla solennità di quei barboni, ripeté ancora: «tu l’hai detto» (Idem, 64) io lo sono! II giorno seguente Pilato, dopo la flagellazione, presentava Gesù al popolo con quelle parole: «ecco l’uomo» (S. Giovanni, XIX, 5) ossia ecco colui che voi volete far morire. Pilato, pagano, non vedeva in Gesù che un uomo come gli altri. Pratica. Giovani, è il Figlio di Dio fatto uomo, Cristo Signore, dinanzi al quale si prostrano il cielo, la terra e l’inferno! Domenica prossima ne incominceremo la vita, che cercheremo studiare con sentimenti di adorazione, di devozione, di amore e di viva riconoscenza verso Colui che venne dal Cielo per redimerci dal peccato, per riaprirci il Paradiso.