Fortes in Fide, don A. Bussinello, S.A.T., Vicenza, 1922. Gesù taumaturgo. San Giovanni Evangelista, chiudendo il suo mirabile Vangelo, dice che se avesse voluto narrare tutti i miracoli operati da N. S. Gesù Cristo nei suoi tre anni di vita pubblica, «il mondo non basterebbe a contenere tutti i libri che se ne dovrebbero scrivere» (S. Giovanni, XXI, 25). I miracoli quindi narrati nei Santi Vangeli sono alcuni fra i moltissimi operati dal Redentore divino mentre era tra noi. Neppure di tutti questi noi possiamo oggi parlare nella nostra istruzione, ve ne porto solo alcuni che ci mostrano Gesù padrone della natura e della morte. La tempesta. Un giorno il Salvatore, montato su di una barca, attraversava con gli Apostoli il lago di Genezareth, quando si levò una fiera burrasca. La barca, sbattuta dalle onde, minacciava di sommergersi, e Gesù, stanco per le fatiche del giorno, adagiato a poppa, dormiva. Gli Apostoli, vedendosi in pericolo, svegliarono bruscamente il Maestro Divino gridando: «Signore, salvaci, siam perduti!» - E Gesù buono: «perché temete, disse, gente di poca fede?» - Ed alzatosi comandò al vento ed al lago e tornò tosto la calma. La gente, continua il Vangelo, ne restò ammirata e andava ripetendo: «chi è Costui, al quale obbediscono i venti ed il mare?» (S. Matteo, VIII, 23-27). Moltiplicazione dei pani. Un’altra volta il Maestro Divino, sbarcato in un luogo deserto, trovò una gran folla di popolo, accorsa per ascoltare la Sua parola; ed Egli buono prese ad istruire. Ma intanto le ore passavano, il sole tramontava e quella gente non aveva portato con sé da mangiare. Gesù ne ebbe compassione, e: «fate sedere, disse, tutta questa gente sull’erba!» - Poi domandò se proprio nessuno avesse portato con sé da mangiare. - «C’è qui un ragazzo, rispose l’Apostolo Sant’Andrea, che ha con se cinque pani d’orzo e due pesci, ma che è mai questo per tanta gente?» - Gesù se li fece portare, alzò gli occhi al Cielo, li benedisse e poi incominciò a distribuire. I pani ed i pesci si moltiplicavano nelle sue mani. Quando tutti furono sazi, si raccolsero dodici panieri di avanzi. San Marco, che era presente, ci dice nel suo Vangelo che quella folla era di cinquemila uomini. Dinanzi al fatto meraviglioso, nota san Giovanni, quella gente diceva: «costui è veramente il profeta che doveva venire al mondo». (S. Giovanni, VI, 8-14; S. Marco, VI 32-44). Pesca miracolosa. Mentre un giorno Gesù camminava lungo il lago, vide due barche ferme sulla riva e i pescatori che stavano lavando le reti. Montato sulla barca di Simon Pietro, parlò alla folla schierata sulla spiaggia, e poi: «scostati, disse a Simone, e getta le reti per la pesca!» - «Maestro, rispose Pietro, abbiamo lavorato tutta la notte senza vedere la coda d’un pesce; però, sulla tua parola, getterò la rete». E la rete si riempì di grossi pesci, tanto da non poterla tirare a se. Chiamò allora i compagni, che erano rimasti a riva, e vennero ricolmi di pesci ambedue i barchetti, tanto che quasi affondavano. Il miracolo li riempì di stupore e dì gioia (S. Matteo, V, 1-9). Che bazza, direte voi pescatori, se toccasse anche a noi qualche volta! E perché no? Ma prendete voi in barca N. S. Gesù Cristo, come ha fatto san Pietro, o piuttosto non lo fate fuggire (se non voi, altri amici di pesca) con bestemmie o discorsi innominabili? Siate buoni come san Pietro ed i suoi compagni, ed avrete la benedizione di Dio! Guarigioni d’infermi e d’indemoniati. Non vi narro fatti particolari d’infermi guariti, perché sarebbe troppo lungo. Tutte le malattie sparivano dinanzi alla divina potenza di Gesù, e si videro zoppi, ciechi, sordomuti, paralitici, lebbrosi, guariti sull’istante con una sola parola, con un solo atto del Salvatore, od anche al solo contatto delle sue vesti. Anche gli indemoniati ricorrevano a Gesù, ed Egli comandava allo spirito delle tenebre di lasciare quei corpi e tornare all’inferno. Resurrezioni. Il Maestro Divino mostrò pure la sua potenza sulla morte, facendo rivivere persone già da giorni defunte. Il S. Vangelo ci narra tre risurrezioni di morti : quella della figlia di Giairo (S. Marco, V, 22-42), quella di Lazzaro (S. Giovanni, XI, 1-45) e quella del figlio della vedova di Naim (S. Luca, VII, 11-16). Vediamo solo quest’ultima. Gesù Salvatore, attorniato dagli Apostoli e da una gran folla di gente, veniva verso una piccola città, chiamata Naim, quando, giunto alle porte, s’imbatté in un funerale. Si portava al sepolcro l’unico figlio d una povera vedova, la quale singhiozzando seguiva il feretro. Gesù buono ne ebbe compassione, e: «non piangere», disse alla madre. Fece fermare la bara, comandò all’anima di ritornare in quel corpo, e restituì il giovane vivo alla povera vedova, mentre il popolo acclamava al meraviglioso miracolo. Ma basta fatti, se no la terminiamo questa sera! La prova. Vediamo piuttosto, prima di finire, perché Gesù ha voluto operare tanti miracoli. Lo fece, dice il Catechismo, per confermare la Sua dottrina. Egli predicava le verità eterne agli uomini di quel tempo, parlava in privato ed in pubblico, ovunque se ne presentasse l’occasione. Tanti però non volevano credere alla Sua parola. Perché, dicevano, dobbiamo credere ciò che tu insegni e lo dobbiamo praticare? Perché è la verità, rispondeva Gesù; ma se non volete credere alla mia parola, credete ai miei fatti! E questi fatti erano i miracoli strepitosi. Quando tutto il popolo lo vedeva comandare ai venti, guarire ogni sorta di malattie, moltiplicare i pani, rimettere i peccati, cacciare i demoni, risuscitare i morti: «Costui, diceva, viene da Dio, perché Dio solo può compiere cose tanto straordinarie; quindi quello che ci insegna non può essere che vero!». Non crediate però che i farisei, ed altri superbi, davanti a tanta evidenza si convertissero... Macché! Vedevano sì i miracoli del Salvatore e ci davano dentro il naso, ma invece di proclamare Gesù per quello che era, ossia l’inviato dal Cielo, il Messia aspettato, congiuravano di toglierlo dal mondo. Vedevano Lazzaro risuscitato dopo quattro giorni di sepoltura, potevano parlare con lui, farsi narrare come andò la faccenda, invece, dice san Giovanni, perché molti giudei per mezzo di lui si convertivano a Gesù, questi farisei deliberarono di ucciderlo (S. Giovanni, XII, 10-11), senza pensare che Colui che l’aveva fatto risorgere una volta, lo poteva fare anche una seconda. Del resto non è da meravigliarsi dei farisei, perché è quello che avviene ogni giorno. Miracoli ne successero tanti e così chiari da convincere anche i più riottosi e ne succedono di continuo, basta ricordare Lourdes, ma i cattivi non vogliono credere, né vogliono cambiare vita. Immaginate che ci fu un famoso anticlericale italiano che disse: «se vedessi un miracolo con i miei occhi, mi farei buttare un secchio d’acqua sulla testa, pensando di avere avuto un’illusione!». Li volete più induriti nel male? Peggio per loro, Iddio li ha già condannati! Esempio: Fatevi uccidere! Durante la rivoluzione francese, il filosofo Lepaux, dopo aver visto la distruzione delle Chiese, la deportazione de fedeli, il martirio dei Sacerdoti, pensando che ormai fosse finita per il Cristianesimo, volle fondare una religione propria. Dopo qualche mese si lamentò col Ministro Talleyrand, perché, nonostante il suo lavoro, nessuno credeva alla sua dottrina. Per riuscire c’è un mezzo solo, rispose il Ministro: «fatevi uccidere e seppellire, risorgete il terzo giorno e poi predicate la vostra nuova religione». Davanti a questo fatto, vedrete quanti verranno a voi! Ma il filosofo stimò meglio non provare e più non parlò delle sue idee. Pratica. Giovani, i miracoli del Redentore ci confermano le verità del nostro Credo, per le quali dobbiamo essere disposti a soffrire qualunque persecuzione, fosse anche la morte, piuttosto che rinnegarne anche una sola!