Le pene dunque di quelle Anime sono troppo grandi; dall’altra parte non possono aiutarsi da se; elle, secondo quel che dice Giobbe, sono in catenis, et vinciuntur funibus paupertatis (Job. 36,8). Sono già destinate al Regno quelle sante Regine, ma sono trattenute a prenderne il possesso, sin tanto che non giunge il termine della loro purga; sicché non possono aiutarsi (almeno a sufficienza, se vogliamo credere a quei Dottori, che vogliono che quell’Anime ben possono anche colle loro Orazioni impetrare qualche sollievo) per sciogliersi da quelle catene, finché non soddisfano interamente la Divina Giustizia; come appunto disse dal Purgatorio un Monaco Cirsterciense al Sacrestano del suo Monastero: Aiutatemi (pregò) colle vostre orazioni, perché io da me niente posso ottenere. E ciò è secondo quel che dice san Bonaventura: Mendicitas impedit solutionem. Cioè che quell’Anime sono sì povere, che non hanno come soddisfare. Al contrario essendo certo, anzi di Fede, che noi ben possiamo coi nostri suffragi, e principalmente colle Orazioni, lodate con modo particolare, ed anche praticate dalla Chiesa, sollevare quelle sante Anime, non so come possa essere scusato da colpa, chi trascura di porgere loro qualche aiuto, almeno colle sue Orazioni. Ci muova almeno a soccorrere, se non ci muove il dovere, il gusto che si dà a Gesù Cristo in vedere che noi ci applichiamo a sprigionare quelle sue dilette Spose acciocché le abbia con Sé in Paradiso. Ci muova almeno finalmente l’acquisto dei gran meriti, che possiamo fare, con usare questo grande atto di carità, verso quelle sante Anime; le quali all’incontro sono gratissime, e ben conoscono il gran beneficio, che noi loro facciamo sollevandole da quelle pene, ed ottenendo colle nostre Orazioni l’anticipamento della loro entrata alla Gloria; onde non lasceranno, allorché elle saranno ivi giunte, di pregare per noi. E se il Signore promette la Sua misericordia a chi usa misericordia al suo prossimo: Beati misericordes, quoniam ipsi misericordiam consequentur (Matth. 5,7) con molta ragione può sperare la sua salute, chi attende a sovvenire quelle sante Anime così afflitte, e così care a Dio. Gionata dopo aver procurato la salute degli Ebrei colla vittoria, che ottenne dei Nemici fu egli condannato a morte da Saulle suo Padre, per essersi cibato del mele contro l’ordine da lui fatto; ma il Popolo si presentò al Re, e disse: Ergo ne Jonathas morietur, qui fecit salutem hanc magnam in Israel? (I Reg. 14,45). Or così appunto dobbiamo sperare, che se mai alcuno di noi ottiene colle sue orazioni che un’Anima esca dal Purgatorio, e vada al Paradiso, quell’Anima dirà a Dio: Signore non permettete, che si perda colui, che mi ha liberato dalle pene. E se Saulle concesse la vita a Gionata, per le suppliche del Popolo, non negherà Iddio la salute eterna a quel Fedele per le preghiere di un’Anima, che gli è Sposa. In oltre dice sant’Agostino, che coloro che, in questa vita avranno più soccorso quelle sante Anime, nell’altra, stando nel Purgatorio, farà Dio che siano più soccorsi dagli altri. Si avverta qui in quanto alla pratica, essere un gran suffragio per le Anime Purganti il sentir la Messa per esse, ed in quella raccomandarle a Dio per i meriti della Passione di Gesù Cristo, dicendo così: Eterno Padre, io v’offro questo Sacrificio del Corpo e Sangue di Gesù Cristo, con tutti i dolori ch’Egli patì nella sua vita e morte; e per i meriti della sua Passione vi raccomando l’Anime del Purgatorio, e specialmente ecc. Ed è atto di molta carità raccomandare nello stesso tempo anche l’Anime di tutti gli Agonizzanti. Questo che poi si è detto in quanto all’Anime Purganti, circa il punto se elle possano o no pregare per noi, e se pertanto a noi giovi o no il raccomandarci alle loro orazioni, non corre certamente a rispetto dei Santi; poiché in quanto ai Santi non può dubitarsi esser utilissimo il ricorrere alla loro intercessione, parlando dei Santi già canonizzati dalla Chiesa, che già godono la vista di Dio. Nel che il credere fallibile la Chiesa, non può scusarsi da colpa o d’eresia, come vogliono san Bonaventura, il Bellarmino, ed altri, o almeno prossima all’eresia, come tengono il Suarez, l’Azorio, il Gotti ecc. Poiché il Sommo Pontefice nel canonizzare i Santi principalmente, come insegna l’Angelico, è guidato dall’istinto infallibile dello Spirito Santo. ...

Della necessità della preghiera (Parte 6). Da Del gran mezzo della preghiera, sant’Alfonso Maria de’ Liguori. SS n° 6, p. 7 - 8