Ma, al contrario (dell’errore dei Novatori, ndR) così le Scritture, come tutt’i Ss. Padri ci assicurano, che Dio sinceramente con vera volontà vuol la salute di tutti, e la conversione di tutti i peccatori, mentre vivono in questa Terra. Di ciò abbiamo primieramente il testo espresso in san Paolo (1. im. 2. 4.): Qui omnes homines vult salvos fieri, et ad agnitionem veritatis venire. La sentenza dell’Apostolo è assoluta, e decretoria: Deus vult omnes homines salvos fieri. Queste parole nel loro proprio senso spiegano, che Iddio veramente vuole tutti salvi; ed è regola certa, comunemente da tutti ricevuta, che le parole della Scrittura non si debbano storcere a senso improprio, se non nel solo caso che il senso letterale ripugna alla Fede, od ai buoni costumi (Solo la Chiesa è, difatti, interprete infallibile della Scrittura, ndR). E ciò appunto a nostro proposito volle dire san Bonaventura, quando scrisse: Dicendum quod cum Apostolus dicat, quod Deus vult omnes homines salvos fieri, necesse habemus concedere, quod Deus velitc. È vero che sant’Agostino, e san Tommaso riferiscono diverse interpretazioni, che hanno date alcuni a questo testo, ma ambo questi Ss. Dottori l’hanno inteso della vera volontà, che ha Dio di salvare tutti senza eccezione. E parlando, di sant’Agostino, vedremo appresso che questo è stato il vero sentimento del Santo; onde san Prospero ributta come cosa ingiuriosa al Santo Dottore, il voler dire che sant’Agostino abbia mai supposto, che il Signore non voglia sinceramente salvi tutti, e ciascuno degli Uomini; onde esso, san Prospero, che fu il di lui fedelissimo Discepolo, così scrisse: Sincerissime credendum atque profitendum est, Deum velle omnes homines salvos fieri; siquidem Apostolus (cujus haec sententia est) sollicite praecipit, ut Deo pro omnibus supplicetur. Quest’argomento con cui lo prova il Santo, è chiaro, mentre san Paolo nel luogo citato prima dice così: Obsecro igitur primum omnium. fieri obsecrationes... pro omnibus hominibus. E poi soggiunge: Hoc enim bonum est et acceptum coram Salvatore nostro Deo, qui omnes homines vult salvos fieri. Dunque intanto vuol l’Apostolo che si preghi per tutti, in quanto Iddio vuol salvi tutti. E dello stesso argomento si avvalse san Giovanni Grisostomo: Si omnes ille vult salvos. fieri, merito pro omnibus oportet orare. Si omnes Ipse salvos fieri cupit, Illius et tu concorda voluntati. E se in qualche luogo sant’Agostino, disputando contro i Semipelagiani, par che abbia tenuta diversa interpretazione del citato testo, dicendo che Dio non voglia salvo ciascuno degli Uomini, ma solamente alcuni; ben riflette il dottissimo Petavio, che ivi il Santo ha parlato incidentemente, ma non di proposito; o pure ha parlato della grazia della volontà assoluta e vittrice (vincitrice, ndR), colla quale Dio vuole assolutamente alcuni salvi avendo detto il Santo di ciò parlando: Omnipotentis voluntas semper invicta est. Udiamo per altra via come concilia san Tommaso la sentenza di sant’Agostino con quella di san Giovanni Damasceno, il quale tiene che Dio voglia salvi tutti, e ciascuno degli Uomini colla volontà antecedente: Deus praecedenter vult omnes salvari, ut efficiat nos Bonitatis suae participes ut bonus; peccantes autem puniri vult ut justus. Sant’Agostino all’incontro in alcun luogo (come si è detto) sembra, che non voglia così. Ma san Tommaso concilia le sentenze, e dice che san Damasceno ha parlato della volontà di Dio antecedente, con cui veramente vuol salvi tutti, e sant’Agostino ha parlato della conseguente. Viene a spiegare poi san Tommaso nel luogo citato, quale sia questa volontà antecedente di Dio, e qual la conseguente, e dice: Voluntas antecedens est, qua (Deus) omnes homines salvos fieri vult. Consideratis autem omnibus circumstantiis personae, sic non invenitur de omnibus bonum esse quod salventur; bonum enim est eum qui se praeparat, et consentit salvari, non vero nolentem et resistentem etc. Et haec dicitur voluntas consequens, eo quod praesupponit praescientiam operum, non tanquam causam voluntatis, sed quasi rationem voliti. Sicché dello stesso sentimento, che Dio veramente voglia salvi tutti, e ciascuno degli Uomini, è stato anche san Tommaso; ed Egli lo conferma in più altri luoghi; sulle parole: Eum qui venit ad me, non ejiciam, adducendo l’autorità del Grisostomo, fa dire al Signore: Secundum Chrysostomum: Si ergo pro salute hominum incarnatus sum, quomodo debeo eos eicere? Et hoc est quod dicit: Ideo non ejicio, quia descendi de Caelo ut faciam voluntatem Patris, qui vult omnes salvos fierii. In altro luogo: Deus voluntate sua liberalissima dat (gratiam) omni praeparanti se (I. Tim.). Qui vult omnes homines salvos fieri. Et ideo gratia Dei nulli deest, sed omnibus quantum in se est se communicat. In oltre più espressamente lo dichiara spiegando il testo citato di san Paolo (1 Tim. 2, 4): Qui vult omnes homines salvos fieri; dice il Santo Dottore: In Deo salus omnium hominum secundum se considerata habet rationem ut sit volibilis, et sic ejus voluntas est antecedens; sed si consideretur bonum justitiae, et quod peccata puniantur, sic non vult, et haec est voluntas consequens. E qui si vede che l’Angelico è stato fermo nel dichiarare, che cosa intendeva Egli per volontà antecedente, e che per conseguente; poiché qui conferma lo stesso che disse già sulle Sentenze, come abbiam riferito poc’anzi. Vi aggiunge solo in questo luogo la similitudine del Mercante, che vuole antecedentemente salvare tutte le sue merci; ma sovraggiungendo la tempesta, allora non le vuole più salve, al fine di salvare la sua vita. E così parimenti poi dice il Santo, che Dio considerata l’iniquità di alcuni, li vuol puniti per bene della sua Giustizia, e conseguentemente non li vuole salvi; ma antecedentemente con vera volontà (in sé parlando) vuole la salute di tutti. Sicché, come prima scrisse in altro luogo, la Divina Volontà di salvare tutti da parte sua è assoluta, solamente è condizionata per parte dell’oggetto voluto, cioè se l’uomo vuol corrispondere, come richiede il retto ordine per conseguire la salute: Nec tamen (dice) est imperfectio ex parte Voluntatis Divinae, sed ex parte voliti quod non accipitur cum omnibus circumstantiis, quae exiguntur ad rectum ordinem in salutem. E nella citata questione 19 (art. 6 ad I.) di nuovo e più distintamente dichiara l’Angelico che cosa intende per volontà antecedente, e che cosa per conseguente, dicendo così: Iudex antecedenter vult omnem hominem vivere, sed consequenter vult homicidam suspendi. Similiter Deus antecedenter vult omnem hominem salvari, sed consequenter vult quosdam damnari, secundum exigentiam suae justitiae. ...

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