Panettiere. - è il solo mestiere di cui si fa parola nel Pater: «Dacci oggi il nostro pane quotidiano». Però questa preghiera si indirizza a Dio e non al panettiere; a questi si dice: «Vendeteci il pane». Dio solo ha dato a noi e al panettiere stesso, il pane. Per far del pane, il panettiere prende della farina; la farina si fa con del grano; per fare del grano ci vogliono terra, acqua, sole e ci vuole del frumento per seminare, frumento che Dio ha dato l’anno scorso, e su, di anno in anno, sino a quando Egli creò il primo frumento direttamente dalla terra, dal quale provenne poi tutto il frumento. Aviazione. - Da pochi anni abbiamo questa nuova creazione, frutto del progresso che naturalmente andrà perfezionandosi col tempo. L’aviatore! Egli vola attraverso lo spazio, s’innalza a migliaia di metri. Ma purtroppo, ancora spesso, un incidente del motore, un vento troppo forte... ed ecco il disastro. Ma guardate quanti altri da migliaia d’anni corrono lo spazio del cielo, e non cadono, non subiscono incidenti di motori... sono centinaia di migliaia, piccoli, piccoli, più grandi, grandissimi. Sono aeroplani viventi, sono gli uccelli del buon Dio. Fabbricanti d’aeroplani, quando riuscirete ad imitarli perfettamente?... Incrocio di strade. - Nelle grandi città, un agente incaricato regola la circolazione specie dove s’incrociano strade di grande movimento; dà segno di arresto ad una parte, di movimento all’altra, e poi ferma da questa e dà libera la via all’altra; regola il movimento dei veicoli d’ogni specie per evitare scontri e investimenti. Ma che cos’è ciò in confronto del movimento dei miliardi e miliardi d’astri? Dio ha segnato ad ognuno la via sua; ognuno la percorre fedelmente, esattamente; essi vanno, vengono, s’incrociano e non si urtano! Che magnifico regolatore è Dio! - La rassegna potrebbe continuare per delle ore. Ma non illudiamoci; oltre dei piccoli, Dio fa anche i grandi mestieri. Accenniamone appena alcuni. Dio è predicatore: parla all’anima nostra colle ispirazioni, colla coscienza, colla gioia e col dolore, coi benefizi e colle prove, cogli avvenimenti familiari e sociali. Predica sempre! Non addormentiamoci alla sua predica ! - Dio è medico che non solo ha creato tutte le medicine e ciò che serve a comporle, ma vorrebbe essere sempre medico che guarisce le anime nostre dalle loro malattie spirituali, anzi vorrebbe curarle sempre in modo da prevenirle; ed è persino medico della morte perché ci vuole salvare dalla morte eterna. - Dio è padre, il padre di tutti i padri, più buono di tutti i padri, padre di tutti gli uomini perché ha creato i primi padri e crea tutti i figliuoli. - Dio però è anche giudice che giudicherà tutti, ognuno in particolare, giudice giusto che non s’ingannerà, che conoscerà tutto e darà a ognuno ciò che si avrà meritato. Spiegazioni sciocche. - «Se vedo un corpo d’armata muoversi ordinatamente sopra un campo di esercizi militari; se odo un organo suonare una sinfonia, penso tosto al generale che dirige quei movimenti, al maestro che mi fa gustare quella sinfonia, e a nessuno passerà mai per la mente, che quei movimenti e quelle armonie siano opera del caso. E al caso si vorranno attribuire tutte le ineffabili armonie che il cielo e la terra ci fanno vedere ed udire senza intervallo? è impossibile; e la ragione e il senso comune protestano. - è la materia che fa tutto questo. - La materia fa tutto questo? Che cos’è questa materia? è cosa inerte, cieca, passiva; e ciò che è inerte, cieco e passivo crea l’ordine e opera per un fine? Io, tutti gli uomini insieme, che abbiamo vita e ragione, siamo impotenti a dare la vita e l’intelligenza alla materia, ad un solo moscerino; e la materia che non ha né l’una, né l’altra, la darà in tanta copia, in tutti i secoli e senza interruzione? è assurdo. - È la natura che fa tutto questo! - E questa natura è essa dotata d’intelligenza quale si esige a produrre tutte le meraviglie che vediamo nell’universo? Se sì, ammetto che sia la natura; voi la chiamerete natura, e noi la chiameremo col vecchio nome di Dio; avremo una differenza di parole, ma converremo nella sostanza. Che se per natura intendete la materia stessa, le cose tutte nel loro insieme, siamo da capo; dalla natura cieca, priva di ragione e di libertà, voi non caverete mai l’ordine, l’armonia, la vita, l’intelligenza e la volontà, come dalla pietra non caverete l’albero, né dall’albero l’uccello. - Sono le leggi di natura che producono questo magnifico spettacolo della vita e dell’ordine universale. - Leggi di natura? Ma come! leggi senza legislatore? effetti senza causa? L’idea di legge è una astrazione, che si concreta solo dall’intelligenza. Ci vuole sempre la mente che le concepisce, le ordina al fine, e la forza proporzionata che le applica. Noi pure ammettiamo le leggi di natura, e chi non le deve ammettere? Ma che cosa sono? Sono le forze continue che operano con una regolarità infallibile. Forze di chi? da chi applicate? Sono esseri ragionevoli, sussistenti per sé? È un sogno. Si giri e rigiri la questione finché si vuole, al governo di queste forze bisogna sempre mettere una mente moderatrice, di una infinita sapienza e potenza, giacché quello che essa fa, non lo potrebbero fare tutte le menti umane insieme congiunte». Così Mons. Bonomelli (Dio Creatore, Conf. III) che osservava pure: «Il nostro corpo è meno di un atomo rispetto alla terra, al mare, al sole, all’universo; eppure esso non è isolato, ma in intimo rapporto con tutta la natura. La terra gli dà il pane che lo nutre, e la terra è fecondata dall’acqua; e l’acqua cade dalle regioni dell’aria; e l’aria sostiene le nubi; e le nubi vengono dal mare e dai fiumi, ed è il sole che col suo calore le solleva e le porta sull’ali dei venti sopra la terra; e l’aria entra nei miei polmoni purificata dalle piante, e io la restituisco alle piante divenuta loro alimento opportuno. Sono un nulla nell’universo; eppure opero sopra di esso, ed esso opera sopra di me... tutto è legato con leggi semplicissime ed inflessibili: calore, moto, luce, aria, acqua, terra, vita vegetale, animale ed intellettuale, gli elementi tutti nelle loro forme e trasformazioni continue, tutto concorre a produrre l’ordine e l’armonia più perfetta e più stabile colla più sformata diversità di elementi, tanto che la stessa morte è la base della vita e le fornisce l’alimento; e si vorrebbe che tutto questo fosse l’effetto del caso, di forze cieche? L’ordine massimo dal caso, da forze ignote sempre e infallibilmente operanti!... Qualunque creatura, qualunque vivente ben studiato vi dice che vi è Dio; e non esagerava punto Galeno (medico, f 201) quando diceva: Datemi un cane ed io lo farò guaire il nome di Dio!».Quando si crede e quando si nega Dio. - È un fatto che molti si atteggiano e si dicono anche con ostentazione increduli, mentre in realtà non lo sono; essi mentiscono a sé e agli altri. Durante la grande guerra, specialmente quelli che la fecero e che erano esposti continuamente al pericolo di morte, manifestarono piena la loro fede in Dio e nella vita futura. Quella gioventù che pareva affatto incredula, in Italia come in Francia, si rivelò tosto credente e in gran parte anche praticante. Aldo Valori così commentava il fatto (su un giornale liberale di quei tempi: «Resto del Carlino», genn. 1916): «Certo, si può spiegare questa odierna sconfitta dell’incredulità religiosa col così detto «carattere eccezionale» del periodo che attraversiamo; ma qui appunto è il punto debole di codesta mentalità; perché è chiaro che le teorie sono buone, quando se ne può fare uso nei momenti supremi della vita; altrimenti esse devono contenere un germe indelebile d’errore. Se l’irreligionismo avesse del buono, dovrebbe metterlo fuori nell’istante del pericolo; e in apparenza non dovrebbe esser difficile persuadere tanta povera gente a scaricarsi della propria fede, come di cosa inutile e ingombrante quando si tratta soltanto di salvare la propria pelle. Invece succede precisamente il contrario: che il rischio della vita, l’impressione della strage, i dolori e le fatiche del corpo s’accompagnano con un gran rifiorire del sentimento religioso. Già si sa che molti atei si fanno il segno della Croce ad ogni scoppio di fulmine, durante un temporale, salvo a riderne quando è rispuntato il sole. Nelle guerre il fenomeno si riproduce più in grande e sebbene qualche spiritoso creda di poterlo spiegare con l’effetto della paura, è difficile credere sul serio che l’uomo sia più chiaroveggente nelle circostanze ordinarie e s’inchini poi grossolanamente quando espone la propria esistenza: cioè quando la consapevolezza del pericolo e il rassegnato pensiero della morte mettono la sua anima più a nudo». ...

Chi è Dio? (Parte 3). Dal Nuovo manuale del Catechista, mons. G. Perardi, L.I.C.E., Torino, 1939. SS n° 4, p. 6 - 7