Comunicato numero 30. I franchi muratori e la Chiesa

La prestigiosa e dimenticata Enciclopedia Cattolica dedica una voce molto corposa alla Massoneria. Intendiamo riproporla integralmente, dato che la suddetta Enciclopedia è oramai difficile da reperire, mentre la Massoneria è, al contrario, attiva oggi più che mai. Definizione: Società Segreta a carattere cosmopolita e iniziatico, sorta col fine di affratellare gli uomini di tutte le nazioni e di organizzare la società su basi esclusivamente umanitarie e laiche. Operatività. L’origine si ricollega con le antiche corporazioni dei maestri d’arte muraria, che ebbero la massima espansione ed importanza specialmente dall’XI al XIII secolo. Nella febbrile attività edilizia di quell’età si spiega come buoni architetti e buoni muratori, capomastri, lapicidi, ecc., venissero dappertutto ricercati ed allettati con privilegi, immunità e franchigie e come l’arte muraria acquistasse una sorta di internazionalità ed un primato su tutte le altre arti. I Pontefici non si mostrarono meno larghi dei Principi secolari: Bonifacio IV (1110), Niccolò III (1277) e Benedetto XII (1331), riconobbero loro il diritto di governarsi secondo i propri statuti, con esenzioni da oneri ed obbligazioni locali, di potersi trasferire di Paese in Paese liberamente, di godere di una specie di monopolio per la costruzione di fabbriche religiose di maggior importanza. Di qui l’appellativo «liberi» (franc, free) e l’attributo che, con legittimo orgoglio, le corporazioni murarie si attribuirono di arte reale. A conservare ed accrescere tale prestigio contribuì non poco la rigida osservanza delle norme stabilite negli statuti corporativi circa l’iniziazione di nuove reclute e la promozione dal grado di apprendista, con cui esse venivano ascritte all’arte, a quelli di compagno e di maestro, la solennità di cerimonie e di riti con cui venivano vestite dei simboli dell’arte, squadra, compasso, grembiule ecc..., i solenni giuramenti, l’inviolabile osservanza dei segreto professionale e dei doveri civili, religiosi e morali imposti dagli statuti. Con tale investitura, il fratello (così si nominavano i membri fra di loro), era reso partecipe di una parola d’ordine, di segni di riconoscimento, ecc., con i quali veniva ricevuto dovunque si recasse ed accolto fraternamente da compagni d’arte, provveduto e aiutato nei propri bisogni. Gli statuti corporativi erano molto esigenti quanto ai requisiti non solo professionali, ma anche personali dei membri, né permettevano l’ammissione se non a persone le quali avessero giusti natali e condotta religiosa e morale del tutto ineccepibile. Un documento francese della fine del sec. XIV, il «Poème maçonnique», in cui si ha una specie di galateo, civile e religioso, del buon libero muratore, insiste in particolar modo sulla devozione che questo deve avere verso Dio, verso i santi e verso la Chiesa. Gli stessi precetti sono inculcati in tutti gli antichi statuti corporativi che si conservano, fino alle «Constitutions of Masonry» del 1704, che sono le ultime che in Inghilterra si conoscano prima della trasformazione delle Logge da operative in speculative. L’attaccamento dei franchi muratori alla Chiesa cattolica è dimostrata in Francia dalla parte rilevante presa da essi nel movimento della «Ligue», in Inghilterra dalla tenace resistenza fatta agli sforzi di Enrico VIII (1491-1547) e della regina Elisabetta I (1533-1603) per introdurre la «Riforma» nelle Logge, in Italia dalla frequenza di altari e di cappelle erette dalle corporazioni dei «Lombardi», là dove si ritrovavano in maggior numero. Accanto alle corporazioni di mestiere, esistevano assai spesso confraternite, che il protestantesimo (dice René Le Forestière) riformò, ma che sussistono ancora, osservando il culto della fratellanza, il rispetto alla religione ufficiale e gli usi tradizionali. L’abbandono dell’architettura religiosa nei Paesi invasi dalla «Riforma protestante», nonché le dissensioni intestine che presto si incominciarono a manifestare tra maestri ed artigiani (collegati questi in segrete leghe di resistenza - compagnonnage - dai nomi strani, a riti e gergo non meno bizzarri: una sentenza del 14 marzo 1655 della Facoltà teologica della Sorbona ne dichiara empie, sacrileghe e superstiziose le pratiche e i riti), arrecò con la crisi professionale anche il decadimento delle corporazioni. Per rialzare il loro prestigio queste adottarono il sistema di ammettere membri onorari influenti appartenenti alle classi dell’alta società. Fin dal principio del secolo XVII, in Inghilterra si contano non pochi nobili tra i membri delle corporazioni ed era una moda, un gesto di squisita eleganza farsi iscrivere ad esse. A poco a poco, l’elemento intellettuale e aristocratico costituì il vero elemento direttivo, così da preparare insensibilmente la trasformazione della Massoneria da operativa in speculativa. «Tutto porta e cedere - dice Padre Bertoloot - che dal principio del sec. XVII gli elementi speculativi la vincessero su quelli operativi, sicché la sostituzione già dal principio del secolo XVIII fosse in atto in tutti i grandi paesi d’Europa». Ormai gli storici seri, anche massoni, hanno definitivamente ripudiato come infondate certe mirabolanti versioni, che vorrebbero far discendere la Massoneria da Lameck, architetto del tempio di Gerusalemme, da Zoroastro, da Confucio, da Pitagora, dai misteri d’Egitto e di Grecia, dai Templari e perfino da Noè e da Adamo. ... (Prosegue negli altri articoli. Cliccare sul Tag Massoneria).

[Articolo estratto da «Enciclopedia Cattolica», vol. VIII, Vaticano, 1951, coll. 312-325, voce «Massoneria», a cura di P. Pietro Pirri S.J. dell’«Istituto Storico della Compagnia di Gesù»].