Somma Teologica, Seconda parte della seconda parte. Dalla Questione 64. • Articolo 8. (...) Come insegna il Filosofo, il caso è una causa preterintenzionale. Perciò le cause casuali, assolutamente parlando, non sono intenzionali né volontarie. E poiché, secondo il detto di sant’Agostino, ogni peccato è volontario, ne viene che le cose casuali in quanto tali non sono peccati. Però può capitare che quanto non è oggetto diretto di volizione e di intenzione, sia voluto e inteso accidentalmente (o indirettamente), cioè come può esserlo una causa removens prohibens. Perciò se non si toglie la causa da cui può seguire l’uccisione di un uomo, quando si è tenuti a farlo, l’uccisione in qualche modo è volontaria. Ora, questo può avvenire in due modi: primo, quando l’uccisione capita mentre uno compie cose illecite che era tenuto a evitare; secondo, quando uno non prende le dovute precauzioni. Ecco perché secondo il diritto, se uno nel compiere una cosa lecita con le debite precauzioni provoca l’uccisione di un uomo, non incorre il reato di omicidio; se invece egli provoca la morte di un uomo nel compiere una cosa illecita, oppure nel compiere cose lecite non prende le dovute precauzioni, non può sfuggire il reato di omicidio. ...

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