Che si debba pregare Dio ed invocare il suo nome ce lo dice la stessa luce naturale nella mente umana, e non soltanto la sacra Scrittura, in cui si può leggere il comando di Dio: «Invocami nel giorno dell’afflizione» (Ps. 49, 15). E qui il termine Dio vale per le tre divine Persone. In secondo luogo, ricorriamo all’aiuto dei santi che stanno in cielo; e che anche a questi si debbano far preghiere è così certo nella Chiesa di Dio che nessun dubbio ne possono concepire i buoni; ma siccome questo argomento fu spiegato separatamente a suo luogo rimandiamo là i Parroci e tutti gli altri (Legittimità del culto dei Santi). Per togliere di mezzo l’errore degli inesperti, è dovere insegnare al popolo dei fedeli la differenza tra l’una e l’altra maniera di invocare. Non imploriamo infatti nello stesso modo Dio ed i santi; Dio lo preghiamo di darci Egli stesso i beni che chiediamo, o di liberarci dai mali; ai santi, invece, poiché essi sono accetti a Dio, chiediamo di prendere la nostra difesa e di ottenerci da Dio quello di cui abbiamo bisogno. Perciò usiamo due formule differenti di preghiera. A Dio diciamo giustamente: «Abbi pietà di noi; Ascoltaci»; al santo, invece: «Prega per noi». Tuttavia è concesso chiedere ai santi stessi di usarci misericordia in altro senso: essi sono infatti sommamente misericordiosi. Pertanto, possiamo pregarli affinché, commossi dalla miseria della nostra condizione, ci aiutino col favore di cui godono presso di Dio e con la loro intercessione. Qui tutti devono guardarsi moltissimo dall’attribuire ad altri quello che è proprio di Dio; anzi, quando uno pronuncia l’orazione Domenicale dinanzi all’immagine di un santo, deve pensare che egli chiede al santo di pregare con lui e di chiedere per lui quel che è richiesto nell’orazione divina, facendosi suo interprete e avvocato alla presenza di Dio. Che i santi abbiano questo compito, l’ha insegnato san Giovanni apostolo nell’Apocalisse (Ap. 8, 3).

Catechismo tridentino. Bisogna pregare Dio Uno e Trino