Dove si legge: Cercavano false testimonianze ecc..., era già stabilito che Gesù doveva morire (Gv. 11, 50), si cercava solo di dare un’apparenza di legalità alla condanna. Non le trovavano ecc...: affine di poter condannare un uomo, la legge (Dt. 19, 14-15) richiedeva almeno due testimoni che, separatamente interrogati, fossero pienamente d’accordo nelle loro testimonianze. Costui ha detto ecc...: nei primordi del suo pubblico ministero Gesù aveva detto una frase consimile, ma non identica: «Disfate questo tempio, e io in tre giorni lo rimetterò in piedi». La deposizione dei due testimoni non era quindi esatta quanto alla lettera, e meno ancora quanto al senso, poiché Gesù aveva parlato non del tempio materiale ma del tempio che era il suo corpo. L’accusa però era grave; venendo la bestemmia contro il tempio punita colla morte. Ma nelle parole di Gesù non v’era ombra di bestemmia, poiché promettendo egli di edificare un nuovo tempio, non veniva per nulla a disprezzare il culto di Dio. Ti scongiuro ecc...: Caifa non trovando sufficiente l’accusa dei due testimoni, e non avendo potuto ottenere alcuna risposta da Gesù, gli fa una nuova domanda sulla qualità di Messia e di Figlio di Dio, che Egli aveva tante volte a sé rivendicata, costringendolo a rispondere con un giuramento. Ti scongiuro, cioè ti faccio giurare per Dio vivo, che ci dica se tu sei il Messia, e il Figlio di Dio. Queste ultime parole «Figlio di Dio» non sono sinonime di «Messia», ma vanno intese nel loro stretto e proprio senso di figlio naturale di Dio. Caifa e i membri del Sinedrio sapevano troppo bene che Gesù aveva affermato di essere Figlio naturale di Dio, e non potevano ingannarsi sul senso delle sue parole. Tu l’hai detto, cioè sì, io sono il Messia e il Figlio di Dio. Con giuramento solenne davanti al più alto consesso della nazione, Gesù afferma la sua divinità, rivendica a sé tutti i diritti e la potestà del Padre, e la qualità suprema di giudice di tutta l’umanità. Fra poco, Egli dice, vedrete il Figliuolo dell’uomo sedere alla destra della virtù di Dio (Sal. 109, 1), cioè regnare con Dio e far manifesta la sua potenza divina; lo vedrete venire sulle nubi del cielo (Dan. 7, 13), vale a dire come giudice supremo. Fra poco conosceranno che Egli è Dio, quando saranno stati testimoni della sua risurrezione, della Pentecoste ecc... e, a suo tempo, ma specialmente alla fine del mondo, lo vedranno venire come giudice supremo. Stracciò le sue vesti ecc...: Caifa comprese la portata delle parole di Gesù, e in segno di orrore per la presunta bestemmia straccia da 7 a 8 centimetri le sue vesti, come solevano fare gli Ebrei per mostrare il loro dolore. Da presidente del tribunale, egli si fa accusatore, e pronunzia una sentenza senza aver sentito alcun testimonio a discolpa dell’accusato, senza concedere all’accusato il tempo per preparare la sua difesa. È reo di morte. La sentenza è pronunziata. Gesù deve morire perché ha bestemmiato. Allora gli sputarono ecc... Secondo san Marco 15; tra coloro che così maltrattarono Gesù vi erano alcuni membri del Sinedrio, i quali oltre all’essere stati accusatori e giudici vollero ancora essere esecutori della sentenza.

[Tratto da «La Sacra Bibbia», commentata dal P. Marco M. Sales O.P., 2 Imprimatur, Tipografia Pontificia cav. P. Marietti, Torino, 1911, pag. 122, note 59-67].

A cura di CdP

La duplice suprema potestà in terra, dalla Sicut universitatis