Simone di Trento fu martirizzato il 23 marzo 1475. Dopo un’accurata inchiesta la Chiesa riconobbe la realtà del martirio dell’innocente fanciullo. Nel 1584 il suo nome fu iscritto nel Martirologio romano col titolo di Santo su ordine di Papa Gregorio XIII; nel 1588 Papa Sisto V concesse per la diocesi di Trento Messa e Officio proprio del Beato Simonino. La Bolla Beatus Andreas del 22 febbraio 1755 del Papa Benedetto XIV riconobbe nuovamente il culto prestato a San Simonino affermando che «fu crudelmente messo a morte in odio alla fede», culto confermato da innumerevoli miracoli. Il popolo di Trento ha venerato il suo piccolo patrono fino ai giorni nostri.

• Simone di Trento, nato da genitori pii, non aveva compiuto ancora 29 mesi della sua età quando di nascosto fu rapito dalla casa paterna da un ebreo di nome Tobia che era stato corrotto con del denaro da altri Giudei. Costoro, infatti, avevano deciso di uccidere un fanciullo cristiano poiché, per loro, si avvicinava la Pasqua, così da poter mescolare il sangue del fanciullo agli azzimi, operazione che essi reputavano essere gratissima a Dio [Si leggano gli Atti del processo; cfr. anche «La Civiltà Cattolica», Anno quarantesimoquarto, Volume V della Serie decimaquinta, 1893, dalla pagina 145 alla pagina 160, «La morale giudaica»; dalla pagina 269 alla pagina 286, «Il mistero del sangue», ndR]. Il fanciullo sequestrato fu condotto nella casa di Samuele nella quale si erano radunati molti Giudei. Favoriti dal silenzio della notte, da questa casa lo portarono nella Sinagoga e qui gli tolsero le vesti, gli fasciarono la bocca in modo che non si sentissero le grida e, subito dopo, tirando le sue braccia da una parte e dall’altra lo misero come in croce e in guisa di lupi famelici praticarono crudeli sevizie sul tenero corpo tanto da cambiare il suo aspetto.

• Il più crudele fra questi, dopo aver colpito il volto (visibile tutt’oggi nonostante i supplizi) tagliò con una verga la sua fronte di bambino. Un altro, con un arnese, gli strappò un brandello di carne dalla mascella. Nel contempo ve n’era un terzo che pestava crudelmente i brandelli di carne. Il sangue che fuoriusciva dalla pelle veniva raccolto per usi abominevoli. Qualche altro persecutore, onde evitare che il bambino soffrisse per pochi istanti morendo soffocato, per qualche attimo allentava il bavaglio, facendo attenzione che non si sentissero le grida, per poi restringerlo. Cominciarono in seguito tutti a forare, con aghi appuntiti le povere membra, quasi morte, un po’ in tutto il corpo gridando che quell’offesa essi la facevano a Gesù, che i Cristiani adorano come Dio. Nello stesso modo in cui i loro padri avevano affisso in croce Gesù, anche loro martirizzavano ora quel fanciullo. (...) Essi godevano nel guardare i rivoli di sangue che uscivano da tutto il corpo e cadevano lasciando macchie ovunque. Finché il povero martire, dopo circa un’ora d’agonia rimise lo spirito a Dio nella decima calenda di Aprile dell’Anno del Signore 1475.

• Questi uomini empi, poiché avevano capito di essere sospettati dal popolo che cercava il fanciullo, rivestirono con i suoi indumenti il corpo esanime e lo gettarono nel fiume che scorreva lì sotto. Subito denunziarono al Vescovo Giovanni di avere ritrovato quel corpo così straziato nelle torbide acque. Per questo motivo fu inviato ad indagare il prefetto della città che per tre giorni interi rimase presso di loro. (Era infatti la Domenica di Resurrezione). Alla fine dei tre giorni egli capì che quel tremendo misfatto era stato perpetrato da loro, li fece imprigionare, interrogare e, dopo che ebbero confessato, infine li condannò a giustissime pene. In seguito con pubblico decreto vennero scomunicate ed interdette tutte le genti empie della città e del contado di Trento. Il piccolo corpo dell’innocente fanciullo fu portato in processione alla Chiesa di San Pietro con grande concorso di folla. Il popolo lo tiene in grande venerazione per i suoi clamorosi miracoli compiuti non solo in Trento, ma anche fuori dalla città. [Dal «Breviario Romano», Proprio dell’Arcidiocesi di Trento, testi delle Lezioni del II Notturno. Sito di riferimento e fonte: CLICCARE QUI].

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