Ci giova far Nostra la severa ammonizione di San Paolo: «Nessuno soverchi o faccia frode al proprio fratello negli affari, perché il Signore fa giustizia di tutte queste cose». (...) I tempi di scosse e di perturbamenti economici (...) esigono doppiamente l’esatta osservanza del settimo e del quinto comandamento concernenti i beni e la vita del prossimo, perché altrimenti troppo grande diviene il pericolo che lealtà e fedeltà di agire e di trattare vicendevolmente svaniscano a tal segno da rendere poco meno che impossibile e insopportabile il vivere civile. [È necessario contrastare] la disonestà nel maneggio degli affari, il temerario e perverso sfruttamento delle difficoltà presenti, e particolarmente l’imposizione di prezzi esorbitanti e l’illecito accaparramento delle cose necessarie alla vita (...): violazioni di giustizia che gridano verso Dio. Ognuno vede e comprende quanto sia necessario di prevenire simili tentazioni e vigilare se stessi, non solo con la coscienziosa probità nei rapporti di mio e tuo, ma altresì con imperturbato e vivo senso e generosa mano per tutto ciò a cui inclina e sospinge la carità cristiana e che la giustizia sociale domanda. Dalle opere di misericordia: dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati, vestire gli ignudi, alloggiare i pellegrini, visitare gli infermi e i carcerati, - oh, come tutti questi dolori e affanni dalla vicina realtà risuonano nell’ora presente alle nostre orecchie! - non dipendono forse, secondo la solenne assicurazione di Cristo, nell’estremo giudizio la benedizione o la maledizione, il gaudio o il dolore per tutta l’eternità?

[Dal Discorso di Sua Santità Pio XII ai parroci ed ai quaresimalisti di Roma, martedì 23 febbraio 1944; cf. Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, V, Quinto anno di Pontificato, 2 marzo 1943 - 1° marzo 1944, pp. 185-207. Tipografia Poliglotta Vaticana. Documento ricco di infallibili sentenze ed attualissimo].