Ugonotti - Enciclopedia Cattolica, Vaticano, anno 1954, volume XII, colonne 716-717. Con questo nome si designano i protestanti francesi, alla cui teologia e costituzioni ecclesiastiche contribuì soprattutto il calvinismo, tanto che le varie confessioni protestanti francesi si riunirono ispirandosi all’organizzazione sinodale e concistoriale della Ginevra di Calvino; il primo Sinodo delle “chiese” riformate francesi si tenne nel 1559 a St-Germain.

• Dal punto di vista del dogma il credo degli ugonotti non presenta uno spiccato interesse (= non presenta grosse novità: si può dire che è il già pestilenziale e rivoluzionario credo eretico-calvinista, ndr), quanto invece nei suoi rapporti (sovversivi, ndr) con lo Stato: sia nei teorici, che contro l’accentramento regio vennero a propugnare un pensiero politico “democratico” [dove il sovrano è concepito solo come primo magistrato, obbligato a rispettare uno (pseudo-, ndr)contrattualismo tra Dio e popolo, che precederebbe quello tra Dio e re], sia negli uomini d’azione, che riuscirono a dare all’unione ugonotta una solidissima base militare e politico-amministrativa (le tappe di questa organizzazione sono a Milhau con l’assemblea del 1573 e a La Rochelle con le riunioni del 1588).

• La primitiva superiorità etico-religiosa del Sinodo venne però a decadere man mano che l’organizzazione politica e militare fu sempre più decisamente presa dalla più potente nobiltà in lotta contro (il cattolicesimo e contro, ndr) la monarchia francese. Rifare la storia degli ugonotti significa rifare la storia di più di un secolo di vita francese, proprio perché il rafforzamento dell’assolutismo regio si attua nella lotta accanita contro (i sovversivi e feroci assassini, ndr) ugonotti, che venivano a formare un vero e proprio “Stato nello Stato”. Tappe di questa lotta sono l’opposizione dei Guisa e dei Condé; l’apogeo della potenza ugonotta, che nel 1570 ottenne dalla monarchia con la pace di St-Germain-en-Laye l’autonomia delle roccheforti di La Rochelle, Cognac, Montauban e La Charité; la politica di Caterina dei Medici (...); l’urto tra i Navarra e i Guisa; l’assassinio di Enrico III; la politica filo-ugonotta di Enrico IV, che con l’Editto di Nantes del 1598 concesse agli ugonotti la libertà di culto (libertà di prestare culto alle loro eresie, ndr) e parecchie places de sûreté; la guerra accanita di Richelieu, che culmina nella caduta dell’ultima piazzaforte ugonotta di La Rochelle (1628); la successiva decadenza politica degli ugonotti; la revoca dell’Editto di Nantes, operata da Luigi XIV nel 1685; gli ultimi bagliori degli ugonotti che negli anni 1702-1705 presero le armi contro Luigi XIV (...). Fine.

N.B. La voce è di Massimo Petrocchi. Non ci ha affatto convinto, dunque abbiamo ritenuto doveroso  inserire delle precisazioni fra parentesi seguite da «, ndr». «Pensare di sapere ciò che non si sa, è stupidità manifesta; voler fare il sapiente in un campo in cui sappiamo benissimo di essere ignoranti, è una vanità insopportabile; per conto mio non vorrei fare il sapiente nemmeno in quello che so, ma nemmeno atteggiarmi a ignorante» (San Francesco di Sales, Filotea).

In foto Charité-sur-Loire, 1572: gli eretici ugonotti massacrano i monaci dell'abbazia, uno dei mille eccidi commessi dai protestanti nelle guerre di religione.