Distrutta l’organizzazione della Massoneria in Italia e indebolita negli altri Paesi latini, essa vigoreggiò nei Paesi anglosassoni, con il favore dei sovrani e delle classi dirigenti; e ciò specialmente negli Stati Uniti, dove la Massoneria è rimasta ancor più che in Inghilterra attaccata ai principi tradizionali. Non si potrebbe tenere dietro alle vicende della Massoneria nei vari Paesi senza perdersi in un labirinto. Basti un cenno delle vicende della Massoneria francese, per la stretta connessione che essa ha avuto ed ha con quella italiana. Luigi XVIII (1755-1824), iniziato in gioventù, non prese contro la Massoneria misure repressive; uno dei suoi ministri, Élie Decazes (1780-1860), fu Supremo Gran Commendatore. Le «giornate di luglio» vennero celebrate dalla Massoneria come un trionfo proprio. Luigi Filippo (1773-1850), pur avendo già rivestita la carica di Gran Maestro, non si mostrò amico della Massoneria, né volle che il duca d’Orléans (1810-1842) accettasse il titolo di Gran Maestro. Il colpo di Stato del febbraio 1848 veniva rivendicato dalla Massoneria come il risultato di un Congresso massonico tenuto a Strasburgo nel 1847, con l’intervento di tutti i principali esponenti del governo rivoluzionario. Lo stesso Alphonse de Lamartine (1790-1869) ebbe a dichiarare che l’esplosione era emanata du fond des Loges («dal profondo delle Logge»). Napoleone III (1808-1870), imitando anche in ciò Napoleone I, si servì della Massoneria come d’un instrumentum regni, e vi pose a capo uomini fidati, quali Lucien Murat (1803-1878), suo cugino, il Maresciallo Bernard Pierre Magnan (1791-1865), ed il Generale Mellinet, manovrandola secondo l’opportunità, religiosa o politica, e frenandone gli eccessi. Sotto la Repubblica, la Massoneria riconquistò una piena autonomia ed a poco a poco prese tale ascendente da fare dei poteri pubblici un proprio strumento, assoggettando il Paese ad una vera e propria tirannia settaria. Il 26 aprile 1871, un corteo massonico di ben diecimila individui, con emblemi ed insegne, si recò trionfalmente all’Hotel de Ville a rendere omaggio al governo della Comune, riguardandosi come due potenze alleate. Non è il caso di diffondersi in particolari sul programma di laicizzazione attuato dalla Massoneria in Francia e sui metodi messi in azione per asservire la Gerarchia ecclesiastica ed estirpare gli Ordini e le Congregazioni religiose. Basti dire che il «Grand’Oriente» di Francia deliberò nel 1878 di abolire dalle Costituzioni il paragrafo che poneva come fondamentale la credenza nell’esistenza di Dio e nell’immortalità dell’anima, e ordinò di eliminare anche dai rituali tutto ciò che vi faceva allusione; onde la Massoneria britannica e tedesca ruppero le relazioni con esso.

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