Insegna sant’Alfonso in Pratica del Confessore per ben esercitare il suo Ministero, Marietti, Torino, 1829, pag. 114:  «De actibus turpibus consummatis contra naturam» - «Gli atti indecenti e turpi consumati contro natura. Essi sono tre, vale a dire la sodomia, la bestialità e la mollezza o polluzione - sodomia, bestialitas, et pollutio». «La sodomia presenta una deformità speciale, ovvero l’indebito rapporto (o accoppiamento - concubitus), specialem deformitatem  dovuta all’unione omosessuale». Sant’Alfonso spiega che «[...] l’accoppiamento del maschio con il maschio, e della donna con la donna, è una “sodomia perfetta”, nel senso che si usano conflittualmente le parti del corpo - in quacumque parte corporis fiat congressus - per fare sesso indebito, contro natura. [...] Va notato (al n° 3) che i sodomiti - sive sint agentes, sive patientes - se sono laici, essi incorrono nella pena di morte e della combustione del cadavere - incurrunt poenam mortis, et combustionis cadaveris». Ed in altro luogo: «Quod poena sodomitarum, si sint laici, damnatur morte et combustione» (Homo apostolicus, Argentinæ, 1820, tomus I., tract. 9, n. 26).

Per approfondimenti studiare la Casti Connubii.

Definizione propria e cattolica del rapporto contro natura: «Come già abbiamo notato, esiste una specie distinta di lussuria là dove si riscontra uno speciale disordine, che rende ripugnante l'atto venereo. E questo può avvenire in due maniere. Primo, perché ripugna alla retta ragione: il che si riscontra in tutti i peccati di lussuria. Secondo, perché oltre ciò ripugna allo stesso ordine naturale e fisiologico dell'atto venereo proprio della specie umana: e questo si chiama peccato, o vizio contro natura. Ciò può avvenire in più modi. Primo, quando senza nessun commercio carnale si procura la polluzione per il piacere venereo: e questo è il peccato di immondezza, che alcuni chiamano mollezza (o masturbazione). - Secondo, praticando la copula con esseri di altra specie: e questo si chiama bestialità. - Terzo, accoppiandosi con sesso indebito, cioè maschi con maschi e femmine con femmine, come accenna San Paolo scrivendo ai Romani: e questo è il vizio della sodomia. - Quarto, non osservando il modo naturale della copula; o non usando i debiti organi; o adoperando nell'atto altri modi mostruosi e bestiali» (San Tommaso d'Aquino, Somma teologica, II-II, q. 154, a. 11 co.).