Leggiamo la carica data dall’«Allocuzione concistoriale» del novembre 1911, di San Pio X, per combattere la buona battaglia della Chiesa: «[…] Mi congratulo pertanto con voi, miei figli diletti, non solo per la sacra porpora di cui siete insigniti, ma, e molto più, per i nuovi meriti che acquisterete prestando aiuto al vicario di Gesù Cristo nel governo della Chiesa, in tanti bisogni che oggi si fanno sentire più vivamente per le gravissime condizioni dei tempi e per gli incessanti e furiosi assalti, ai quali è fatto segno il pontificato romano per parte dei suoi nemici. […] Ricordo questo non per eccitare verso di me la vostra compassione, ma per confermarvi nella persuasione che, specialmente in questi tempi, la sacra porpora è simbolo di dolore, di pena e di sacrificio portato, se ve ne fosse bisogno pel trionfo della verità e della giustizia, fino allo spargimento del sangue. Non vi sgomentate però, perché ce lo ha predetto Cristo che la sua Chiesa sarà perseguitata e dev’essere per noi una gloria il portare le stimate del nostro divin Redentore […] Nella tribolazione non vi mancheranno consolazioni. Avrete sempre quella che si prova nel fare il bene, nel adempimento del dovere, e la suprema nel patire con Cristo, sicuri della predestinazione al premio eterno, rendendovi conformi all’immagine del Figlio divino». Il 27 giugno 1839, la «Sacra Congregazione del Sant’Uffizio» dichiarò che nella condanna generale [alla Setta] va compresa anche la «Massoneria scozzese d’Irlanda» e la «Massoneria nordamericana»; e il 20 giugno 1894 vi comprese talune «associazioni umanitarie» americane di emanazione massonica. La Sacra Congregazione di «Propaganda Fide» ha emanato istruzioni per i luoghi di missione. La disciplina vigente (all’anno in cui è stata redatta l’«Enciclopedia Cattolica», prima della peste del modernismo , «Codex Juris Canonici» Pio-Benedettino anno 1917) è compresa nei cann. 684, 2335 e 2336 del «Codice di Diritto Canonico».

Il primo ammonisce gravemente i fedeli di guardarsi dal dare il nome ad associazioni segrete, condannate, sediziose o sospette, o che comunque si sottraggono alla vigilanza ecclesiastica: «Fideles laude digni sunt, si sua dent nomina associationibus ab Ecclesia erectis vel saltem commendatis; caveant autem ab associationibus secretis, damnatis, seditiosis, suspectis aut quae studeant sese a legitima Ecclesiae vigilantia subducere». Il secondo infligge la scomunica ipso facto incurrenda riservata alla Santa Sede a chi dà il nome alla Massoneria: «Nomen dantes sectae massonicae aliisve eiusdem generis associationibus quae contra Ecclesiam vel legitimas civiles potestates machinantur, contrahunt ipso facto excommunicationem Sedi Apostolicae simpliciter reservatam». Il terzo infligge pene speciali ai chierici: «§1. Clerici qui delictum commiserunt de quo in can. 2334, 2335, praeter poenas citatis canonibus statutas, poena suspensionis vel privationis ipsius beneficii, officii, dignitatis, pensionis aut muneris, si qua forte in Ecclesia habeant; religiosi autem privatione officii et vocis activae ac passivae aliisque poenis ad normam constitutionum plectantur. §2. Insuper clerici et religiosi nomen dantes sectae massonicae aliisque similibus associationibus denuntiari debent Sacrae Congregationi S. Officii». Fine delle citazioni. Secondo alcuni autori contemporanei, pare che la massoneria abbia collezionato quasi seicento (600) condanne ufficiali da parte della Chiesa. Tuonava Papa Leone XIII nella «Inimica Vis» (8 dicembre 1892): «Lo spirito massonico si aggira cercando chi divorare […] Niuno si lasci illudere dalle sue belle apparenze, niuno allettare dalle sue promesse, sedurre dalle sue lusinghe, atterrire dalle sue minacce. Ricordatevi che essenzialmente inconciliabili tra loro sono cristianesimo e massoneria; sì che aggregarsi a questa è un far divorzio da quello. […] Combattete dunque [contro lo spirito massonico] e siate italiani e cattolici».

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[Fine dell'Articolo estratto, e da noi qui commentato, da «Enciclopedia Cattolica», vol. VIII, coll. 312-325, voce «Massoneria», a cura di P. Pietro Pirri S.J. dell’«Istituto Storico della Compagnia di Gesù». Fonti usate dall’autore: W. J. Hughan, The Jacobite Lodge at Rome 1735-1737, Leicester 1910; F. Sbigoli, Tomaso Crudeli e i primi framassoni in Firenze, Milano 1884; Battistella, Il Sant’Offizio e la Riforma in Bologna, Bologna 1905; Rivista Massonica, 1883, pag. 88; 1884, pag. 103; 1886, pag. 32; Rivista Massonica, 1886; E. Bodredo, Inchiesta sulla Massoneria, Milano 1925; Mondo Massonico, nº 5, 1950, pag. 34; Circolari del 25 giugno e del 20 settembre 1949, etc...]