Fortes in Fide, don A. Bussinello, S.A.T., Vicenza, 1922. L’Angelo custode. Avete visto ancora, o giovani, quell’immagine sacra che rappresenta un fanciullo il quale s’avvicina a una passerella, sospesa sopra un orrido burrone? Egli è lieto e spensierato mentre tra l’erbe un serpente lo insidia, ed un rosaio, posto sull’orlo del burrone, lo invita a spiccare i suoi fiori. Su questa scena di pericoli campeggia una figura angelica con le ali aperte, che sorride al fanciullo e fa cenno con le mani di guidarlo e custodirlo. In questo quadro che spira soave poesia, il pittore ha voluto ritrarre gli uffici dell’Angelo Custode. «Gli Angeli, dice il Catechismo, sono i ministri invisibili di Dio, ed anche nostri Custodi, avendo Dio affidato ciascun uomo ad uno di essi». Ricordate quante volte da piccini la mamma vi raccomandava di essere buoni per non far fuggire il vostro Angelo custode? Quante volte essa attribuiva con ragione alla custodia del vostro Angelo l’essere stati preservati da gravi pericoli? Quante sere essa lo pregò con voi perché vi custodisse e vi facesse crescere buoni per essere un giorno la sua consolazione? Ci narra la S. Scrittura che il giovane Tobia, per comando del padre suo, doveva fare un lunghissimo viaggio in terra straniera. Apparsole l’Arcangelo Raffaele, sotto le spoglie d’un bellissimo giovine, lo condusse lungo tutto il viaggio, lo salvò da tutti i pericoli di corpo e di anima nei quali il giovine poteva incorrere, lo ricolmò d’ogni bene e lo ricondusse salvo al padre suo. È precisamente quello che fanno con noi i nostri Angeli custodi: essi proteggono il nostro corpo e l’anima nostra, pregano per noi e ci eccitano al bene. Ci proteggono nel corpo e nell’anima. Gli Angeli del Signore ci amano assai perché vedono in noi riflessa l’immagine di Dio, ci amano perché Dio stesso ci ama, ci amano come loro fratelli, perché ci vedono destinati ad occupare nel Cielo quei posti lasciati liberi dagli angeli ribelli, che, cambiati in demoni, vennero precipitati all’inferno. Ma tanto più ci amano e ci assistono quanto più l’anima nostra conserva pura ed immacolata in se stessa l’immagine del Creatore. Ecco perché il bambino innocente è oggetto speciale della custodia degli Angeli, e noi tutti ricordiamo nella vita piccina, d’essere stati salvati, non sappiamo come, da peri-coli gravissimi. Noi vediamo tante volte dei bambini cadere nel lago od in un torrente precipitoso e non annegare, li vediamo cadere da altezze rilevanti od essere travolti da un cavallo, da una bicicletta, senza farsi alcun male. Tanto è vero questo, che si dice comunemente: i bambini portano le botte come i gatti, ma è invece l’Angelo custode che li protegge. Ricordo un fanciulletto, figlio del capo-stazione di Caldiero, che venne sorpreso dal diretto mentre giocava lungo la linea ferroviaria. Il bambino si buttò carponi, il treno gli passò sopra, ed egli, fra il raccapriccio degli astanti, si alzò battendo le manine. Tutti possiamo rammentare simili fatti nella nostra vita fanciullesca... era l’Angelo custode che vegliava sull’innocenza. E riguardo all’anima? Il Signore, perché la salviamo, ci pose al fianco l’Angelo custode. Ricordate quando quel compagno vi tirava a quell’opera cattiva? Sentivate dentro di voi una certa ripugnanza, sentivate come una voce che vi diceva: non andare, ti macchierai l’anima di colpa, perderai la tua innocenza! Era l’Angelo custode che vi parlava al cuore. Ricordate quando quello sboccato vi faceva quel discorso osceno? Una voce vi diceva: fuggi, non ascoltare, non sorridere! Era l’Angelo del Signore. Ricordate quando quel cattivo soggetto vi trascinava a rubare? Sentivate una forza che vi diceva: no, ti macchierai di disonore e offenderai Iddio che tutto vede! Era l’Angelo Custode. E quando la tentazione batteva furiosa e la passione ardente voleva trascinarvi al peccato, da dove veniva quella forza contraria che sentivate in voi, quella spinta continua, insistente che vi diceva: non commettere quell’azione vergognosa, è qui Iddio che ti vede, volta il tuo sguardo, non profanare il tuo corpo che è tempio di Dio? Era l’Angelo che Iddio ci pose a custodia. E sempre, pur rispettando la nostra libertà, l’Angelo del Signore ci aiuta a rintuzzare le passioni, ad alzare la mente a Dio, ci ricorda che siamo cristiani e che dobbiamo salvare l’anima a costo di qualunque sacrificio. Noi non abbiamo la grazia che ebbero tanti Santi di vedere il nostro Angelo custode e di sentire le sue parole di incitamento al bene, ma siamo certi che da lui vengono quei suggerimenti a fuggire le compagnie non buone, a non dire quelle parole che escono dall’inferno e sono degne d’un dannato, ad avvicinare il Sacerdote, a frequentare la Confessione e la Comunione, a compiere i nostri doveri di cristiani. E quando noi seguiamo questa voce, questa spinta al bene, ci sentiamo contenti; mentre se ascoltiamo la passione e facciamo il male, invece del contento c’è il rimorso che ci tormenta: è anche questo un mezzo che adopera l’Angelo custode per trarci dal baratro in cui siamo caduti. Sempre, dalla culla alla tomba, l’Angelo nostro ci aiuta, ci soccorre, ci spinge al bene: noi infelici se col peccato lo allontaniamo! Rispetto, riconoscenza, confidenza. Rispettiamo, o giovani, l’Angelo custode: è Iddio stesso che ce lo impone! «Onoralo, dice nella S. Scrittura, e non disprezzarlo, perché... in esso è il mio Nome» (Esodo, XXIII, 21). E San Bernardo diceva: «non fate dinanzi all’Angelo custode quello che non osereste fare dinanzi a me!». A lui dobbiamo riconoscenza per tutti i servigi che ci rende, per tanti pericoli dai quali ci tiene lontani, per le preghiere che rivolge a Dio per noi. Nell’Angelo custode poi dobbiamo porre tutta la nostra confidenza. Quando il diavolo ci tenta e vuole spingerci al male, dobbiamo subito pensare che non siamo soli a combattere, ma che il Signore ci ha dato un Angelo: appena si affaccia la tentazione, raccomandiamoci a lui con tutta confidenza ed egli metterà in fuga il demonio. Esempio: L’Angelo di S. Cecilia. S. Cecilia era una giovane patrizia romana. Consacrata a Dio la sua verginità, non voleva saperne di matrimonio. Costrettavi però dai genitori, fece sapere allo sposo Valeriano che essa era sotto la tutela dell’Angelo custode. - Vorrei vederlo anch’io il tuo Angelo! disse lo sposo, non ancora cristiano. - Lo vedrai, soggiunse Cecilia, dopo che ti sarai fatto istruire nella nostra Religione ed avrai ricevuto il Battesimo. Passò qualche tempo, ed un mattino, mentre Valeriano tornava dalle catacombe, dove era stato battezzato da Papa Urbano, vide vicino alla sua santa sposa l’Angelo custode che la copriva delle sue ali. Avvertì il fratello Tiburzio, ed anch’egli, convertitosi alla fede, vide l’Angelo di Cecilia. Più tardi morirono tutti e tre martiri della fede. Pratica. Ricordiamo, o giovani, che l’Angelo custode ci è sempre al fianco: preghiamolo al mattino, alla sera e durante il giorno, specialmente nei pericoli, con l’Angele Dei; egli vede tutto ciò che facciamo, sente tutto ciò che diciamo, ed un giorno ci sarà testimonio al tribunale di Dio!