Dizionario di teologia dommatica, A. Piolanti - P. Parente - S. Garofalo, Studium, Roma, 1952. Articoli fondamentali. Articoli fondamentali sono oggetto di una controversia religiosa sorta col Luteranismo nel sec. XVI. Fin dai primi passi la riforma luterana si vide minacciata dal frammentarismo e da quell’istintiva e fatale tendenza alla scissione, che è insita nella dottrina del libero esame e che doveva produrre la ridda delle innumerevoli sette, di cui si compone il Protestantesimo d’oggi. Tolto di mezzo il Magistero infallibile della Chiesa, i Luterani furono subito costretti a cercare un’altra via per costituire almeno una larva di unità fra tanta confusione d’idee. Nacque così l’idea degli articoli fondamentali, che nell’intenzione di parecchi teologi della riforma dovevano essere un minimum di dottrina di fede, in cui tutte le sette potessero convenire. Iniziato dal Calixt in Germania, dal Turretin nella Svizzera, dal Cranmer in Inghilterra, il sistema degli articoli fondamentali ebbe, dopo varie manipolazioni, una formulazione definitiva sotto Elisabetta nella Chiesa Anglicana, che ancora oggi custodisce i celebri 39 articoli nel Book of Common Prayer. Il sistema fu elaborato in Francia con ardore dal Jurieu, il quale fu efficacemente confutato dal Bossuet con argomentazioni che conservano ancora la loro forza. In realtà il sistema degli articoli fondamentali, come surrogato del Magistero della Chiesa per l’unità della Fede, non si regge. È evidente che tra i misteri e le altre verità rivelate c’è una gradazione in modo che una verità sia più importante dell’altra; ma tanto la S. Scrittura quanto la Tradizione non permettono che un fedele accetti alcune verità rivelate e ne rigetti altre, siano pure di minore importanza. Il cristiano è chiamato ad aderire a Cristo e al suo Evangelo integralmente: l’unità della fede è il motivo dominante della divina Rivelazione e S. Paolo vi insiste con energia, come per es. in 1 Cor. 1, 10: «Vi scongiuro, o fratelli, per il nome di N. S. Gesù Cristo affinché tutti diciate la stessa cosa e non siano scissioni in mezzo a voi: ma siate perfetti nello stesso sentimento e nello stesso pensiero». Non c’è luogo a selezione, dunque, nelle verità proposte alla fede dei credenti, come vorrebbero i Protestanti. Ma anche se ci fosse questa possibilità di selezione per raggiungere la sospirata unità, rimarrebbe a provare chi abbia la facoltà di stabilire gli articoli indispensabili a credersi; e così, senza volerlo, i Protestanti ritornano al concetto di una regula fidei imposta da un’autorità docente [la Chiesa, ndR], che essi hanno rinnegato.