Ci vuole sobrietà in tutto: riprovevole è l’eccesso dello zelo, dei digiuni, delle mortificazioni, delle penitenze. «Siate sobri e vigilate, dice san Pietro, perché il demonio, vostro nemico, va girando intorno come leone ruggente, in cerca di preda da divorare» (I, V, 8). Senza sobrietà non si dà santità ... Usare delle cose con temperanza, con sobrietà, questo basta a chi deve morire. «Bisogna servirsi delle cose temporali più per bisogno che per gusto, dice sant’Agostino, affinché meritiamo di godere delle eterne!» (Confess.). Un cristiano deve far suo quel detto di Socrate: «Vi è chi vive per mangiare; io mangio per vivere! (Prov.). «Il cominciamento della vita dell’uomo è l’acqua, il pane, e il vestimento», leggiamo nell’Ecclesiastico ... Perciò san Paolo vuole che avendo noi di che mangiare e vestirci, ce ne stiamo paghi (I Tim. VI, 8). San Bernardo, scrivendo a Roberto, gli diceva: «Il sale e l’appetito bastano per companatico a chi vive sobrio. Va a mensa come se andassi alla croce, cioè prendi il cibo per bisogno, non per diletto; e la fame, non la gola vi ti conduca. Non nutrire la tua carne per i vermi, e nel mangiare regolati in modo che abbia sempre ancor fame!». Il grande Apostolo diceva ai Tessalonicesi: «Noi che siamo figli del giorno, viviamo sobri!» (I, V, 8); a Tito faceva dovere che comandasse ai vecchi, non meno che alle donne ed ai giovani, di essere sobri (II, 3-6). Giuseppe alla corte del Faraone non mangiava che pane. Guardate Giuditta..., Daniele e i suoi compagni nella cattività..., guardate gli anacoreti, i solitari, gli ordini religiosi, e tutti i Santi di ogni età: una severa sobrietà fu sempre in vigore presso di loro. Se la corda di uno strumento musicale è troppo tesa, non dà suono, osserva san Gregorio; se è troppo rilassata, lo strumento non serve a nulla. Così è della virtù della sobrietà ...

• Vantaggi della sobrietà. L’esperienza conferma la sentenza di Origene che chiama la sobrietà, madre di tutte le virtù e l’intemperanza nel mangiare e nel bere, fomite di tutti i vizi (Homil. III, in Levit.). La sobrietà è la madre della sapienza, la colonna della forza, la corazza della purità, la guida degli occhi, la custode della buona volontà e della benevolenza, la circoncisione dei pensieri e dei desideri perversi, la morte della lussuria, l’armonia del corpo e dell’anima; impedisce le rivolte e le passioni vergognose, degradanti; conserva la continenza e perfino l’avvenenza dei tratti; l’ammorbidisce e governa il cuore; regola le preghiere, le confessioni, i voti, lo zelo le austerità ... La gola, l’intemperanza sono il rovescio della medaglia ... Platone, interrogato donde avesse attinto tanta sapienza, rispose: Nella sobrietà; infatti ho consumato più olio nella lampada, che vino nel bicchiere (In Phaedr.). Con la sobrietà si risparmia di che fare elemosina ai poveri ... Riesce facile al sobrio fare qualunque sacrifizio, rinunziare al mondo, alla carne, a se stesso, trionfare di tutte le prove e tentazioni e passioni. Vantaggiosissima è la sobrietà, 1° Alla sanità: premunisce contro mille infermità; tiene lontana una vecchiaia precoce ed acciaccosa; prolunga e fa lieta la vita. 2° Conserva la castità e le virtù che le fanno corteggio; spegne il fuoco della concupiscenza; smorza gli appetiti della carne. 3° Porta naturalmente alla scienza, all’amore dello studio e del lavoro; impedisce le gravezze della mente, facilita le veglie, apre l’intelligenza ... Mosè, Elia, Giuditta, Ester, i Maccabei, i Profeti, gli Apostoli, i Martiri, tutti i Santi che fecero così grandi cose, furono tutti sobri, nella sobrietà attingevano l’attitudine e la forza per tante eroiche azioni ... In loro vediamo al vivo la pittura che delle ammirabili qualità della sobrietà ci ha tracciato il Venerabile Beda: «La sobrietà conserva la memoria, aguzza il senso, rasserena la mente; regola il viso; mantiene integro il pudore; rompe l’impeto delle viziose tendenze; ci dà perspicacia all’occhio, delicatezza all’orecchio; rende libero il cervello, spedita la lingua, chiaro il discorrere; porta l’alimento perfino nelle midolla delle ossa, purifica il sangue e lo fa circolare nelle vene, rafforza i nervi; disprezza e doma la passione, procura sonno dolce e tranquillo, prolunga sana la vecchiezza; apre i misteri, rafferma e stabilisce l’uomo!» (In Collect.). «Il vino bevuto a tempo e luogo e con sobrietà rinvigorisce lo stomaco debole, dice san Giovanni Crisostomo, ristora le forze accasciate, riscalda le membra intorpidite, guarisce le piaghe, bandisce la melanconia, distrugge i languori dell’anima, spande la gioia, dà una gaiezza onesta e dilettevole ai convitati; ma tracannato senza moderazione, con poca sobrietà, si cangia in veleno per l’anima e per il corpo» (Homil. ad pop.). «Quanto poco vino basta all’uomo giudizioso! Esclama il Savio; non disturba i sonni, preserva dai dolori. L’uomo sobrio gusta un sonno benefico e riparatore. Al contrario l’intemperante proverà insonnie, vomiti e strazi di viscere» (Eccli. XXXI, 22-23). L’acqua vivifica i sensi, rende l’anima libera, lo spirito limpido e penetrante; tempera il calore, calma la sete, accelera la digestione ... La sobrietà è dunque la madre della sanità, di una lunga e felice vita, della purezza, della modestia, della saggezza, della santità, della pace, della tranquillità, e di una buona morte; è la sicurezza della salute ... [Dice l’Apostolo Paolo: «Né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio», ndR] ...

I Tesori di Cornelio Alapide.