San Paolo scrive: «Voi sapete benissimo, a fratelli, senza che vi sia bisogno che noi ve ne scriviamo, che il giorno del Signore verrà come ladro notturno. Quando i peccatori diranno pace e sicurezza, allora sopraggiungerà ad essi improvvisamente la morte e non avranno scampo» (1 Thess. V, 3). I cattivi fanno assegnamento (affidamento, ndR) sul tempo, e questo mancherà loro. La morte comparirà loro innanzi formidabile e pronta, dice la Sapienza (VI, 6). La sciagura li sorprenderà all’improvviso, leggiamo nei Proverbi, e la morte li investirà come turbine (Prov. I, 27). La loro sorte somiglierà a quella di una casa scossa dal terremoto, o di una nave che va a picco, sbattuta dalla tempesta, e sconquassata dagli scogli (...). Ecco come Dio percuote e castiga gli empi che disprezzano le Sue leggi; sono in pericolo, e intanto scherzano credendosi al sicuro; la morte è vicina, ed essi pensano alla vita; il tempo loro fugge, ed essi non badano all’eternità. Né parenti, né amici ardiscono avvertirli dell’avvicinarsi della morte. Vogliono ingannarsi e s’ingannano; vogliono essere ingannati, e lo sono (...). A domani, dicono, a domani gli affari di coscienza (...). E il domani non li trova più: essi già sono entrati nella casa della loro eternità (...).

I Tesori di Cornelio Alapide.