Donde traevano i martiri tanta forza e tanto eroismo? Dall’aiuto di Dio. Essi si burlavano dei giudici e dei carnefici, come se non provassero nessun dolore o patissero in un corpo estraneo, scrive sant’Efrem. Se avete supplizi più duri ed atroci, metteteli pure in opera, alcuni dicevano. Altri gridavano di mezzo alle fiamme: Come mai il vostro fuoco ci pare ghiaccio, le vostre torture sono fiacche, le battiture leggere, i vostri aculei sono di legno tarlato? Voi non avete supplizio che basti ai nostri desideri ed alle nostre forze; noi siamo disposti a tormenti assai più lunghi e più crudeli. Né le graticole infocate, né le fiamme ardenti, né le caldaie piene di olio o di pece bollente, né le lame roventi, né i pettini di ferro, né i cavalletti, né le cataste, né le fiere potevano intimidire quei generosi e fedeli soldati di Gesù Cristo; Gesù pativa in essi e ne addolciva le pene (Encom. Martyr.).

• Ecco come il braccio di Dio sa venire in soccorso di coloro che vivono, combattono, muoiono per la fede. Non pochi martiri attestarono che non sentivano nemmeno i tormenti che li straziavano. O miracolo commovente dei fortunati effetti che produce la grazia e la bontà di Dio!

I Tesori di Cornelio Alapide.