La Sacra Scrittura è di tutti i libri il più perfetto, di tutte le scienze la più certa, la più augusta, la più efficace, la più saggia, la più utile, la più solida, la più necessaria, la più estesa, la più sublime. È la sola necessaria, perché è la parola di Dio. Non è Mosè che parla, ma Dio: non sono i Patriarchi ed i Profeti che parlano, ma è Dio. Non sono gli Evangelisti, gli Apostoli che parlano, ma è Dio. Ora Dio possiede ogni scienza e la possiede immune da ogni errore... La verità del Vangelo consiste principalmente in tre cose: 1° Nella sincera conoscenza di Dio; 2° Nella conoscenza della Incarnazione e della Redenzione; 3° Nella conoscenza della vera felicità. Il grande Apostolo, dopo di aver detto che Dio ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo (I Timoth., I, 10), esorta Timoteo a stare saldo nelle cose che aveva appreso e che gli erano state confidate, ben sapendo da chi le avesse imparate; e gli ricorda come fin da ragazzo avesse conosciuto le sacre lettere che possono istruirlo a sa­lute, per mezzo della fede che è in Cristo Gesù. «Il giudizio di Dio illuminerà i popoli», pro­fetava Isaia (LI, 4). La legge evangelica, a cui alludono queste parole, è chiamata giudizio, perché ci insegna quali siano i pensieri ed i giudizi di Dio; ci manifesta quello che piace o dispiace a Dio, quello che approva o che condanna. «Come bambini neonati, cercate il latte spirituale, dice san Pietro, affinché vi faccia crescere a salute» (I Petr., II, 2). L’Apo­stolo ci ordina di succhiare del continuo, dalle mammelle della Chiesa nostra santa madre, il latte della dottrina evangelica per istruirci e nutrirci e crescere nella sapienza e nella sanità spirituale. E sapete voi perché questa dottrina è chiamata tale? 1° Per indicarne la soavità e la dolcezza...; 2° Perché nutre e ingrassa l’anima, come il latte materiale nutre e ingrassa il corpo...; 3° Perché purifica l’anima e la rende candida come il latte...; 4° Perché è schietta, semplice e naturale come il latte...; 5° Il latte è il cibo più appetitoso per i bambini; toglie loro la voglia di altri cibi e procura un dolce sonno; cosi la dottrina di Gesù Cristo forma le delizie dell’anima, la calma, l’acquieta, e la rende felice nella verità... Sapere e conoscere (come si deve, ndR) la Sacra Scrittura, è dunque lo stesso che possedere la scienza della verità e della felicità, la scienza delle scienze. Ma se a tutti i fedeli importa essere ammaestrati delle sacre carte, è debito tutto speciale di coloro che hanno l’ufficio di dispensarla, l’esserne istruiti a fondo. A loro dice il Signore: «Amate la luce della sapienza, voi tutti che presiedete ai popoli» (Sap., VI, 23). Scorrete i campi deliziosi della Scrittura e come l’ape, cogliete e riponete nell’alveare della vostra memoria i vari odorosissimi fiori del Vecchio e Nuovo Testamento; il giglio della castità, l’oliva della carità, la rosa della pazienza, i grappoli della perfezione spirituale... Tutta la teologia è fondata sulla Santa Scrittura; poiché la teologia non è altro che la scienza delle conclusioni ricavate dai principi certi della fede. Da ciò si vede chiaramente che la Sacra Scrittura getta le basi della teo­logia; basi e principi sui quali il teologo forma e dispone le sue dimostrazioni per mezzo del ragionamento. La Sacra Scrittura contiene in certo qual senso tutto lo scibile umano; abbraccia le scienze naturali e soprannaturali; fa conoscere l’essenza divina medesima con i suoi attributi... La Sacra Scrittura parla del principio delle cose, dell’ordine della natura, di Dio e dei suoi attributi, dell’immortalità dell’anima, della vera uguaglianza, della vera fraternità, delle pene, delle ricompense, di tutto ciò che esiste; e ne discorre in modo più esatto, più solido, più sublime di quello che non saprebbero fare tutti gli scienziati uniti insieme. San Basilio dà per regola, che qualunque cosa facciamo o diciamo, procuriamo di appoggiarla sulla testimonianza delle divine Scritture, a confor­mazione della fede dei buoni ed a confusione dei malvagi. San Vincenzo Ferreri, che tante strepitose conversioni ottenne in Francia, in Italia, in Spagna, in Germania, con le sublimi e commoventi sue prediche, non portava con sé altro libro che la Bibbia, e nient’altro predicava che la Bibbia. Sant’Antonio da Padova citava così spesso e spiegava così bene la Sacra Scrittura, la insegnava e predicava con tanta eloquenza e forza, che il Sommo Pontefice lo chiamò col nome di Arca del Testamento. La Sacra Scrittura è l’Arca del Testamento; in essa stanno chiuse tutte le meraviglie, tutte le scienze, tutte le perfezioni. Dobbiamo portare questo libro con gran rispetto, cioè leggerlo, studiarlo, ascol­tarlo con molto desiderio e profonda riverenza. «La continua medita­zione della Sacra Scrittura, fa dell’anima l’arca del Testamento», dice Cassiano; e san Gerolamo ci esorta ad avere in noi l’arca del Testamento; ad essere i custodi della legge di Dio, i cherubini della scienza; cosicché il nostro spirito meriti il nome di oracolo.

I Tesori di Cornelio Alapide.