Il Sillabario del Cristianesimo, mons. F. Olgiati, Vita e Pensiero, Milano, 1942. La storia dopo la venuta di Cristo. Dopo la venuta, la figura di Gesù brilla dominatrice in un modo manifesto. Invano la persecuzione vuole seppellirlo nelle catacombe: Gesù, dopo tre secoli di lente e graduali conquiste, risorge, come aveva dopo tre giorni rovesciato la pietra sepolcrale a Gerusalemme. Invano il torrente devastatore degli Unni, dei Goti, dei Vandali, dei Longobardi e dei vari barbari, scende minaccioso, quasi a sradicare ed a distruggere la pianticella ancora giovane della Chiesa: Cristo li affronta, talvolta nella persona del suo Pontefice li respinge (come, ad esempio, fece Leone I con Attila), sempre li soggioga, li modifica, e con San Remigio dice a Clodoveo: «Incende quod adorasti, adora quod incendisti. - Incendia ciò che hai adorato; adora ciò che hai incendiato». Agostino ed i quaranta monaci, inviati da Gregorio Magno in Inghilterra, sono il Cristo che va, evangelizza e trionfa. E attraverso lunghi secoli di evoluzione, di lotte, di contrasti, la gloria di Cristo rifulge, come il vero dominatore della storia ed il Maestro della vita. Il Sacro Romano Impero è un atto di omaggio e di sudditanza a Lui; le Corporazioni medievali d’arti e mestieri, dopo le catene degli schiavi spezzate e dopo i servi della gleba liberati, ricordano il benefico influsso dell’idea cristiana nel campo stesso dell’economia; i liberi Comuni inneggiano a Gesù; ed alla voce di Roma papale rispondono il saluto di Parigi e delle Università del Medio Evo, le Somme di Tommaso d’Aquino e l’Itinerarium di S. Bonaventura, le belle cattedrali sorgenti e slanciantisi al cielo, quasi anelito verso di Lui. A Firenze nasce Dante e crea la sua Divina Commedia, dove in onore di Cristo fonde scienza e teologia, Omero e Virgilio col Vangelo, il passato ed il presente, le grandi idee ed i grandi uomini. Mai come in quel secolo, che Francesco d’Assisi e Domenico di Guzman hanno inaugurato, si capisce che il centro della storia è Gesù Cristo. È vero; successero secoli in cui si tentò in ogni modo di detronizzare Cristo per sostituire qualche idolo al suo posto. Dall’Umanesimo e dal Rinascimento sino alla Rivoluzione Francese e dalla ‘Dea Ragione’ alla filosofia contemporanea; da Machiavelli alla politica laica dei giorni nostri; dal liberalismo economico al socialismo ed all’anarchia; da Boccaccio ad Anatole France, è un susseguirsi di ribellioni in ogni campo, artistico, letterario, civile, economico, sociale, scientifico, filosofico, pedagogico e via dicendo. Sembra che l’opera di tutta la storia moderna sia un rinnegamento di Cristo ed una preparazione d’una nuova civiltà anticristiana. Ma anche qui avviene ciò che si verificò nell’antichità: l’uomo, che divinizza se stesso ed erige ad Assoluto il suo piccolo io, da un lato cade nel baratro di disastri individuali e sociali, che gli indicano il suo errore; dal- l’altro, svolge, elabora, perfeziona la natura, preparando cosi il materiale che dovrà essere, poi, purificato ed elevato dal bacio di Cristo. La stessa ribellione a Gesù getta le fondamenta delle Sue future vittorie; ed oggi, nella vita e nel pensiero, è tutto un fremito nuovo, un nuovo orientamento. Noi sentiamo che è giunta l’ora d’una nuova sintesi, in cui il risultato storico di verità, di bellezza, di bontà dell’epoca moderna deve essere inquadrato nella visione e nella vita cristiana rifiorente nel sorriso d’un’altra primavera. In ogni parte del mondo, dalla Francia all’Olanda, dalla Germania all’Inghilterra, dall’Italia alla Danimarca, una folla di illustri convertiti - per dirla con Giovanni Papini - sono fieri di riconoscersi, anche oggi, dopo quattrocento anni di usurpazioni, sudditi e soldati di Cristo Re. Un’atmosfera di soprannaturale comincia a sostituire dovunque i gas asfissianti d’ieri. Eserciti di anime generose si stringono intorno al Pontefice ed ai vessilli dell’Azione cattolica per affrettare il regno sociale di Cristo. Ed a Milano, con questo programma, s’apre e si svolge una Università che, quasi a proclamazione di Cristo, Re della storia, ha assunto il nome dal Sacro Cuore. [Purtroppo i puri e lodevoli proponimenti di mons. Olgiati, dopo poco più di vent’anni, con l’aggressione diabolica del modernismo, non avranno seguito, ndR].