Ma v’è di più. La vita cristiana è inconcepibile senza la Trinità; e quanto più vivremo soprannaturalmente, tanto più comprenderemo ciò che significa che Dio è Padre, è Figlio, è Spirito Santo. Il cristiano, quando pensa a Dio Padre, non può dimenticare che il Padre è colui «dal quale ogni paternità dipende in cielo ed in terra», come dice san Paolo. La sua vita divina Dio Padre l’ha comunicata al Figlio, al suo Figlio naturale, da tutta l’eternità, e la comunica nel tempo anche a noi, suoi figli adottivi, mentre ci eleva allo stato soprannaturale. Perciò, quando preghiamo così: «Padre nostro, che sei nei cieli», con quella parola di «Padre» ricordiamo sì la prima persona della Trinità, ma anche tutta la nostra vita soprannaturale. Chi, quindi, trascura il Padre, trascura per ciò stesso la sua divinizzazione, ossia la sua vera grandezza. Il cristiano, quando pensa a Dio Figlio, non può fare a meno di sentirsi profondamente commosso. La vita divina che deriva dal Padre nel Figlio, scorre dal Figlio nell’umanità - che Egli unisce personalmente nell’Incarnazione, - e dall’Uomo-Dio si versa in tutte le anime. E nulla v’era di più conveniente di questo: che per dare a noi il dono di diventare figli adottivi del Padre, si incarnasse non la prima o la terza Persona, ma il Figlio naturale di Dio, il quale, in tal modo, come osserva san Paolo, diveniva «il primogenito fra i molti fratelli». Ancora una volta: coloro che non pensano mai alla Santissima Trinità, non possono vivere soprannaturalmente; poiché come mai è concepibile la vita soprannaturale della grazia, in chi trascura l’autore della grazia stessa, l’unico mediatore fra Dio e l’uomo? Finalmente, il cristiano vero non può fare a meno di pensare allo Spirito Santo, all’Amore sostanziale fra il Padre e il Figlio. Se noi siamo figli di Dio per i meriti di Gesù Cristo, anche noi siamo uniti al Padre e lo amiamo; ma il nostro non è e non può essere un amore naturale. Ci congiunge a Dio l’amore soprannaturale, infusoci dallo Spirito Santo. È lo Spirito Santo, che è l’anima della Chiesa, come Cristo ne è il capo. Egli unisce la Sposa di Cristo al Padre. È lui che agisce sulle anime nostre con la grazia, con la carità, con le sue virtù, coi suoi doni. Lo Spirito Santo è l’ospite divino dell’anima giusta; e come mai potremo ignorarne la presenza, se davvero amiamo il Signore? Cos’è il nostro amore, se siamo in grazia, se non un effetto dello Spirito divino? E quando amiamo soprannaturalmente il nostro prossimo, che facciamo noi se non prendere la Trinità per nostro modello? Come le tre Persone della Trinità sono un solo Dio, così tutte le persone veramente cristiane debbono essere una sola cosa ed un cuore solo. Gesù Cristo stesso, nel discorso dell’ultima Cena, ha svolto questo pensiero, ed ha pregato così: «che essi (i miei discepoli) siano una cosa sola, come io e Te, o Padre, siamo uno». Ben a ragione, dunque, sant’Agostino esclamava: «Il mistero della Trinità è un grande mistero ed un arcano salutare». Nulla di più fecondo per la vita cristiana; nulla di più essenziale finalmente per la nostra preghiera.

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