Non debbono essere ora un enigma le note che il Catechismo indica come caratteristiche ed essenziali della vera Chiesa di Cristo. a) La Chiesa dev’essere UNA, ossia deve possedere unità di fede (senza fede, è impossibile piacere a Dio), unità di culto (senza i Sacramenti, è impossibile ricevere la grazia), unità di regime (chi si ribella ai legittimi Pastori, rappresentanti di Cristo, si ribella a Cristo e si stacca poi dalla Chiesa). Né è lecito meravigliarsi, se le sètte protestanti si moltiplicano a dismisura e si dividono e si suddividono all’infinito, perché anche un membro avulso dall’organismo si decompone fatalmente. b) La Chiesa dev’essere SANTA, senza macchia ed immacolata. Santo è il capo (Gesù Cristo); santo è lo Spirito che ne è l’anima; santa è la dottrina; i Sacramenti, poi, diffondono la santità; ed i membri della Chiesa, quando sono membri vivi ed hanno la grazia, sono e vengono chiamati «santi» dalla Scrittura. È forse possibile concepire diversamente le cose, se si tiene conto che tutto l’ordine soprannaturale ha per scopo la nostra santificazione per i meriti di Gesù Cristo e con la grazia dello Spirito Santo? c) La Chiesa è CATTOLICA, ossia universale, non in un senso assoluto (poiché anche Cristo predisse le persecuzioni contro di essa), ma in un senso relativo. Cristo, il dominatore del mondo, ha il suo Corpo mistico, che di fatto in sé raccoglie membra appartenenti a tutte le parti della terra, e di diritto deve radunare l’umanità intera. d) Finalmente, la Chiesa è APOSTOLICA, in quanto dagli Apostoli (che, dopo la pietra angolare del Fondatore divino, ne furono il primo fondamento) ad oggi e per sempre, in una successione ininterrotta, Cristo vive in essa e la governa e la dirige. Non separazione fra la terra e il Cielo, tra gli uomini e Dio; non trincee fra gli uomini, quasi dovessero vivere in un individualismo egoistico; non divisione nello spazio e nel tempo; ma, al contrario, il trionfo dell’unità e dell’amore, secondo la preghiera di Gesù: «Ut unum sint... che tutti siamo una cosa sola, come io e Te, o Padre, siamo uno». Da questo punto centrale è necessario prendere le mosse per delucidare le varie dottrine. La Tradizione non può essere rifiutata, perché altro non è se non una conseguenza di questa concezione della Chiesa, per perpetuantesi nei secoli. La sconfitta dei nemici della Chiesa, il «portae inferi non praevalebunt», l’indefettibilità vengono a risplendere di luce meridiana: chi mai potrà vincere il Cristo, vivente nella sua Chiesa? La potestà di Magistero, di Ministero, di Regime della Chiesa sono conseguenze dirette, sgorganti dai principi posti. Così pure, la Chiesa è infallibile, perché altrimenti bisognerebbe dire che può sbagliare il suo capo Gesù Cristo. E - per volare ad una questione pratica - le meraviglie dell’apostolato cristiano, mediante, ad es., l’eroismo dei nostri missionari, appaiono con la loro vera fisionomia. Soprattutto, dalla semplice ed elementarissima esposizione del Catechismo che stiamo facendo, un effetto pratico non può a meno di conseguire: l’amore a Gesù Cristo mediante l’amore alla Chiesa. Non si può amare il Capo, se si disprezzassero o si colpissero le sue membra. È appunto l’amore a Cristo, che infonde forza, entusiasmo e generosità in tutti coloro che lavorano per la Chiesa, che si sacrificano, […] che pregano e lottano per le sue vittorie. Ben noti sono gli sforzi generosi che da tempo si vanno facendo per poter preparare - sia pure inizialmente - l’unione delle “chiese” separate con la Madre comune. Anche sul letto delle sue ultime agonie, il Card. Désiré Mercier offriva a Lord Halifax il suo anello d’oro, simbolo ed augurio di una futura unità. In tutto il mondo s’alzano preghiere e si compiono sacrifici, per affrettare l’adempimento di ciò che disse il Maestro divino: «Ho altre pecore, che non sono di questo ovile; anche quelle bisogna che io guidi, e daranno ascolto alla mia voce, e si avrà un solo ovile ed un solo pastore».

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