• Da fanciullo il padre Efrem ebbe questo sogno, o questa visione: una vite usciva dalla sua bocca e cresceva e riempiva tutta la terra ed era tutta piena di grappoli; e vennero tutti gli uccelli del cielo e mangiarono del frutto della vite. Ma, più mangiavano e più i suoi frutti si moltiplicavano (168b; PJ XVIII, 5).

• Un’altra volta uno dei santi ebbe questa visione: una schiera di angeli scendeva dal cielo su comando di Dio e aveva in mano un rotolo, ossia un volume scritto di dentro e di fuori. E si chiedevano: «A chi dobbiamo affidarlo?». Gli uni dicevano: «A questo», gli altri: «A quest’altro», ma infine si risolsero e dissero: «Davvero sono santi e degni, ma a nessuno può essere affiliato questo libro se non a Efrem». Quindi l’anziano vide che consegnarono il volume a Efrem; all’alba, quando si alzò, udì come una fontana che zampillava dalla bocca di Efrem mentre componeva, e seppe così che proveniva dallo Spirito Santo ciò che usciva dalle labbra di Efrem (168bc; PJ XVIII, 6).

• Un giorno in cui Efrem passava per strada, uscì da un’imboscata una meretrice per tentarlo a una turpe unione o per farlo almeno adirare, poiché mai nessuno l’aveva visto in preda all’ira. Egli le disse: «Seguimi». Quando furono giunti in un luogo molto affollato, le disse: «Qui, in questo luogo, fa’ quello che vuoi». Ma lei, vedendo la folla, disse: «Come possiamo fare questo di fronte a tanta gente, senza vergognarci?», ed egli a lei: «Se ci vergogniamo degli uomini, tanto più dovremmo vergognarci di Dio, che scruta nei segreti delle tenebre!». Ed essa, piena di vergogna, si allontanò senza aver compiuto ciò che voleva (168cd; P/X, 21).

Tratto da Vita e detti dei Padri del deserto, edizione Città Nuova, 1999.

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