• Raccontavano del padre Isidoro, presbitero a Scete, che se qualcuno aveva un fratello ostinato e debole, oppure negligente e protervo, e voleva cacciarlo, egli diceva: «Portatemelo qui». Lo accoglieva e con la sua pazienza lo salvava (220bc; PJ XVI, 5). • Un fratello domandò al padre Isidoro: «Come mai i demoni ti temono tanto?». Disse: «Perché da quando sono monaco mi sforzo di non permettere all’ira di salirmi alla gola» (PJ IV, 22). • Disse il padre Isidoro: «Da quarant’anni sento dentro di me il peccato, ma non ho mai consentito né alla concupiscenza né all’ira» (PJ IV, 23). • Il padre Isidoro disse: «Quando ero giovane e stavo nella mia cella, non avevo limiti alla preghiera: per me era tempo di preghiera la notte come il giorno» (220cd; P] XI, 17). • (...) Il medesimo padre Poemen raccontò che i pensieri suggerivano al padre Isidoro: «Sei un grande uomo»; ed egli diceva loro: «Assomiglio forse al padre Antonio? O sono diventato proprio come il padre Pambone o come gli altri padri che sono piaciuti a Dio?». Con queste obiezioni si metteva in pace. Quando l’ostilità dei demoni lo portava allo sconforto facendogli temere di essere gettato, dopo tutto questo, all’inferno, diceva loro: «Dovessi anche essere gettato all’inferno, troverei sempre voi sotto di me!». • Il padre Isidoro raccontò: «Sono andato un giorno al mercato a vendere dei piccoli oggetti. Ma quando ho visto che si stava avvicinando a me l’ira, ho abbandonato la merce e sono fuggito» (22lb). • Un giorno il padre Isidoro si recò dal padre Teofilo arcivescovo di Alessandria; quando ritornò a Scete, i fratelli gli domandarono: «Com’è la città?». Disse: «Vi assicuro, fratelli, che non ho visto il volto di nessuno, tranne che dell’arcivescovo». A queste parole rimasero atterriti e gli dissero: «Padre, sono stati forse vittime tutti di una catastrofe?». Egli disse: «No, affatto! Ma io non sono stato vinto dal pensiero di guardare qualcuno». A queste parole furono presi da ammirazione e si rafforzarono nel proposito di custodire i loro occhi dal guardarsi attorno. • Lo stesso padre Isidoro disse: «Questa è la scienza dei santi, la conoscenza della volontà di Dio: quando obbedisce alla verità (Cf. I Pt., 1, .22), l’uomo è al di sopra di tutto, perché egli è immagine e somiglianza di Dio (Cf. Gn., 1, 26). Di tutti gli spiriti, il più terribile è seguire il proprio cuore, cioè il proprio pensiero e non la legge di Dio. Questo alla fine diventa afflizione per l’uomo, perché non ha conosciuto il mistero di Dio, né ha trovato la via dei santi, per operare in essa. Ma ora è tempo di agire per il Signore (Sal.,118, 126), perché la salvezza è nel tempo della tribolazione (Cf. Sap., 2, 11). È scritto infatti: Con la vostra sopportazione acquisterete le anime vostre (Lc., 21, 19» (221c). • Il padre Poemen diceva anche, a proposito del padre Isidoro, che quando parlava ai fratelli in chiesa, diceva questa sola parola: «Fratelli, è scritto: - Perdona al tuo prossimo, per ricevere anche tu il perdono» (S 1). 

Tratto da Vita e detti dei Padri del deserto, edizione Città Nuova, 1999.

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