Raccontavano ancora  che il padre Agatone una volta si recò in città per vendere della merce, e trovò in piazza un forestiero che giaceva in terra malato, senza nessuno che si curasse di lui. L’anziano rimase con lui, prendendo una cella in affitto e pagando l’affitto col prezzo del lavoro manuale; i soldi che gli restavano li spendeva per la cura del malato. Rimase con lui quattro mesi, finché il malato non si fu ristabilito. Allora l’anziano ritornò alla sua cella in pace (116cd). Il padre Daniele raccontava che i suoi padri vivevano con l’abate Agatone, prima che il padre Arsenio venisse a vivere con loro. L’abate Agatone amava il padre Alessandro, perché era un asceta e nello stesso tempo un uomo dolce. Ora, accadde che tutti i fratelli lavavano i giunchi nel fiume, e il padre Alessandro li lavava con grande calma. Gli altri fratelli dissero all’anziano: «Il padre Alessandro non fa niente». Ed egli, volendo correggerli, disse a lui: «Fratello Alessandro, lavali bene, perché sono fili di lino». Udendo ciò, egli si rattristò; ma in seguito l’anziano lo consolò col dirgli: «Credi che non sappia che lo fai bene? Ma ti ho detto questo di fronte a loro per guarirli dal loro pensiero con l’esempio della tua obbedienza, fratello» (116d-117a). Raccontarono che il padre Agatone si sforzava di adempiere ogni comandamento: se saliva su un’imbarcazione, imbracciava per primo il remo; quando dei fratelli si recavano da lui, subito dopo la preghiera apparecchiava la tavola con le sue mani. Era infatti pieno d’amore di Dio. Quando fu vicino alla morte, rimase tre giorni con gli occhi aperti, immobili. I fratelli lo scossero dicendogli: «Padre Agatone, dove sei?». Dice loro: «Sono dinanzi al giudizio di Dio». Ed essi: «Anche tu hai timore, padre?». Dice loro: «Ho cercato finora con tutte le mie forze di osservare i comandamenti di Dio; ma sono un uomo. Come posso sapere se la mia opera è stata gradita a Dio?». «Non hai fiducia nelle tue opere - dicono i fratelli - che esse siano secondo Dio?». Dice loro l’anziano: «Non mi sento sicuro di nulla fino a che non avrò incontrato Dio; una cosa infatti è il giudizio di Dio e un’altra quello degli uomini». Poiché volevano interrogarlo ancora, disse loro: «Fatemi la carità di non parlarmi più, perché sono occupato». E morì nella gioia. Lo videro salire al cielo nell’atteggiamento di chi saluta i propri amici e parenti. Aveva avuto grande vigilanza in ogni cosa, e soleva dire: «Senza una grande vigilanza, l’uomo non progredisce nemmeno in una virtù» (117bc; PJ XI, 2b). Da Op. cit., edizione Città Nuova, 1999.

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