Miniatura Concilio Costantinopoli II

Pillola settimanale di Magistero

• Se alcuno difende gli empi scritti che Teodoreto scrisse contro la vera fede, contro il primo, santo Concilio di Efeso, contro San Cirillo e i suoi dodici anatemi, e tutto ciò che egli [Teodoreto] compose in difesa di Teodoro e di Nestorio, empi, e degli altri che professano le loro idee, e li accettano, e accettano la loro empietà, e a causa di essi chiama empi i dottori della Chiesa, quelli, cioè, che professano l’unione secondo l’ipostasi del Verbo di Dio; se, dunque, costui non anatematizza gli empi scritti suddetti, e coloro che hanno principii simili a questi, o li hanno avuti, e quanti hanno scritto contro la retta fede, e contro Cirillo, uomo santo, e i suoi dodici capitoli, e chi muore in tale empietà, costui sia anatema.

• Se qualcuno difende la lettera che si dice essere stata scritta da Iba al persiano Mari, che nega che il Dio Verbo, incarnatosi nella santa madre di Dio e sempre vergine Maria, si sia fatto uomo, e afferma che da essa sia nato un semplice uomo, che chiama tempio, in modo che altro sia il Dio Verbo, altro l’uomo; e accusa San Cirillo, il quale ha predicato la vera fede dei cristiani, di essere eretico e di avere scritto come l’empio Apollinare; e rimprovera il primo santo Concilio di Efeso, quasi che abbia senza sufficiente giudizio e discussione condannato Nestorio e definisce i dodici punti di San Cirillo empi e contrari alla retta fede, questa lettera, empia essa stessa, prende le difese di Teodoro e di Nestorio e dei loro empi scritti e dottrine. Se, quindi, qualcuno difende questa lettera, e non anatematizza essa e quanti la difendono, e quanti dicono che essa, o anche una sua parte, è retta; e quelli che hanno scritto e scrivono in suo favore o a favore delle empietà che essa contiene, o tentano di giustificarla con tutte le sue empietà in nome dei santi padri e del santo Concilio di Calcedonia, e sono rimasti fermi in queste idee fino alla morte, costui sia anatema.