Gli anatemi del Concilio di Trento

Pillola settimanale di Magistero

Gli anatemi del Concilio di Trento, numeri 6 e 7. Chi nega che per la grazia del signore nostro Gesù Cristo, conferita nel battesimo, sia rimesso il peccato originale, o anche se asserisce che tutto quello che è vero e proprio peccato, non viene tolto, ma solo cancellato o non imputato (cf. Sant’Agostino, Contra duas epistolas Pelagianorum I, 13) sia anatema. (...) Questo santo sinodo confessa che tuttavia nei battezzati rimane la concupiscenza o passione. Ma, essendo questa lasciata per la lotta, non può nuocere a quelli che non acconsentono e che le si oppongono virilmente con la grazia di Gesù Cristo. Anzi, chi avrà combattuto secondo le regole, sarà coronato (II Tm. 2, 5). Il santo sinodo dichiara che mai la Chiesa cattolica ha inteso che venga chiamato «peccato» la concupiscenza, qualche volta chiamata dall’Apostolo peccato (cf. Rm. 7, 14, 17, 20), per il fatto che nei rinati alla grazia non è un vero e proprio peccato, ma perché ha origine dal peccato e ad esso inclina. Chi pensasse il contrario sia anatema.