Un gentiluomo di nome Giovanni del Franco, di San Lucido, ritornava un giorno da un suo podere sito in quel di Fiumefreddo. Gli era stato offerto in dono un agnello morto sgozzato e, per trasportarlo in famiglia, l’aveva legato dietro la sella del suo cavallo.

Essendo solo per il viaggio, cominciò a pensare intorno a ciò che si raccontava di San Francesco da Paola. «Ma è proprio possibile - diceva tra sè Giovanni - ma è proprio possibile che quell’uomo così semplice possa sbalordire coi miracoli il nostro tempo? Io non ci posso credere. E poi con questi miei occhi non vidi ancora nessun miracolo operato dal Beato Francesco, come lo va chiamando il popolo ignorante. Del resto, crederei a tutti i miracoli di quel Beato, se egli adesso mi potesse far rivivere quest’agnello, che ucciso mi porto a casa».

Detto questo, comincia ad atteggiare le labbra ad un sorrisetto maligno. Sprona intanto il cavallo per poter consumare al pranzo di mezzogiorno l’agnello regalatogli.

Ma che avviene? Egli sente un belato pietoso. Guarda per osservare se in quei luoghi pascolino pecore, ma non si scorge neppure l’orma d’una pecora. Il pietoso belato continua. Tende meglio gli orecchi e si persuade che quel belato viene proprio da dietro le sue spalle. Salta di sella e vede l’agnello non più morto, ma vivo. Lo guarda sbalordito, lo palpa, vuole vedere la ferita che toccò al collo quando venne ucciso, e non la trova. Rimonta in sella gridando: «Francesco è davvero un Santo!».

Simili a quel Giovanni del Franco sono tantissimi liberi calunniatori di Gesù Cristo, della Chiesa cattolica, dei Santi, dei miracoli e di tutto ciò che non appartiene alla vile e sozza materia. Questi signori vanno dicendo soventi volte ch’essi «se vedessero i miracoli, crederebbero». Ma noi siamo persuasi che, alla vista dei miracoli, non si comporterebbero come Giovanni del Franco.

All’uomo ricco che vestiva di porpora, che banchettava lautamente e scacciava il povero Lazzaro, viene detto: «Se (i tuoi fratelli) non ascoltano Mosè ed i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi». Ammonisce inoltre il Signore: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!».

(Tratto da Giacinto Belmonte cappuccino, Op. cit., 1887, con permesso dei Superiori, vol. II, pagine 394 - 396).

A cura di Carlo Di Pietro

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