San Paolo, il quale ebbe i natali nella Tebaide inferiore, fu il padre ed il maestro di tutti quei solitari che presero il nome di «eremiti». All’età di soli quindici anni San Paolo rimase privo del padre e della madre, e, voltate le spalle al mondo, si incamminò lungo la via del deserto. Una palma, ai piedi della quale sgorgava una piccola sorgente d’acqua, lo servì con l’ombra e con le foglie. Egli ne fece uso fino alla morte, la quale lo liberò da questo mondo quando aveva raggiunto l’età di centotredici anni. Sant’Antonio Abate andò a visitare Paolo pochissimo tempo prima che questi morisse e, mentre i due grandi personaggi parlavano degli argomenti più sublimi, del cielo un corvo portò loro un pane. San Paolo allora gridò meravigliato: «Fratello, guarda come si mostra grande e benigna la misericordia di Dio con noi! Sono già sessant’anni che io ogni giorno ricevo dal corvo un mezzo pane, ed oggi, perchè ho te come ospite, il carissimo corvo me ne viene a recare un intero pane». Conclude il P. Belmonte: «Certi burattini del secolo decimo-nono hanno voluto spargere il ridicolo sul fatto del corvo di San Paolo. Poveretti!». (Tratto da Giacinto Belmonte cappuccino, Racconti miracolosi, 1887, con permesso dei Superiori, vol. II, pagine 314-315).

A cura di Carlo Di Pietro

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