Il primo miracolo che fece in questo mondo l’incarnato Figliuolo di Dio fu quello delle celebri nozze, nelle quali l’acqua venne mutata in vino. San Francesco d’Assisi, immagine perfettissima del Divino Maestro, operò anch’egli, apparentemente per scherzo, un simile portento. Il sublime Poverello si trovava  gravemente infermo nell’eremo cosiddetto di San Urbano. Un giorno sentì un estremo bisogno di bere un pochino di vino buono e generoso, tanto per richiamare in vigore le forze quasi totalmente smarrite. Con maniere cortesissime chiese ai poveri suoi Frati del vino, tuttavia essi, con gran dolore, dovettero rispondere che il vino nell’ospizio non s’era mai veduto. Allora San Francesco, mostrando d’essere contentissimo della povertà dei suoi Frati, disse: «Recatemi almeno un poco d’acqua». L’acqua fu prontamente portata all’ammalato. Il Santo infermo alzò la scarna mano, benedisse quell’acqua ed essa subito si cambiò in vino squisito. Dopo averne gustato, disse: «Benediciamo il Signore; sono perfettamente guarito!». Il Dio dell’universo permise che in quell’eremo l’acqua venisse cambiata in vino per rendere un premio alla povertà di San Francesco e dei suoi Frati. (Tratto da Giacinto Belmonte cappuccino, Racconti miracolosi, 1887, con permesso dei Superiori, vol. II, pagine 352-353).

A cura di Carlo Di Pietro

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