Nell’anno 1885 la Madre di Dio, sebbene anche tenerissima Madre dei peccatori, non poté soffrire l’insulto ricevuto da un empio sacrilego e lo punì severamente. Sentite che cosa racconta un diario non cattolico, ma liberale fradicio. «Giornali Portoghesi, non sospetti di clericalismo, riferiscono che a Porto si stava modificando in palazzo di Borsa l’antico convento di San Francesco, e che in questa occasione un notissimo avvocato di quella città, che dirigeva i lavori, volle anche invadere e profanare l’antica chiesa, per convertirla in camera di commercio. Per questo occorreva aprire una porta, abbattendo un altare dedicato a Maria Santissima. Gli operai si negarono recisamente all’opera sacrilega. Ma il miscredente avvocato, preso il piccone, diede mano al lavoro, lanciando innanzitutto un colpo sul petto dell’ immagine della Madre di Dio. Immediatamente fu visto retrocedere e dare un grido spaventoso. Lo sciagurato era rimasto d’un tratto cieco. L’ altare non fu più distrutto». Che la Madonna apra gli occhi dell’anima a quello sciagurato! Da certi increduli “insatanassati” e da certi cattolici di poca fede e di pochissima esperienza si va dicendo che nell’epoca presente il Cielo fa il sordo e non si vendica di coloro che l’insultano. Ma il Cielo quasi ogni giorno reclama le sue vendette, e solamente i ciechi non possono vedere queste vendette. (Tratto da Giacinto Belmonte cappuccino, Racconti miracolosi, 1887, con permesso dei Superiori, vol. II, pagine 232-233).

A cura di Carlo Di Pietro

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