Torno ad usare il giurista Carlo Francesco D’Agostino (Centro Politico Italiano). Stiamo studiando il Quaderno n° 8 della Nuova Alleanza, dove il Cavaliere intende «chiarire alcune verità che - a suo dire - con imponenti mezzi si è riusciti a far ignorare o dimenticare, ma che sono la spiegazione di tutto» il dramma socio-politico moderno.

Parte con la guerra 1939-1945. «Adolfo Hitler - sostiene D’Agostino - per la frenetica esaltazione nazionalistica che aveva saputo infondere nel Popolo Tedesco, e per la lusinga ingannevole dell’accordo con la Russia bolscevica, aveva aggredito (…) la Polonia». Cosicché «ne seguì il conflitto europeo e poi mondiale». Tuttavia «sarebbe ingiusto esentare da responsabilità le Potenze che venti anni prima, a Versailles, avevano imposto alla Nazione Germanica (…) condizioni estremamente vessatorie».

Passiamo a Benito Mussolini: «Ubriacato da vanità imperialistica, aveva commesso la follia di far entrare in guerra l’Italia», nonostante gli elevati ammonimenti che ricevette. Anche una suora gli scrisse anticipando «l’èsito fatale che puntualmente si sarebbe realizzato».

Sbaglierebbe chi volesse «dimenticare la corresponsabilità del settarismo anticristiano internazionale, che aveva montato quella campagna mondiale contro l’Italia, col pretesto del Fascismo, che altro non era se non una vendetta massonica per il riavvicinamento della politica italiana al Cattolicesimo».

L’asse americano-sovietico vinse la guerra, «ma a prezzo molto caro». Francia ed Inghilterra «uscirono stroncate», per non parlare della «tragica situazione in cui si era venuta a trovare la Russia per lo sterminio di vite umane e di beni».

Esclama D’Agostino: «Un Popolo Italiano unito e guidato da coscienze illuminate e volontà vigorose, sarebbe potuto “cadere in piedi”, per poi riparare gli errori di ottant’anni di preteso “Risorgimento”: ma non avevamo meritato una così grande grazia».

Agli Americani fu davvero facile «atteggiarsi a nostri Maestri in campo politico» e «raggirare le ignare masse imponendoci un regime di presunta “libertà e democrazia”». Solo un’autorevole voce si «levò a protestare» e fu «quella del Papa Pio XII, che non tardò a deplorare dove fossero andate a finire le “quattro libertà” conclamate da Roosevelt». Ci vennero «imposti al Potere i falliti esponenti del regime prefascista», ai quali gli Americani «accordarono ogni sorta di privilegi ed i Russi di appoggi».

Determinante fu il «funesto fuorviamento» manifestatosi, contro il Pontefice e contro la Chiesa, in alcuni «alti ranghi ecclesiastici», traboccanti di modernismo sociale, per favorire il «partito a-cattolico D.C.».

D’Agostino denuncia «l’appariscente pluralità di Partiti tra di loro ipocritamente contrastantisi ma la cui reale intesa ai danni del nostro Popolo è stata da ultimo confermata dalla scandalosa Legge con cui si sono reciprocamente finanziati a carico del Bilancio dello Stato». Ancora: «La perfidia di un sistema elettorale che favorisce un monopolio politico per quelle Formazioni che hanno già acquisito forti rappresentanze parlamentari». Biasima «la complicità della grande Stampa di informazione, sia per settarismo che per fuorviamento ideologico o per venalità». Infine la «penosa rinuncia», da parte di alcuni uomini di Chiesa, «a propugnare una Politica cristiana ed uno Stato Cristiano». Tutto questo, sostiene il compianto autore, «ha costituito una spaventosa trappola per il Popolo Italiano, che ne subisce le durissime conseguenze».

Largamente condivido anche la sua conclusione: «Non si vuol fare un processo alle intenzioni di chi ha recato così immane danno alla nostra Patria. Ma, se si vuol condurre l’Italia (…) ad una conseguente vera rinascita civile, politica, economica», è necessario «mettere in chiara luce per quale insieme di sopraffazioni ed abusi, e di miserabile congiura del silenzio, sia stato possibile accreditare la D.C. quale preteso Partito di ispirazione cristiana».

Il predominio indiscusso della Democrazia Cristiana per quasi cinquant’anni ha, per concludere e difatti, quasi totalmente spazzato via, anche dalla memoria delle persone volenterose, i veri principii di Dottrina politica cristiana. Il cosiddetto Vaticano Secondo, con la sua rivoluzione ateizzante, ha coadiuvato e sta completando l’opera nefasta. 

Prosegue …

A cura di Carlo Di Pietro da Il Roma