Comunicato numero 74. Storia della religione parte 4

Stimati Associati e gentili Sostenitori, stiamo usando il «Catechismo maggiore» di Papa san Pio X, «Sunto di storia del Nuovo Testamento». Prima di iniziare faccio presente che i numeri 74, 75 e 76 del nostro SVRSVM CORDA® saranno pubblicati in versione ridotta, ossia di 4 e non di 8 pagine. A Dio piacendo, dal numero 77 - del 10 settembre 2017 - riprenderemo con l’abituale formato. Inizio della citazione.

• Annunciazione della Vergine Maria. Durante il regno di Erode, detto il grande, viveva in Nazaret, piccola città della Galilea, una santissima Vergine di nome Maria, sposata a Giuseppe, che il Vangelo chiama uomo giusto. Sebbene entrambi fossero discendenti dai re di Giuda, e quindi della famiglia di Davidde, tuttavia erano poveri, e guadagnavansi il vitto col lavoro. A questa Vergine fu mandato da Dio l’arcangelo Gabriele, il quale la salutò piena di grazia, e le annunciò che Ella sarebbe divenuta madre del Redentore del mondo. Alla vista ed alle parole dell’Angelo turbossi in prima Maria; ma poi, da lui rassicurata, rispose: «Ecco l’ancella del Signore, si faccia di me secondo la tua parola». In quello stesso momento il Figliuol di Dio, per opera dello Spirito Santo, s’incarnò nel seno purissimo di Lei, e restando vero Dio, cominciò ad essere vero uomo. Così ebbe principio la redenzione del genere umano.

• Visita a santa Elisabetta e nascita di san Giovanni Battista. Nel colloquio coll’Arcangelo, Maria aveva inteso che sua cugina Elisabetta, moglie ad un sacerdote, chiamato Zaccaria, doveva, sebbene avanzata in età, avere un figlio. Con santa sollecitudine andò Maria a trovare la cugina sulle montagne della Giudea, per congratularsi con lei, e sopratutto per servirla, come fece per tre mesi, quale umile ancella. Si fu in quell’occasione che Maria, rispondendo al saluto della cugina che, ispirata dallo Spirito Santo la salutava Madre di Dio, uscì in quel sublime cantico - Magnificat - che sovente canta la Chiesa. Il figlio di Elisabetta fu Giovanni Battista, il santo precursore del Messia.

• Nascita di Gesù Cristo e circostanze di quel grandissimo avvenimento. In quel tempo venne pubblicato un editto, per cui l’imperatore Cesare Augusto ordinava che dovesse farsi il censimento di tutte le persone soggette all’impero romano, e che quindi tutti dovessero andare a farsi registrare ciascuno nella città da cui traeva origine. Maria, e Giuseppe, per essere della casa e famiglia di Davidde, dovettero andare nella città di Betlemme, ove Davidde aveva avuto i natali; ma non vi essendo più luogo per loro negli alberghi a cagione della grande moltitudine venuta a dare il nome, si ripararono in una specie di spelonca, che serviva da stalla, non lungi dalla città. Fu là che, in sulla mezzanotte, il Figliuolo di Dio, fattosi uomo per salvare gli uomini, nacque da Maria Vergine, la quale lo involse in poveri panni e lo collocò a giacere nel presepio, ossia nella mangiatoia degli animali. In quella notte stessa un Angelo comparve ad alcuni pastori, che vegliavano in quei contorni alla custodia del gregge, e loro annunziò che era nato il Salvatore del mondo. I pastori accorsero stupefatti alla stalla, trovarono il Santo Bambino e per primi lo adorarono.

• Obbedienza di Gesù e della santissima Madre sua alla legge. L’ottavo giorno dopo la nascita, per ubbidire alla legge, il Bambino fu circonciso, e gli fu imposto il nome di Gesù, così come aveva indicato l’Angelo a Maria, quando le aveva annunziato il mistero dell’incarnazione. Ed ancora in ossequio alla legge, Maria, benché non vi fosse obbligata, nel quarantesimo giorno si presentò con Gesù nel tempio, per la cerimonia della purificazione; offrendo per sé il sacrifizio delle povere donne, un paio di tortore o di colombelle; e per Gesù il prezzo del riscatto. V’era nel tempio un santo vecchio di nome Simeone, il quale aveva avuto rivelazione dallo Spirito Santo che non sarebbe morto prima di vedere il Cristo del Signore. Egli si recò in braccio il divin Fanciullo, e riconoscendolo per suo Redentore, pieno di giubilo lo benedisse e lo salutò con quel tenero cantico - Nunc dimittis - che la Chiesa canta sul fine dell’ufficio di ciascun giorno. In quell’ora stessa sopravvenne una piissima e vecchia vedova, la quale vedendo il divin Bambino ne giubilò nel suo cuore, e in seguito parlava di esso a tutti quelli che aspettavano la redenzione di Israele.

• I Magi. Qualche tempo dopo la nascita di Gesù entrarono in Gerusalemme tre Magi, ossia Sapienti, venuti dall’Oriente, domandando dove era nato il Re dei Giudei. Stando nel loro paese avevano osservato una stella straordinaria, e dalla medesima, secondo un’antica profezia nota nell’Oriente, avevano conosciuto che doveva esser nato nella Giudea l’Aspettato dalle genti; ispirati da Dio, seguendo il cammino indicato dalla stella, erano venuti ad adorarlo. Regnava allora in Gerusalemme Erode, detto il grande, uomo ambizioso e crudele. Questi alle parole dei Magi turbossi molto; s’informò dai prìncipi dei sacerdoti in qual luogo doveva nascere il Messia e, saputo che il luogo indicato dai Profeti era Betlemme, vi mandò i Magi raccomandando loro di ritornare prontamente da lui, simulando di voler anch’egli portarsi ad adorare il nato Bambino. I Magi partirono; e tosto la stella (scomparsa sopra Gerusalemme) riapparve ad essi, guidandoli alla dimora del Divino Infante in Betlemme, sopra la quale si fermò. Essi vi entrarono, e trovato il Bambino con Maria sua Madre, si prostrarono, l’adorarono, ed aperti i loro tesori, gli offrirono oro, incenso e mirra, riconoscendolo come re, come Dio, e come uomo mortale. Nella notte poi, avvertiti in sogno di non ripassare da Erode, per altra via ritornarono nel loro paese.

• Strage degli innocenti e fuga in Egitto. Erode aspettò inutilmente i Magi; vedendosi deluso, adirossi moltissimo, e nella barbara sua astuzia sperando di colpire anche Gesù, mandò ad uccidere tutti i fanciulli dai due anni in giù, che si trovavano in Betlemme e nei suoi dintorni. Antecedentemente però un Angelo era apparso in sogno a Giuseppe, per avvisarnelo e per ordinargli di fuggire in Egitto. Giuseppe immediatamente ubbidì: e con Maria e Gesù andò in Egitto, dove stette fino alla morte di Erode; dopo la quale avvisato nuovamente dall’Angelo, ritornò, non a Betlemme nella Giudea, ma a Nazaret nella Galilea.

• Disputa di Gesù nel tempio. Quando Gesù giunse all’età di dodici anni, fu condotto dai parenti a Gerusalemme per le feste di Pasqua, che duravano sette giorni. Finite le feste, secondo l’uso, Maria con le donne e Giuseppe con gli uomini, se ne partirono per Nazaret. I fanciulli erano ammessi a viaggiare tanto cogli uomini, quanto colle donne. Riunitisi dopo un giorno di cammino Maria e Giuseppe s’accorsero che Gesù non era né coll’uno né coll’altra. Dopo averlo cercato invano fra i congiunti ed i conoscenti, afflitti rifecero tosto la strada di Gerusalemme e, trovatolo il terzo giorno nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, in atto di interrogarli e di ascoltarli, la Madre dolcemente chiesegli, perché si fosse fatto cercare così. - La risposta ch’Egli diede fu la prima dichiarazione della sua divinità: E perché mi cercavate? Non sapevate voi che nelle cose, che riguardano il padre mio, fa d’uopo che io mi trovi? Dopo ciò egli se ne ritornò con loro a Nazaret; e da questo punto fino all’età di trent’anni il Vangelo più non ci riferisce alcun fatto particolare di lui, ma compendia tutta la storia di quel tempo in queste parole: «Gesù viveva nell’obbedienza di Maria e di Giuseppe, e cresceva in età, in sapienza ed in grazia appresso Dio ed appresso gli uomini». Per questo fatto, che Gesù passò in Nazaret il tempo della sua vita privata, Egli fu poi chiamato: Gesù Nazareno.

• Battesimo di Gesù e suo digiuno nel deserto. Giovanni, figlio di Zaccaria e di Elisabetta, destinato da Dio, come fu detto, ad essere il precursore del Messia, ed a preparare gli ebrei a riceverlo, si era ritirato nel deserto a far vita penitente. Venuta l’ora di dar principio alla sua missione, Giovanni, vestito di pelle di cammello con ai lombi una cintura di cuoio, uscì sulle sponde del fiume Giordano, e si diede a predicare ed a battezzare. Egli gridava: «fate penitenza, imperciocchè il regno de’ cieli è vicino». Un giorno fra la moltitudine gli si presentò pure Gesù, il quale, essendo giunto all’età di trent’anni, doveva cominciare a manifestarsi al mondo. In sulle prime Giovanni, che lo riconobbe, voleva ritirarsi, ma poi vinto dal comando di Gesù, lo battezzò. Ed ecco che, appena uscito Gesù dall’acqua si aprirono i cieli, lo Spirito Santo, in figura di colomba, discese Su di lui, e s’udì una voce che diceva: «questi è il mio Figliuolo diletto». Ricevuto il battesimo, Gesù fu dallo stesso Spirito Santo condotto nel deserto, dove passò quaranta giorni e quaranta notti a vegliare, digiunare e pregare. In quell’occasione egli volle essere in varie guise tentato dal demonio, per insegnare a noi a vincere le tentazioni.

• Primi discepoli di Gesù e suo primo miracolo. Dopo tale preparazione Gesù per dare principio alla sua vita pubblica, ritornò nei pressi del fiume Giordano, dove Giovanni continuava a predicare; questi, vedendolo venire esclamò: «Ecco l’Agnello di Dio, ecco Colui che toglie i peccati del mondo». Questa ed altre testimonianze a favore di Gesù, ripetute ancora il giorno dopo, determinarono due discepoli di Giovanni a seguire il divino Maestro, che in quel giorno li trattenne seco. Uno di questi di nome Andrea, abbattutosi in un suo fratello chiamato Simone, lo menò a Gesù, il quale, riguardatolo in faccia, gli disse: «tu sei Simone figlio di Giona; d’ora innanzi sarai chiamato Pietro». E questi furono i primi suoi discepoli. Molti altri ancora, o da lui invitati, come Giacomo, Giovanni, Filippo, Matteo, o mossi dalle sue parole, si diedero a seguirlo. In sul principio essi non si fermavano continuamente con lui, ma dopo aver ascoltato i suoi discorsi, ritornavano alle loro famiglie ed alle loro occupazioni: solamente qualche tempo dopo lasciarono tutto, per non più abbandonarlo. Con alcuni di essi fu un giorno invitato ad una festa di nozze in Cana di Galilea, alla qual festa era pure stata invitata Maria sua madre. Si è in tale occasione che, per intercessione della sua Santissima madre Maria, cambiò una gran quantità di acqua in squisitissimo vino. E questo fu il primo miracolo di Gesù, per cui egli manifestò la propria gloria e confermò nella fede i suoi discepoli.

• Elezione dei dodici Apostoli. Fra questi discepoli Egli ne scelse poi dodici, che chiamò Apostoli, perché fossero sempre con lui, e per mandarli a predicare; e furono, Simone cui dato aveva il nome di Pietro, e suo fratello Andrea, Giacomo e Giovanni figliuoli di Zebedeo, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo figlio di Alfeo, Giuda Taddeo, Simone Cananeo e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì. A capo dei medesimi apostoli Gesù Cristo elesse Simone, ossia Pietro, che doveva essere poi il suo Vicario in terra.

• Predicazione di Gesù. Accompagnato dagli Apostoli, e talora da loro preceduto, per tre anni continui percorse più volte tutta la Giudea e la Galilea, predicando il suo Vangelo e confortando le sue parole con un numero infinito di miracoli. Per lo più nei sabati entrava nelle sinagoghe ed insegnava, sebbene, presentandosene l’occasione e l’opportunità, non sdegnasse di dare in qualunque luogo i suoi ammaestramenti. Leggiamo infatti che le turbe lo seguivano, ed egli predicava non solo nelle case, sulle piazze, ma ancora all’aperta campagna, sui monti, nei deserti, in riva al mare, e persino dal mare, salendo sulla navicella di Pietro.

• Il celebre discorso delle otto beatitudini è chiamato appunto il discorso del monte, dal luogo dove lo pronunziò. Coll’esempio predicava non meno che colle parole. I discepoli, ammirati delle sue lunghe orazioni, lo supplicarono un giorno che insegnasse a pregare anche a loro: e Gesù loro insegnò la sublime orazione del Pater noster. Gesù nei suoi insegnamenti, per varie ragioni, tra le quali fu anche quella di adattarsi alla capacità della maggior parte dei suoi uditori, ed all’indole dei popoli orientali, si serviva ben sovente di parabole, ossia similitudini. Sono semplici e sublimi quelle del figliuol prodigo, del samaritano, del buon pastore, dei dieci talenti, delle dieci vergini, del ricco epulone, del fattore infedele, del servo che non vuol perdonare, dei vignaiuoli, dei convitati alle nozze, del grano di senapa, della semente, del fariseo e del pubblicano, degli operai, della zizzania ed altre notissime ai buoni cristiani, che assistono alla spiegazione del santo Vangelo, che si fa alla domenica nelle loro parrocchie. Prosegue ...