Comunicato numero 28. Pio XI, «Casti Connubii»: sul vero matrimonio e contro le sue contraffazioni

Stimati Associati e gentili Lettori, oggi parliamo di matrimonio, del vero vincolo e della vita coniugale secondo il dogma cattolico. Lo facciamo, senza alcun timore di sbagliare, studiando l’Enciclica Casti Connubii di Papa Pio XI, Vicario di Cristo in terra, infallibile nella docenza (cf. Pastor æternus), certissimi della solenne promessa di Nostro Signore Gesù Cristo: «Qui vos audit, me audit; et, qui vos spernit, me spernit; qui autem me spernit, spernit eum, qui me misit», ovvero: «Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza Colui che mi ha mandato» (Lc. X, 16). L’Enciclopedia Cattolica, Vaticano 1952, vol. III, coll. 1033 e 1034, ci riferisce: «Casti Connubii è un’Enciclica di Papa Pio XI, del 30 dicembre 1930, sul matrimonio cristiano (AAS, 22 [1930] pp. 539-90). L’argomento, sempre della più viva e vasta attualità in ogni tempo, riveste un’importanza tutta particolare ai nostri giorni. Per una parte, infatti, il divorzio è accolto in quasi tutte le legislazioni e praticato con la più scanzonata disinvoltura; l’adulterio è esaltato, o almeno trattato con un senso di deprecabile agnosticismo nei romanzi, nei teatri, nelle sale cinematografiche, nelle cronache giornalistiche; per l’altra, nuove teorie pseudoscientifiche si vanno diffondendo sotto pretesto di rinsaldare la razza o la salute pubblica, e un senso di malcompresa compassione pone nell’ombra verità sostanziali, conseguenze deplorevoli e fatali, dottrine inconcusse della rivelazione. In realtà tutto concorre a deprimere l’istituto familiare, compromettendo la pace e la serenità della casa, l’educazione dei figli e finisce con lo schiantare quella compagine che è la famiglia, frutto della natura e della Grazia santificante, voluta da Dio salda e inscindibile. Questo l’argomento, su cui verte l’Enciclica. La quale, richiamata quella di Leone XIII, Arcanum, del 10 febbraio 1880, entra nel vivo delle questioni, dividendo la trattazione in tre parti: 1. I tre beni del matrimonio: il bene della prole, che ne costituisce il fine primario, e dà ai genitori il diritto e il dovere grave di “accoglierla amorevolmente, nutrirla benignamente, educarla religiosamente”; il bene della fede, che costituisce l’unità dei coniugi, fondandolo su di un amore santo e puro, sull’aiuto vicendevole, morale e materiale, su di una gerarchia bene ordinata e compresa, secondo la quale il marito è il capo della famiglia, la moglie il cuore; il bene del Sacramento, che rappresenta l’unione inscindibile fra Cristo e la Chiesa, la quale inscindibilità arreca i migliori vantaggi per i coniugi stessi, i figli, la società. 2. La tempesta contro la santità del matrimonio, scatenata dagli egoismi e dalle passioni, accarezzati e coadiuvati dalla pseudoscienza: matrimoni temporanei, amichevoli, di esperimento; controllo delle nascite; aborto terapeutico, eugenica, sterilizzazione, difficoltà di convivenza; matrimoni misti, sopraffazione da parte di presunta autorità dello Stato. La condanna della Chiesa, su tutte queste aberrazioni, è chiara e inesorabile, fondata com’è e sull’aperta volontà di Dio, manifestata dalla rivelazione, e sulle fatali conseguenze che da quelle derivano. [Oggi rivolgiamo le nostre attenzioni a questa parte (la n° 2) prettamente apologetica, ndR] 3. La restaurazione della famiglia, ottenuta mediante il ritorno a quelle che sono le intenzioni divine: perciò i coniugi devono sempre pensare che la loro unione è il Sacramento di Cristo e della Chiesa; cercare di dominare le passioni con l’acquisto della padronanza di sé e soprattutto con la preghiera, apportatrice di forza e di luce. Occorre pure preparare i futuri sposi alle nozze; assistere le classi povere, praticare da parte dei privati e soprattutto dello Stato quelle provvidenze sociali, che assicurino a tutti un tranquillo e sereno benessere. Mezzo utile e desiderabile: la reciproca intesa fra Stato e Chiesa, da cui lo Stato non deve temere alcuna menomazione di diritti; esempio illustre: i Patti Lateranensi».

A cura di CdP

[Nella fotocomposizione della slide (usata per la nostra home page dal 2 ottobre 2016 al 9 ottobre 2016) è presente, come terza immagine a partire da sinistra, l'opera Casti connubii, Olio su tela, 50 X 40 cm, 2013. Intendiamo visivamente denunciare la drammatica corruzione degli innocenti provocata dalla negazione del dogma cattolico sul matrimonio, ndR]

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