LA MEDITAZIONE 5. Meditazione per il Martedì. DEL PECCATO MORTALEI. Considera come tu, creato da Dio per amare Dio, con ingratitudine d’inferno ti sei ribellato, Lo hai trattato da nemico, hai disprezzato la Sua grazia, la Sua amicizia. Conoscevi che Gli davi un gran disgusto con quel peccato, e l’hai fatto. Chi pecca che fa? Volta le spalle a Dio, Gli perde il rispetto, alza la mano per darGli uno schiaffo, affligge il cuore di Dio: Et afflixerunt spiritum sanctum ejus (Is. 63,10). Chi pecca dice a Dio col fatto: allontanateVi da me, non Vi voglio ricono­scere per mio Signore. Il mio Dio è quel piacere, quell’interesse, quella vendetta. Così hai detto nel tuo cuore, quando hai preferito la creatura a Dio. Santa Maria Maddalena de’ Pazzi non sape­va credere come un cristiano potesse ad occhi aperti fare un peccato mortale: e tu che leggi che dici? Quanti ne hai commessi? Dio mio, per­donatemi, abbiate pietà di me. Ho offeso Voi, Bontà infinita: odio tutti i peccati miei, Vi amo, e mi pento di averVi ingiuriato a torto, o Dio mio, degno di infinito amore.

II. Considera come Dio ti diceva quando pec­cavi: Figlio, io sono il tuo Dio, che ti creai dal niente, e ti ricomprai col mio sangue; Io ti proi­bisco di fare questo peccato sotto pena della mia disgrazia. Ma tu peccando dicesti a Dio: Signore, io   non voglio ubbidirVi, voglio pigliarmi questo gusto, e non mi importa che Vi dispiaccia, e ch’io perda la Vostra grazia. Dixisti: non serviam (Je. 2,20). Ah, mio Dio e ciò l’ho fatto più volte! Come mi avete sopportato? Oh fossi morto prima di averVi offeso! Io non voglio più disgustarVi, io Vi voglio amare, o Bontà infinita. Datemi Voi perse­veranza, datemi il Vostro santo amore.

III. Considera, che quando i peccati giungono ad un certo numero, fanno che Iddio abbandoni il peccatore: Dominus patienter expectat, ut cum judicii dies advenerit, in plenitudine peccatorum puniat (2 Mach. 6,14). Se dunque, fratello mio, sarai di nuovo tentato a peccare, non dire più: peccherò e poi me ne confesserò. E se Dio ti fa morire allora? E se Dio ti abbandona, che cosa ne sarà di te per tutta l’eternità? Così tanti si sono perduti. Anch’essi speravano il perdono, ma è venuta la morte e si sono dannati! Trema che lo stesso non avvenga di te. Non merita misericor­dia chi vuol servirsi della bontà di Dio per offen­derlo. Dopo tanti peccati che Dio ha perdonati, giustamente devi temere che ad un altro pecca­to mortale che farai Dio non ti perdoni più. RingraziaLo che t’ha aspettato finora. E fa in questo punto una forte risoluzione di soffrire prima la morte che fare un altro peccato. Dirai sempre da oggi innanzi: Signore, basta quanto Vi ho offeso. La vita che mi resta non la voglio spen­dere più a disgustarVi; no, Voi non lo meritate; la voglio spendere solo ad amarVi e a piangere le offese che Vi ho fatto. Me ne pento con tutto il cuore. Gesù mio, Vi voglio amare, datemene la forza. Maria, Madre mia, aiutatemi.

Frutto. -I. Farò spesso degli atti di pentimen­to, replicando: Gesù mio misericordia, mi pento d’averVi offeso, ve ne domando perdono.

II. Mi esaminerò, se siavi in me nessun affet­to disordinato il quale possa allontanarmi da Dio, e lo toglierò dal mio cuore.