Per riflettere sull'inquietante similitudine esistente tra i programmi della Massoneria e la situazione ecclesiale scaturita dal Vaticano II. La potente Loggia massonica dell'Alta Vendita, nell'Ottocento, auspicava di poter introdurre negli ambienti cattolici i principii fondamentali della sètta, quali il naturalismo e il relativismo religioso. L'ambizioso e temerario progetto intendeva conquistare alla causa dei «Fratelli», non solo dei sacerdoti e dei Vescovi imbevuti di questi errori, ma addirittura un Papa che, dal Soglio pontificio, avrebbe favorito e consolidato la penetrazione massonica (dei principii della Massoneria) in una società già anestetizzata e quasi incapace di reagire: ciechi che scambiano l’errore per la verità, le tenebre per la luce.

Effettivamente, questi principii, attraverso il cavallo di Troia del modernismo, sono penetrati in seno alla Chiesa, seppur fieramente combattuti da Papa San Pio X (1903-1914) e da altre eminenti figure del clero cattolico, quali il Cardinale Gaetano De Lai (1853-1928), Mons. Umberto Benigni (1862-1934), i Monsignori Andrea, Jacopo e Gottardo Scotton e don Paolo De Töht (1881-1965). Durante il Vaticano II, i seguaci del neomodernismo riuscirono ad imporre, alla maggioranza dei cattolici, gli errori già condannati dal Magistero di Pio IX (1846-1878), con l'Enciclica Quanta Cura, di San Pio X, con l'Enciclica Pascendi Dominici Gregis, e da Pio XII (1939-1958), con l'Enciclica Humani Generis. Dopo la morte di Pio XII, sul Trono di Pietro siedono dei personaggi che, effettivamente, insegnano delle dottrine di chiara matrice massonica (Qui approfondimenti). Introduzione tratta da L'istruzione permanente dell'Alta Vendita. Prosegue nel video: