La filosofia religiosa della Massoneria, sulle tracce segnate da Lessing, Herder e Fichte, pone tutte le religioni sul medesimo livello, considerando in esse non altro che il prodotto di quel dato grado di civiltà e di cultura che ha raggiunto il popolo che le professa; una tappa nel processo evolutivo dell’umanità, verso quella suprema meta in cui tutti gli uomini avranno raggiunto il possesso della «vera luce». La fede cristiana e cattolica, alla quale [alcune, ndR] vecchie corporazioni operative rimasero sempre tenacemente attaccate [almeno teoricamente, ndR], si è andata man mano dissolvendo, verso un perfetto agnosticismo religioso nella Massoneria latina, che ha detronizzato Dio e posto il Divin Redentore alla pari di tanti altri eroi dell’umanità. A dire di J. G. Findel, quella che per taluni sarebbe la vera filosofia della Massoneria non è in realtà che una tarda sovrapposizione dell’età del filosofismo alla genuina dottrina massonica, la quale consisterebbe nei «principi eterni e immutabili comuni a tutte le religioni», principi che ognuno ha diritto di vagliare e far suoi con «piena libertà di opinioni». [Il 15 agosto 1832 Papa Gregorio XVI promulga l’Enciclica «Mirari Vos» in cui condanna tutti i principi del liberalismo religioso e politico. 1) Condanna delle tesi di “rinnovamento”: «appare chiaramente assurdo ed oltremodo ingiurioso per la Chiesa proporsi una certa “restaurazione e rigenerazione”, come necessaria per provvedere alla sua salvezza ed al suo incremento, quasi che la si potesse ritenere soggetta a difetto, o ad oscuramento o ad altri inconvenienti di simil genere». 2) Condanna dell’indifferentismo religioso: «Veniamo ora ad un’altra sorgente trabocchevole dei mali, da cui piangiamo afflitta presentemente la Chiesa: vogliamo dire l’indifferentismo, ossia quella perversa opinione che per fraudolenta opera degl’increduli si dilatò in ogni parte, e secondo la quale si possa in qualunque professione di Fede conseguire l’eterna salvezza dell’anima se i costumi si conformano alla norma del retto e dell’onesto». 3) Condanna della libertà di coscienza, corollario del condannato indifferentismo: «Da questa corrottissima sorgente dell’indifferentismo scaturisce quell’assurda ed erronea sentenza, o piuttosto delirio, che si debba ammettere e garantire a ciascuno la libertà di coscienza: errore velenosissimo, a cui apre il sentiero quella piena e smodata libertà di opinione che va sempre aumentando a danno della Chiesa e dello Stato». 4) Condanna della separazione fra Stato e Chiesa:«Né più lieti successi potremmo presagire per la Religione ed il Principato dai voti di coloro che vorrebbero vedere separata la Chiesa dal Regno, e troncata la mutua concordia dell’Impero col Sacerdozio. È troppo chiaro che dagli amatori d’una impudentissima libertà si teme quella concordia che fu sempre fausta e salutare al governo sacro e civile», ndR]. Non dovendo la mente umana inchinarsi ad altre verità fuori di quelle ch’essa può da sé stessa indagare e comprendere, ne segue che la religione cattolica, con le sue verità rivelate positive e dogmatiche, va eliminata come tutto ciò che non soggiace al controllo della ragione e della scienza, e relegata fra i miti e le superstizioni [Papa Pio XII nella «Humani Generis», XIX Enciclica, agosto 1950, condanna le «false nuove teorie e opinioni che minacciano di sovvertire i fondamenti della dottrina cattolica». Lo fa, ovviamente, con sapienza e spiccata intelligenza, dimostrando, per di più, che non può esserci nessuna «inimicizia» fra fede e «vera scienza», ndR]. La stessa formula del Grande Architetto dell’Universo che troneggia sull’ara del tempio massonico, e il volume della Bibbia, per i più non rappresentano che residui e tradizioni ereditate dalle vecchie maestranze e non implicano la positiva credenza in un Dio personale e nella Rivelazione, ma solo una certa religiosità evanescente che ciascuno può intendere a modo suo. La meta che la Massoneria si propone di raggiungere è l’emancipazione dell’umanità da ogni sorta di schiavitù, civile, religiosa e morale. In ciò consiste il supremo grado di perfezione a cui il massone può e deve aspirare, attraverso il simbolismo e i misteriosi riti dell’«arte reale». I tre Gradi di «Apprendista», «Compagno» e «Maestro», nei quali si concreta in compendio tutta la grande piramide degli alti Gradi, corrispondono alle diverse tappe di questo cammino verso la «vera luce». Il primo grado rappresenta il passaggio dal mondo profano alle soglie del nuovo mondo; il secondo, che è simboleggiato dal passaggio fra le colonne di Booz e di Jakin, introduce nel tempio della pura umanità; il terzo, il cui simbolo consiste nel tracciare dei segni su di una tavola, fa del massone la pietra ormai atta per l’edificio della «perfetta umanità». A siffatte concezioni, circonfuse di un vago e vaporoso misticismo, vanno spesso congiunte altre pratiche esoteriche, gnostiche, teosofiche, spiritistiche e cabalistiche. [1) «Esoterismo» indica generalmente le dottrine ereticali di carattere segreto i cui insegnamenti sono riservati agli iniziati, ai quali è affidata la possibilità di rivelazione delle presunte verità occulte, del significato nascosto. 2) «Gnosticismo» è un insieme di correnti ereticali d’origine alessandrina, moltiplicatesi nei primi secoli dopo Cristo. Distinguevano l’elemento fondamentale della Rivelazione, comunemente accettato dai fedeli, dalla sua interpretazione filosofica, riservata ai dotti. I quali, ancora vincolati al platonismo, al mazdeismo (o zoroastrismo), ai misteri pagani, presumevano valersene nello studio della Sacra Scrittura, abusando dell’esegesi di tipo allegorico, fino a costituire la più grave minaccia per l’ortodossia (cf. «Dizionario del Cristianesimo», P. E. Zoffoli, Sinopsis, 1992, pag. 228). 3) Per «Teosofia» s’intende tutt’altro che “teologia”: non è la scienza che si riferisce a Dio, ma il sapere che proviene da Lui, che è ispirato da Lui, pur senza essere oggetto di una rivelazione specifica, e si dà il nome di “teosofi” a coloro che hanno la pretesa di possedere tale scienza (Franck). - La «teosofia», (che è farneticante ed ereticale), differisce dalla mistica perché applica la conoscenza del divino all’indagine scientifica (Paracelso, Bòhme, ecc.) - Ma «teosofia» pretende di essere anche esperienza di Dio, possibile per un contatto vitale con Lui, data la concezione panteistica del reale che essa sottende. Sotto Papa Benedetto XV, il Sant’Uffizio - 16.7.1919 - rispose che le dottrine teosofiche non possono conciliarsi con quella cattolica, per cui non è lecito iscriversi a società teosofiche, partecipare ai loro congressi, leggere gli scritti che le riguardano (Op. cit., pagg. 524 e 525; cf. «Denzinger», n° 3648). Risposta confermata dal Papa («è vietata, in tutto») il 17 luglio 1919. 4) Lo «Spiritismo» è una credenza e pratica superstiziosa con la quale si pretende di comunicare col demonio o con le anime dei defunti per la mediazione di una certa persona particolarmente disposta ad un’attività del genere, qualificata come «magia nera», condannata dalla Bibbia (Cf. «Summa theologiæ», san Tommaso., II-II, q. 95, a. 4; Sent. II, d. 7, q. 3, a. 2). Ma «spiritismo» impropriamente detto è anche quello praticato da coloro che, esclusa ogni ipotesi di «spiriti» e «anime», intendono osservare scientificamente alcuni fenomeni riguardanti la parapsicologia (Op. cit., pag. 498). 5) «Cabala»: sistema filosofico-teologico delirante d’interpretazione della Bibbia. Stando ai “dottori” ebrei, esperti in materia, non c’è parola della Legge - e neppure accento - che non racchiuda un mistero: tutto sarebbe numero; per cui, mediante combinazioni numeriche dedotte dal testo della Bibbia, si potrebbe spiegare l’origine di tutte le cose e risalire alla verità eterna. Gli antichi rabbini (ricordiamolo: erano e sono i nemici di Gesù Cristo) sostenevano che la «Cabala» fosse stata rivelata da Dio ad Adamo per fargli ritrovare la via della salvezza. Dalle scuole rabbiniche del Medioevo la «Cabala» passò ad alcuni cristiani dal 1400 in poi. La praticarono Raimondo Lullo, G. Pico della Mirandola, Cornelio Agrippa, ecc… Condannata dalla Chiesa, è collegata alla «superstizione» ed alla «divinazione» (Op. cit., pag. 70), ndR]. Nella molteplicità di Riti adottati nelle innumerevoli sette massoniche, esiste altresì una molteplice varietà di Gradi. Il famigerato Cagliostro (1743-1795) fondò in parecchie città Logge del «Rito di Memphis» che avevano 90 Gradi, e del «Rito di Misraim» che ne avevano 96. Ma nello stesso «Rito Scozzese», che è il più antico ed il più comunemente adottato, non mancano difformità quanto alla piramide dei Gradi. Così, il «Rito Scozzese filosofico» ammette 18 Gradi, lo «Scozzese primitivo» 25, 33 il «Rito Scozzese Antico e Accettato», risultante dalla combinazione dello scozzesismo francese con un nuovo Rito introdotto nel 1801 a Charlestown, nelle Caroline, che oggi è il più diffuso di tutti. Questi 33 Gradi sono distinti in quattro classi: i primi tre, detti simbolici, comprendono i tradizionali Gradi di «Apprendista», «Compagno» e «Maestro»; i quindici seguenti sono detti capitolari; i dodici ulteriori filosofici; e gli ultimi tre amministrativi e sublimi. Alle diverse categorie di Gradi corrispondono i diversi organi gerarchici dell’«Ordine», cioè «Logge», «Capitoli», «Consigli», «Grand’Oriente» e «Supremo Consiglio». Questo ultimo, che ha a capo il «Sovrano Gran Commendatore», assistito da un «Principe del Real Segreto», da un «Grande Ispettore» e da un certo numero di 33º, di regola dev’essere unico per ciascuna nazione e riveste i supremi poteri legislativi e giudiziari dell’«Ordine». Molti degli appellativi attribuiti ai singoli Gradi derivano da leggende medievali relative all’erezione del Tempio di Gerusalemme ad opera di Hiram Abiff ed all’arte muraria. [Hiram Abif è un personaggio immaginario, ideato sull’interpretazione arbitraria da figure tratte dalla Bibbia. Nella pseudo-storia vive negli anni di costruzione del Tempio di Salomone; ricorre spesso come figura allegorica nel rituale massonico. Nella convenzione massonica è indicato come l’architetto capo della costruzione del tempio di Salomone, edificato attorno all’anno 988 a.C. Secondo la Massoneria il concetto di Hiram risorto sta a identificare il raggiungimento dell’illuminazione, ndR]. Dal 30º Grado in su il simbolismo cessa e subentra quello che in linguaggio massonico si chiama «Real Segreto» o «Arte Reale», dovendosi supporre che a quel punto la luce si sia manifestata senza velo o mistero. Sarà opportuno notare che gli alti Gradi non sono un’invenzione recente. Già nella «Massoneria operativa» e nella «Massoneria politica» si andò adottando questo metodo fin dal secolo XVII, sia per porre argine ad iniziative individuali che potevano degenerare in anarchia, sia per motivi di ordine puramente amministrativo o politico. Ma la grande voga degli alti Gradi iniziò al principio del sec. XIX.
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[Qui l’«Enciclopedia Cattolica» riporta alcuni approfondimenti e spunti. Segue un intero paragrafo, da noi omesso, sui «Dati Statistici» riguardanti la diffusione della Massoneria nel mondo, principalmente: 1) Massoneria Simbolica; 2) Massoneria di Rito Scozzese; 3) Massoneria del Rito di York.].