Prima di tutto bisogna far risorgere e poi difendere la carità, che è il fondamento della vita cristiana, senza la quale le altre virtù sono vane e senza alcun frutto. San Paolo, esortando i Colossesi a fuggire qualsiasi vizio ed a conseguire la lode per le altre virtù, aggiunge «soprattutto conservate la carità, che è il vincolo della perfezione» (Col. 3,14). La carità è certamente il vincolo della perfezione, perché congiunge intimamente con Dio coloro che la praticano, per cui ottengono da Dio la vita dell’anima, agiscono in unione con Dio e tutto riferiscono a Dio. L’amore per Dio deve però essere unito all’amore per il prossimo, perché gli uomini partecipano della infinita bontà di Dio e portano espressa in se stessi la sua immagine e somiglianza. «Noi abbiamo da Dio questo comandamento: chi ama Dio deve amare il fratello» (1Gv. 4,21). «Se qualcuno dirà che ama Dio e odia il fratello, è bugiardo» (1Gv. 4,20). Il divino legislatore di questo comandamento della carità lo chiamò «nuovo» non perché qualche altra legge o la stessa natura non avessero già comandato di amare il prossimo, ma perché questo modo cristiano di amare era affatto nuovo, e a memoria d’uomo inaudito. Infatti Gesù Cristo domandò ai suoi discepoli e seguaci quell’amore con il quale Egli è amato dal Padre ed Egli stesso ama gli uomini, affinché essi potessero essere in Lui un cuore solo e un’anima sola, come Egli e il Padre sono per natura una cosa sola. Nessuno ignora come la potenza di questo precetto sia profondamente penetrata fin dall’inizio nel cuore dei cristiani, e quali frutti di concordia, di benevolenza reciproca, di pietà e di pazienza abbia procurato. Perché non ci si adopera ad imitare gli esempi dei primi cristiani? I nostri tempi ci stimolano vivamente alla carità. Mentre gli empi rinfocolano il loro odio contro Gesù Cristo, i cristiani devono rinvigorire la loro pietà e rinnovare quella carità che è fonte di grandi imprese. Cessino dunque gli eventuali dissensi; tacciano quelle contese che diminuiscono le forze dei combattenti e in nessun modo giovano alla religione: con l’unione delle menti nella stessa fede, con la carità sollecitatrice delle volontà, vivano tutti, come è giusto, nell’amore di Dio e dell’umanità. Prosegue ...

Leone XIII, «Sapientiae christianae»