Negli Atti ufficiali, che espongono le ragioni che hanno indotto la Chiesa a decretare a Sant’Alfonso il titolo di Dottore, il Santo è descritto come una «stella luminosa risplendente nel firmamento della Chiesa» e come una delle più eccellenti guide del tempo moderno, per mezzo della quale il popolo cristiano dalla soggezione al potere delle tenebre è stato portato alla luce e al regno di Dio. E nella Lettera Apostolica di Pio IX Qui Ecclesiae suae del 7 luglio 1871 è detto che Sant’Alfonso tutam stravit viam per quam animarum moderatores inoffenso pede incedere possent: tracciò una via sicura, che i direttori di spirito potranno percorrere senza pericolo di errori. L’alta e indiscutibile autorità della Chiesa, congiunta con lo straordinario successo che godettero e godono le opere ascetiche di Sant’Alfonso, mi ha persuaso a pubblicare queste due operette spirituali del Santo Dottore — due vere gemme preziose — che mi paiono contenere in poche parole il motivo più saliente della dottrina del Santo intorno alla perfezione cristiana. L’uniformità al volere di Dio è, secondo Sant’Alfonso, la chiave della perfezione cristiana. Essa costituisce la linea direttiva, semplice, luminosa, di un’evidenza trasparente, per ognuno che voglia salire alle vette. Questa uniformità della nostra volontà con quella di Dio deve avvenire però per un movimento d’amore, sostenuto, continuato e nutrito con la pratica d’una conversazione amichevole e familiare con Dio. Ecco il disegno fondamentale delle due operette che si completano a vicenda. Sant’Alfonso è uno di quegli uomini che nel campo della perfezione «sanno dire tutto quello che importa». E in questi due lavorucci ascetici il Doctor salutis ha raccolto davvero gli elementi essenziali della perfezione. Nell'Anno della Redenzione MCMXXXIII. Don E. B.

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Uniformità  alla volontà di Dio

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