Ritorniamo ora alle teorie nuove, di cui abbiamo parlato prima: da alcuni vengono proposte od istillate nella mente diverse opinioni che sminuiscono l’autorità divina della Sacra Scrittura. Con audacia alcuni pervertono il senso delle parole del Concilio Vaticano [1869 - 1870, ndR] con cui si definisce che Dio è l’autore della Sacra Scrittura, e rinnovano la sentenza, già più volte condannata, secondo cui l’inerranza della Sacra Scrittura si estenderebbe soltanto a ciò che riguarda Dio stesso o la religione e la morale. Anzi falsamente parlano di un senso umano della Bibbia, sotto il quale sarebbe nascosto il senso divino, che è, come essi dichiarano, il solo infallibile. Nell’interpretazione della Sacra Scrittura essi non vogliono tener conto dell’analogia della fede e della tradizione della Chiesa; in modo che la dottrina dei Santi Padri e del Magistero dovrebbe essere misurata con quella della Sacra Scrittura, spiegata, però, dagli esegeti in modo puramente umano; e non piuttosto la Sacra Scrittura esposta secondo la mente della Chiesa, che da Cristo Signore è stata costituita custode e interprete di tutto il deposito delle verità rivelate. Inoltre il senso letterale della Sacra Scrittura e la sua spiegazione elaborata, sotto la vigilanza della Chiesa, da tali e tanti esegeti, dovrebbe, secondo le loro false opinioni, cedere il posto ad una nuova esegesi, chiamata simbolica e spirituale; secondo questa esegesi i libri del Vecchio Testamento, che oggi nella Chiesa sono una fonte chiusa e nascosta, verrebbero finalmente aperti a tutti. In questo modo - essi affermano - svaniscono tutte le difficoltà alle quali vanno incontro soltanto coloro che si attengono al senso letterale delle Scritture. Tutti vedono quanto tutte queste opinioni si allontanino dai principî e dalle norme ermeneutiche giustamente stabilite dai Nostri Predecessori di f.m.: da Leone XIII nell’Enciclica «Providentissimus Deus», da Benedetto XV nell’Enciclica «Spiritus Paraclitus», come pure da Noi stessi nell’Enciclica «Divino afflante Spiritu». Non deve recare meraviglia che tali novità in quasi tutte le parti della teologia abbiano prodotto i loro velenosi frutti. Si mette in dubbio che la ragione umana, senza l’aiuto della divina Rivelazione e della grazia, possa dimostrare con argomenti dedotti dalle cose create, l’esistenza di un Dio personale; si afferma che il mondo non ha avuto inizio e che la creazione del mondo è necessaria, perché procede dalla necessaria liberalità del divino amore; cosi pure si afferma che Dio non ha prescienza eterna ed infallibile delle libere azioni dell’uomo: tutte opinioni contrarie alle dichiarazioni del Concilio Vaticano (Cf. Conc. Vat. Cost. «De fide cath.», cap. 1. De Deo rerum omnium creatore). Da alcuni poi si mette in discussione se gli angeli siano persone; se vi sia una differenza essenziale fra la materia e lo spirito. Altri snaturano il concetto della gratuità dell’ordine soprannaturale, quando sostengono che Dio non può creare esseri intelligenti senza ordinarli e chiamarli alla visione beatifica. Né basta; poiché, messe da parte le definizioni del Concilio di Trento, viene distrutto il vero concetto di peccato originale e insieme quello di peccato in genere, in quanto offesa di Dio, come pure quello di soddisfazione data per noi da Cristo. Né mancano coloro che sostengono che la dottrina della transustanziazione, in quanto fondata su un concetto antiquato di sostanza, deve essere corretta in modo da ridurre la presenza reale di Cristo nell’Eucaristia ad un simbolismo, per cui le specie consacrate non sarebbero altro che segni efficaci della presenza di Cristo e della sua intima unione nel Corpo mistico con i membri fedeli. Certuni non si ritengono legati alla dottrina che Noi abbiamo esposta in una Nostra Enciclica e che è fondata sulle fonti della Rivelazione, secondo cui il Corpo mistico di Cristo e la Chiesa cattolica romana sono una sola identica cosa (Cf. Enciclica «Mystici Corporis»). Alcuni riducono ad una vana formula la necessità di appartenere alla vera Chiesa per ottenere l’eterna salute. Altri infine non ammettono il carattere razionale dei segni di credibilità della fede cristiana. È noto che questi errori, ed altri del genere, serpeggiano in mezzo ad alcuni Nostri figli, tratti in inganno da uno zelo imprudente o da una scienza di falso conio; ed a questi figli siamo costretti a ripetere, con animo addolorato, verità notissime ed errori manifesti, indicando loro con ansietà i pericoli dell’errore.

Traduzione dal latino, non manomessa, tratta dal volume «Tutte le Encicliche dei Sommi Pontefici», raccolte e annotate da Eucardio Momigliano, dall’Oglio Editore, Milano, 1959