Per ricordare la pregevole attività sociale e politica svolta nel secolo scorso dal compianto, e quasi sconosciuto giurista cattolico, Carlo Francesco D’Agostino (Centro Politico Italiano e Nuova Alleanza), in questo terzo blocco di articoli riporterò numerosi suoi scritti ed appunti, opportunamente rivisitati e tratti dal mio archivio personale.

Il Cav. D’Agostino fu antifascista durante il fascismo, antimassone, anticomunista ed antidemocristiano, finalmente antidemoliberalsocialista durante tutta l’occupazione straniera dell’Italia, aggressiva metastasi putrescente ancora in atto.

Iniziamo col Quaderno n° 8 della Nuova Alleanza, ossia «Politica cattolica in contrapposto alla mistificazione democristiana». Dedicheremo a questo grande commento dottrinale vari articoli.

«Chi oserebbe affermare che il Partito denominatosi “Democrazia Cristiana”, nei trent’anni (scrive negli anni ’70, ndR) del suo predominio politico, si sia dimostrato coerente con la denominazione assunta? I principii cristiani, nella loro applicazione, hanno sempre rivelato, come caratteristica fondamentale, una grande beneficità. In tutti i campi. In quello della Cultura, per il progresso intellettuale; nella formazione delle coscienze, per il progresso morale; infine, per lo spirito di fraternità nei rapporti umani, e per l’accrescimento della prosperità economica, che consegue allo zelo per il lavoro e per il risparmio.

«Alle elezioni dell’aprile 1948 la D.C. aveva raccolto quasi la metà dei suffragi, da un Popolo educatosi sotto un diverso regime. Per gli espedienti della Legge Elettorale ottenne in Parlamento la maggioranza assoluta. Né mancavano esponenti di altri Partiti, disposti ad appoggiare un’azione politica genuinamente cristiana. Dopo di allora le nuove generazioni via via ammesse al voto si sono formate all’esercizio dei diritti politici nel clima voluto dal Partito di maggioranza vantatosi “cristiano”. Su questa premessa e sulla base dei risultati delle attività governative dei vari De Gasperi, Scelba, Pella, Zoli, Segni, Rumor, Leone, Fanfani, Moro, Colombo ed Andreotti, hanno determinato il loro orientamento.

«Se ne è derivata un’Italia sempre più trascinata nel caos, nelle divisioni e lotte civili, negli odii di fazione e di classe, nel fango di immoralità e di delitti di ogni sorta, ed in percentuale la D.C. ha perso oltre un quarto dei suoi voti - nonostante che per favorirla si sia ricorso a pressioni disonoranti per una Nazione che si pretenda civile - una sola conclusione è possibile; e cioè che la sua impostazione di principii e connessa azione politica non hanno mai avuto a che fare col vero Cristianesimo.

«Quanto maggiormente addolora è che il giudizio che la prova dei fatti costringe a dare (dai frutti si giudica l’albero) poteva essere pronunciato fin da quando De Gasperi ed i suoi seguaci comparvero sulla scena della vita pubblica nostra. Vi furono infatti alcuni i quali, avendo spassionatamente esaminato tutto a fondo, ispirandosi ad un minimo di conoscenza della Dottrina politico-sociale cristiana, non solo se ne erano resi conto ma si erano dati a conclamarlo a voce alta, per quanto fu loro possibile, sopratutto in Roma e rivolgendosi anche alle Alte Sfere Ecclesiastiche, competentissime a giudicare. Furono gli Uomini del Partito Cattolico Centro Politico Italiano, sorto nell’autunno 1943, il quale, nonostante immani difficoltà, fu presente alle elezioni politiche del 2 giugno 1946 nella Circoscrizione della Capitale d’Italia, nientemeno che con la Lista n° 1. Cosicché poté vantare di aver inaugurato, come capofila, il nuovo ciclo di pretesa “democrazia”.

«Già nel novembre 1945 una sua piccola, ma sostanziosa pubblicazione, intitolata La Democrazia Cristiana: ecco il nemico!, corredata da calorosa lettera di lode di un Arcivescovo di matura esperienza, poi progressivamente diffusa in 80.000 copie, si dimostrava inconfutabile. Ciononostante la voce e l’azione del C.P.I. non hanno finora potuto avere adeguato seguito, e ciò benché nelle doloranti conclusioni e nei vigorosi ammonimenti ricevesse continue conferme dalla progrediente esperienza del malgoverno democristiano. Eppure, clamorosa eco di stampa ebbero anche due Denunzie al Sant’Offizio (che in futuro rilanceremo, ndR) - supremo Tribunale Ecclesiastico per la difesa della Dottrina - presentate nel marzo 1946 e nel 1947 contro i ritenuti errori di impostazione dottrinale della D.C.!» (Op. cit., pag. 1 e 2).

Prosegue …

A cura di Carlo Di Pietro da Il Roma