+ O Cirillo, tu fosti un vero figlio della luce (Ef., 5, 8). La Sapienza di Dio sin dall'infanzia conquistò il tuo amore e ti stabilì come il faro che brilla sul porto e salva, attirandolo alla riva, il povero nau­frago sbattuto nella notte dell'errore. Nel luogo stesso dove si compirono i misteri della redenzione del mondo, ed in quel IV secolo così fecondo di dottori, la Chiesa ti affidò la missione di preparare al battesimo le anime guadagnate dalla recente vittoria del cristiane­simo in tutte le classi della società. Nutrito delle Scritture e degl'insegnamenti della Madre comune, sgorgava abbondante e pura la parola dalle tue labbra. Sappiamo dalla storia che, impedito dalle altre cure del tuo santo ministero di consacrarti esclusivamente ai catecumeni, dovesti improvvisare le Catechesi, in cui la scienza della salvezza viene svolta con una sicurezza, una luminosità ed una sintesi mai conosciute fino allora, ne d'allora in poi sorpassate. Per te, santo Pontefice, la scienza della salute consisteva nella conoscenza di Dio e del Figlio suo Gesù Cristo, contenuta nel simbolo della Chiesa. La preparazione al battesimo, alla vita, all'amore, consisteva nell'acquisto di questa scienza unica, profonda, la sola necessaria e capace di governare ogni uomo, non con l'impressione d'una vana sentimentalità, ma sotto l'impero della parola di Dio ricevuta com'essa merita, meditata giorno e notte, e che penetra tutta l'anima così che basti da sola a metterla in possesso della pienezza della verità, della rettitudine morale e dell'odio dell'errore. Assicurati così i tuoi uditori, non temevi di svelare gli argomenti e le abbominazioni delle sette nemiche. Vi sono tempi e circostanze, la cui estimazione spetta ai capi del gregge, e nei quali essi devono passar sopra il disgusto che ispirano tali esposizioni, per denunciare il pericolo e mettere le loro pecorelle in guardia contro gli scandali dello spirito o dei costumi. Per questo, o Cirillo, le tue indignate invettive perseguitavano il manicheismo nel fondo stesso dei suoi antri impuri; tu presentivi in lui l'agente principale di quel mistero d'iniquità (2Ts., 2, 7), che continua il suo cammino tenebroso e dissolvente attraverso i secoli, fino a che il mondo soccomba con lui di putredine e di superbia. Manete ai nostri tempi spadroneggia più che mai; e le società occulte ch'egli ha fondate sono divenute padrone. L'ombra delle loggie, è vero, continua a nascondere ai profani il suo simbolismo sacrilego e i dogmi un tempo portati dalla Persia; ma l'abilità del principe di questo mondo finisce di concentrare nelle mani del suo fedele alleato tutte le forze sociali. Ora il potere è nelle sue mani, ed il primo ed esclusivo uso che ne fa è di persecuzione contro la Chiesa in odio a Cristo. Egli le nega il diritto d'insegnare avuto dal divino Capo; perfino i figli ch'essa ha generati e che le appartengono già di diritto per il battesimo, le si vogliono strappare a viva forza e impedirle di presiedere alla loro educazione. Tu, o Cirillo, chiamato in suo soccorso in questi tristi tempi, non venir meno alla fiducia che essa ha riposto in te. Tu, che comprendevi a fondo le esigenze del sacramento che fa cristiani, difendi il battesimo in tante anime innocenti, ove lo si vuoi soffocare; sorreggi, risveglia, se occorre, la fede dei loro padri cristiani, e comprendano che, se hanno il dovere di proteggere i loro figlioli, sino a farsi scudo coi propri corpi, piuttosto che lasciarli in balìa delle fiere, l'anima degli amati figli è ancora più preziosa. Già molti di loro - e formano la grande consolazione della Chiesa di un tempo in cui la speranza della società è battuta in breccia da ogni parte - compresero la condotta che s'imponeva ad ogni anima generosa in tali circostanze: perché ispirandosi unicamente alla propria coscienza, e forti del loro diritto di padri, subirono la violenza della forza brutale dei nostri governi, piuttosto che cedere di un sol passo alle capricciose innovazioni d'uno Stato pagano tanto assurdo e riprovevole (gli Stati laici, ndr). Benedicili, o Cirillo, ed aumenta il loro numero. Ugualmente benedici, moltiplica, sostieni, illumina i fedeli che si dedicano alla missione d'istruire e salvare quei figli che furono traditi e ingannati dal potere: non è questa una missione più urgente di quella dei catechisti, ai nostri giorni, e non è quella che ti sta più a cuore? L'apparizione della Croce segnò l'inizio del tuo episcopato. Anche i nostri tempi increduli, assistettero a un simile prodigio, quando a Migné, nella diocesi di Sant'Ilario, tuo emulo e contemporaneo, apparve nel ciclo il segno della salvezza, risplendente di luce, alla vista di migliaia di persone. Ma l'apparizione del 7 maggio 351 preannunciava per la santa Croce il trionfo da te previsto; infatti alcuni anni dopo, sotto i tuoi occhi, Elena ritrovava il legno redentore. L'apparizione del 17 dicembre 1826 non avrebbe annunciato invece perdite e rovine! Fiduciosi nel tuo aiuto sì opportuno, santo Pontefice, noi vogliamo sperare in un avvenire migliore, memori che il trionfo della Croce di cui tu fosti testimone, non fu che il frutto delle sofferenze della Chiesa, che tu dovesti completare, da parte tua, al prezzo di ben tre deposizioni dalla tua sede e di venti anni d'esilio. La Croce non è mai vinta, ma al contrario maggiormente trionfa nel martirio dei fedeli e nelle prove pazientemente sopportate; ella sarà sempre vittoriosa, fino a quando apparirà sulle rovine di questo mondo, nell'ultimo giorno. Così sia. + [Preghiera di dom Prosper Guéranger].

[18 marzo, San Cirillo di Gerusalemme, Vescovo, Confessore e Dottore della Chiesa, ( 370 – 444). A Gerusalemme San Cirillo Vescovo, Confessore e Dottore della Chiesa, il quale, essendo stato dagli Ariani molto ingiuriato per la fede, e più volte cacciato dalla sua Chiesa, finalmente, illustre per gloria di santità, si riposò in pace. Della sua fede intemerata rese poi splendida testimonianza il primo Concilio Ecumenico Costantinopolitano, scrivendone al Papa San Damaso. Dal Martirologio Romano].