Teologia Politica n° 36. Obiezione numero cinque (prima parte). La Dottrina sociale della Chiesa è virtuale!

Andiamo avanti contro le principali obiezioni alla Dottrina sociale della Chiesa. La numero cinque abbraccia insieme il mito della Chiesa virtuale e della religione che vorrebbero fosse una mera esperienza soggettiva, che nulla o quasi faccia trapelare nel foro esterno. Niente di più falso, corruttore e colmo di protestantesimo agnosticista. Si dice o si legge generalmente: «La Dottrina sociale della Chiesa è limitata nella sua applicazione: non potrebbe riguardare che dei credenti; mentre […] è assolutamente necessario che vi sia un’intesa e una collaborazione [dei punti] accettabili per tutti» (schema di mons. Guerry, Op. cit., pag. 45 ss.).

Risponde Papa Pio XI nella Quas Primas: «Mentre gli uomini e le Nazioni, lontani da Dio, per l’odio vicendevole e per le discordie intestine si avviano alla rovina ed alla morte, la Chiesa di Dio, continuando a porgere al genere umano il cibo della vita spirituale, crea e forma generazioni di santi e di sante a Gesù Cristo, il quale non cessa di chiamare alla beatitudine del Regno celeste coloro che ebbe sudditi fedeli e obbedienti nel regno terreno» (1925). Nella dogmatica Quas Primas, il Pontefice facilmente dimostra che l’azione della «Chiesa di Dio» è concreta (Cristo RE) e non virtuale, che il Cattolico agisce e non filosofeggia. La sola retta ragione ci dice che il cosiddetto integrismo cattolico (o intransigenza in politica) porta alla santità, parimenti l’integralismo delle false religioni destabilizza e perverte, come è dimostrato dalla storia con evidenza inoppugnabile (es. Padre Pio vs. Abu Bakr al-Baghdadi).

La situazione, purtroppo, oggi è molto cambiata, poiché i modernisti, che sono i discendenti della carboneria in veste religiosa, i quali «occupano la Chiesa dall’interno» (cf. Pascendi Dominici gregis, san Pio X) e predicano la loro «sintesi di tutte le eresie» spacciandola per Cattolicesimo, con gravissimo danno per la società e per la Chiesa stessa, sono da tutti creduti cattolici. Fatto sta che la loro «cloaca dottrinale» (Ivi.), che ordinariamente si traduce in dissoluzione morale, viene attribuita alla «Chiesa di Dio», procurando gravissimo danno al mondo intero, scandalizzando gravemente i pusilli ed allontanando milioni di fedeli dalla vera religione. Ecco perché all’uomo contemporaneo risulta particolarmente difficile digerire la Quas Primas (per esempio), tuttavia la «Chiesa di Dio» ha le sue note distintive facilmente riconoscibili (cf. Satis Cognitum, Leone XIII, 1896) sia in positivo che in negativo: dove SONO presenti, lì c’è la Chiesa; dove NON sono presenti, lì c’è la sua scimmia modernista o simulacro neo-carbonaro.

Per accogliere più facilmente quello che dico, leggiamo un estratto dall’Istruzione Permanente dell’Alta Vendita: «Il nostro fine ultimo è quello di Voltaire e dei rivoluzionari francesi: la distruzione finale del cattolicesimo e dell’idea cristiana […] Quello che noi dobbiamo domandare, quello che dobbiamo cercare e aspettare […] è un Papa secondo le nostre necessità [...]. Con quello marceremo più sicuramente all’assalto della Chiesa che con gli opuscoli dei nostri Fratelli in Francia e anche con l’oro dell'Inghilterra […] Senza dubbio raggiungeremo questo fine supremo dei nostri sforzi […] Lasciamo da parte le persone anziane e quelli di età matura; andiamo alla gioventù, e se è possibile, anche ai bambini [...]. Escogiterete per voi stessi, senza grandi sforzi, una reputazione di buoni cattolici e di puri patrioti. Questa reputazione permetterà l’accesso delle nostre dottrine negli ambienti del giovane clero, così come nei conventi. Per forza di cose, nel giro di alcuni anni, questo giovane clero avrà occupato tutte le cariche; esso governerà, amministrerà, giudicherà, formerà il consiglio del sommo gerarca, sarà chiamato a scegliere il Pontefice che deve regnare. E questo Pontefice, come la maggior parte dei suoi contemporanei, sarà necessariamente imbevuto più o meno dei principî italiani umanitari (rivoluzionari) che abbiamo incominciato a mettere in circolazione […]» (Cf. mons. H. Delassus, The Anti-Christian Conspiracy, 1910, vol. III, pagg. 1035-1092. Testo completo dell’Istruzione in mons. G. E. Dillon, Il Grand'Oriente della Massoneria smascherato, pagg. 51-56; cf. J. Vennari, L’Istruzione Permanente dell’Alta Vendita, trad. it. A. Casazza - da crisinellachiesa.it).

Gli incartamenti dell’Alta Vendita, scoperti da Gregorio XVI (il Papa della grande Mirari Vos), vanno dal 1820 al 1846. Vennero pubblicati su richiesta di Papa Pio IX da Jacques Crétineau-Joly nella sua L’Église Romaine en face de la Révolution. Si deve notare che i nemici della «Chiesa di Dio» erano (alcuni lo sono ancora) consci di pugnare contro una realtà concreta, d’azione, niente affatto virtuale o soggettiva. Essi, inoltre, consapevoli del fatto che la «Chiesa di Dio» durerà usque ad consummationem saeculi e che portae inferi non praevalebunt adversum eam, puntarono e puntano alla «distruzione finale dell’idea cristiana», non alla distruzione della Chiesa: essi mirano ad usare la struttura della Chiesa (“autorità” semplicemente materiali) per promuovere il diabolico «rinnovamento» e la satanica «illuminazione», con danni spirituali e morali incalcolabili.

Durante il Vaticano II, per esempio, i mentovati neo-carbonari e modernisti riuscirono ad imporre, secondo l’Istruzione PERMANENTE dell’Alta Vendita, gli errori già condannati infallibilmente da Gregorio XVI (Mirari Vos), Pio IX (Quanta Cura), San Pio X (Pascendi …), Pio XI (Mortalium animos), Pio XII (Humani Generis) e molti altri, fra cui anche le eresie protestanti della Chiesa virtuale e dell’esperienza soggettiva. Il grande Cardinal Billot disse: «I peggiori nemici della Chiesa, i modernisti, che sono già pronti, come mostrano certe indicazioni, vogliono produrre la rivoluzione nella Chiesa, un nuovo 1789». Prosegue …

Carlo Di Pietro da ControSenso Basilicata