Papa regnante è san Leone I. Padri di Calcedonia, quarto Concilio ecumenico, Simbolo di fede del 22 ottobre 451, Sessione V. Impariamo sia la dottrina da tenere sulle due nature in Cristo, che il principio di convergenza dei Padri: «[Proemio della definizione. Premessi i due simboli di fede di Nicea e di Costantinopoli, segue:] Questo sapiente e salutare simbolo della divina grazia sarebbe già sufficiente alla piena conoscenza e conferma della fede. Offre infatti un perfetto insegnamento intorno al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo e presenta, a chi l’accoglie con fede, l’incarnazione del Signore. Ma quelli che tentano di respingere l’annuncio della verità, con le loro eresie hanno coniato nuove espressioni: alcuni cercano di alterare il mistero dell’economia dell’incarnazione del Signore per noi, e rifiutano l’espressione Theotokos [Madre di Dio] per la Vergine; altri introducono confusione e mescolanza immaginando scioccamente che unica sia la natura della carne e della divinità e sostenendo assurdamente che, a causa di questa confusione, la natura divina dell’Unigenito può soffrire. Di fronte a tutto questo, volendo impedire ad essi ogni raggiro contro la verità, l’attuale santo e grande concilio ecumenico che insegna l’immutabile dottrina predicata sin dall’inizio, stabilisce prima di tutto che la fede dei 318 santi padri dev’essere intangibile. E conferma la dottrina sulla natura dello Spirito Santo, trasmessa in tempi posteriori dai 150 padri raccolti nella città imperiale a causa di quelli che combattevano lo Spirito Santo [pneumatomachi]; i padri conciliari dichiarano a tutti di non voler aggiungere nulla all’insegnamento dei loro predecessori, come se vi mancasse qualche cosa, ma di voler solo esporre chiaramente, secondo le testimonianze della Scrittura, il loro pensiero sullo Spirito Santo, contro coloro che tentavano di negarne la signoria.

Nei confronti di coloro che tentano di alterare il mistero dell’economia [della salvezza] ed hanno l’impudenza di sostenere che colui che nacque dalla santa vergine Maria è solo un uomo, [questo concilio] fa sue le lettere sinodali del beato Cirillo, che fu pastore della chiesa di Alessandria, a Nestorio ed agli orientali, come adeguate sia a confutare la follia nestoriana, sia a spiegare il vero senso del simbolo salvifico a coloro che desiderano conoscerlo con pio zelo. A queste ha aggiunto giustamente la lettera del beatissimo e santissimo arcivescovo della grandissima e antichissima città di Roma Leone, scritta all’arcivescovo Flaviano, di santa memoria, per confutare la malvagia concezione di Eutiche [cf. Denzinger, numeri 290-295]; essa, infatti, è in armonia con la confessione di fede del grande Pietro ed è per noi una fondamentale colonna contro gli eterodossi ed a favore dei dogmi dell’ortodossia. [Questo concilio] si oppone a coloro che tentano di separare in una dualità di figli il mistero della divina economia di salvezza; esclude dall’ordine clericale quelli che osano affermare soggetta a sofferenza la divinità dell’Unigenito; resiste a coloro che pensano a una mescolanza o confusione delle due nature di Cristo; scaccia quelli che hanno la follia di ritenere celeste, o di qualche altra sostanza, quella forma umana di servo che egli assunse da noi; e scomunica, infine, coloro che favoleggiano di due nature del Signore prima dell’unione, e di una sola dopo l’unione. [Definizione] Seguendo i santi padri, all’unanimità noi insegniamo a confessare un solo e medesimo Figlio, il Signore nostro Gesù Cristo, perfetto nella sua divinità e perfetto nella sua umanità, vero Dio e vero uomo, [composto] di anima razionale e di corpo, consostanziale al Padre per la divinità, e consostanziale a noi per l’umanità, simile in tutto a noi, fuorché nel peccato (cf. Eb. 4, 15), generato dal Padre prima dei secoli secondo la divinità, e in questi ultimi tempi per noi e per la nostra salvezza da Maria vergine e madre di Dio, secondo l’umanità, uno e medesimo Cristo Signore unigenito, da riconoscersi in due nature, (in duabus naturis) senza confusione, immutabili, indivise, inseparabili, non essendo venuta meno la differenza delle nature a causa della loro unione, ma essendo stata, anzi, salvaguardata la proprietà di ciascuna natura, e concorrendo a formare una sola persona e ipostasi; egli non è diviso o separato in due persone, ma è un unico e medesimo figlio, unigenito, Dio, Verbo e Signore Gesù Cristo, come un tempo hanno insegnato i profeti e poi lo stesso Gesù Cristo, e infine come ci ha trasmesso il simbolo dei padri. [Sanzione] Dopo che abbiamo stabilito tutto ciò con ogni possibile diligenza, il santo concilio ecumenico ha deciso che nessuno può presentare, scrivere o comporre una formula di fede diversa, o credere e insegnare in altro modo. [...]».

Con l’uso di questi santi documenti, stiamo dimostrando che la Chiesa insegna e difende costantemente, senza alcuna eccezione, la stessa immutata fede e dottrina cattolica sin dal primo e fino all’ultimo giorno. Stiamo altresì dimostrando che la Chiesa NON ammette che qualcuno ardisca interpretare la Sacra Scrittura secondo la propria fregola, discostandosi da quella convergente parola dei santi Padri e della stessa Chiesa. Chi si discosta da questo principio, generalmente, si caratterizza quale empio ed eretico. Prosegue la prossima settimana ed anche quella successiva. Andiamo avanti ...

 37grandesursumcorda