LA MEDITAZIONE 10. Meditazione: DELLA MISERICORDIA DI DIOI. Considera come, se è infinita la giustizia di Dio contro i peccatori ostinati, infinita è ancora la Sua misericordia verso i peccatori pentiti. Dio odia infinitamente il peccato, ma ama all’ecces­so le Sue creature. Se l’anima si pente del pecca­to, subito è amata da Dio. Se tutti i peccatori con cuore umiliato e contrito ricorressero a Dio, tutti si salverebbero. Quella infinita Bontà ci vuole tutti salvi. Per il paradiso, non per l’inferno ci ha creati Dio. Non voglio, dice il Signore, la morte del peccatore, ma che si converta e viva. Ecco, o peccatore, come il caro Padre celeste t’invita a penitenza, e ti chiama al Suo amore. Se il pecca­tore farà penitenza de’ suoi peccati, Io, dice Dio, mi scorderò di tutte le sue iniquità. Se l’anima tua sarà bruttamente macchiata di colpe, resterà monda come la neve. Io getterò nel fondo del mare tutti i peccati tuoi. Sanerò le tue rovine, ti amerò spontaneamente, perché col tuo penti­mento si è placato il Mio sdegno. Convertirò i peccatori, perché ne ho pietà, e mi saranno così cari dopo il pentimento, come cari mi furono prima che mi offendessero. L’empietà del pecca­tore non gli nuocerà, quando egli si convertirà a Me, e lascerà il suo peccato. Ti sei allontanato da Me, mi hai abbandonato per seguire i piaceri, su via, torna a Me, ed io ti riceverò. Ti aspetto dopo il peccato, perché ho compassione di te, voglio usarti misericordia; appena comincerai a pian­gere, Io, intenerito alla voce del tuo pianto, subi­to risponderò che ti ho perdonato. Niuna madre è così pronta a soccorrere il suo figliuolo caduto nel fuoco, quanto la misericordia di Dio è solle­cita ad abbracciare il peccatore pentito. Quanto maggiori furono i tuoi peccati, tanto più trionfa sopra di te la bontà, la carità e la cle­menza di quel Dio ch’è ricco di misericordia. - Anima mia, alla considerazione di tante miseri­cordie del tuo Dio, come non ti stemperi in lagri­me di compunzione? Come non ti abbruci tra le fiamme di santo amore?

II. Considera, come il Redentore andava sem­pre in cerca dei poveri peccatori per convertirli e salvarli. Quel Dio d’infinita bontà protesta che era venuto al mondo per salvare i peccatori, e quanti ricorsero alla Sua bontà, a tutti perdonò, e a nessuno rinfacciò mai le passate colpe. Se un pastore ha cento pecorelle, dice il Signore, e ne perde una, lascia le novantanove nel deserto e cammina per le selve e i boschi in cerca della pecorella smarrita, la trova, se la pone tutto alle­gro sulle spalle, va in casa, chiama gli amici e i vicini e dice: Rallegratevi meco ché ho ritrovata la mia pecorella perduta. O peccatore, torna pentito al tuo Salvatore, al tuo Dio, torna figlio, al tuo padre ch’egli desidera perdonarti, e da tanti anni ti viene appresso, e t’invita a peniten­za, e ti chiama al Suo amore, non fare il sordo, torna al Pastore dell'anima tua. O mio Gesù, vita mia! Tu hai amato me anche quando fuggivo da Te, e non Ti sei scordato di me. Ti ringrazio.

II. Considera l’amore che Dio ti porta nell’esempio del figliuol prodigo, il quale si prende la porzione de' suoi beni, si parte dalla casa del suo buon padre, si dà in preda alle dissolutezze, dis­sipa le ricchezze e non avendo più come vivere, si mette a guardare i porci, nemmeno saziandosi delle ghiande che quelli mangiavano. Fra tante miserie viene in sé, risolve di tornare a casa di suo padre, s’incammina, il padre lo vede, e lo riconosce ancor da lontano quantunque tutto lacero e sparuto, se ne muove a pietà, piange per tenerezza, gli corre incontro, lo stringe al petto, lo abbraccia, lo bagna di amorose lagrime, lo copre colle sue vesti, lo mena a casa, e dice ai servitori; presto, prendete l’abito più prezioso e vestitene il mio caro figlio, ponete al suo dito l’anello, calzatelo, preparate un sontuoso banchetto, uccidete un vitello impinguato, ordinate una piacevole musica, chiamate i parenti, invitate gli amici, perché questo mio diletto figlio era morto, ed ora me l’io veggo vivo, io l’avea perduto e l’ho ritro­vato. Peccatore, eccoti figurato in questo figlio prodigo; così facesti tu, quando col peccato volta­sti le spalle al tuo caro Padre celeste per secon­dare le tue passioni. Via su, che fai? Perché umi­liato e contrito non torni con speranza e tutto amore fra le braccia aperte del tuo Signore? Ah! Mio amatissimo Padre. Ho fatto male ad abbandonarTi, me ne dispiace, torno alla bontà, accoglimi per tua misericordia, ricordaTi che mi sei padre, propongo di non partirmi mai più da Te. Voglio vivere da tuo buon figlio.

Frutto. - I. Ascolterò la voce del misericordio­so Iddio, che mi chiama a penitenza.

II. Trovandomi in peccato mortale, mi studierò di rimettermi subito in grazia di Dio.