LA MEDITAZIONE 9.Meditazione per il Sabato: DELL’ETERNITÀ DELLE PENEI. Considera come nell’inferno non vi è fine; si patiscono tutte le pene, e tutte eterne. Sicché, pas­seranno cento anni di quelle pene, ne passeranno mille e l’inferno allora comincerà; passeranno cen­tomila e cento milioni, mille milioni di anni e di secoli e l’inferno sarà da capo. Se un angelo a que­st’ora portasse la notizia ad un dannato che Dio lo vuol cavare dall’inferno, ma quando? Quando saranno passati tanti milioni di secoli, quante sono le gocce d’acqua, le fronde degli alberi, le arene nel mare e della terra, voi vi spaventereste, ma è pur vero che quegli farebbe festa a questa notizia, che non fareste voi se aveste la notizia di esser fatto re di un gran regno; Sì, perché direbbe il dan­nato: è vero che passeranno tanti secoli, ma verrà un giorno in cui finiranno. Ma passeranno tutti questi secoli, quante sono le arene, le gocce, le fronde e l’inferno sarà da capo. Ogni dannato farebbe questo patto con Dio: Signore, accrescete quanto vi piace la mia pena, allungatela per quan­to tempo vi piace, basta che vi poniate termine, ed io sono contento. Ma no, questo termine non sarà mai. Almeno il povero dannato potesse ingannare sé stesso, e lusingarsi col dire: Chi sa, forse un gior­no Dio avrà pietà di me, e mi libererà dall’inferno. No, il dannato si vedrà sempre scritta in faccia la sentenza della sua dannazione eterna e dirà: dun­que tutte queste pene che ora patisco, questo fuoco, questa malinconia, questo grido, non hanno da finire per me? No, gli sarà risposto: mai, mai, mai. E quanto tempo dureranno? Sempre, Oh, mai! Oh sempre! Oh eternità! Oh inferno! come mai gli uomini ti credono e peccano, e segui­tano a vivere in peccato!

II. Fratello mio, sta attento, pensa che anche per te è preparato l’inferno, se pecchi. Già arde sotto ai tuoi piedi questa orrenda fornace, ed a quest’ora che leggi, quante anime vi stanno cadendo! Pensa, che se vi cadrai una volta, non potrai uscirne mai più. E se qualche volta hai già meritato l’inferno, ringrazia Dio che non vi ti ha mandato e presto togliti dal pericolo: piangi i tuoi peccati e piglia i mezzi più adatti che puoi per sal­varti. Confessati spesso; leggi questo o altro libretto spirituale ogni giorno, prendi la devozio­ne a Maria col Rosario ogni giorno, col digiuno ogni sabato; nelle tentazioni resisti, chiamando Gesù e Maria fuggi le occasioni di peccare, e se Dio ti chiama a lasciare il mondo, fallo, fallo; ogni cosa che si fa per scampare ad una eternità di pene è poco, è niente. Nulla nimia securitas ubi periclitatur aeternitas (san Bernardo). Per assicu­rarci dell’eternità non vi è cautela che basti. Vedi quanti anacoreti per sfuggire all’inferno sono andati a vivere nelle grotte e nei deserti? E tu che fai, dopo che tante volte hai meritato l’inferno? Che fai? che fai? Vedi che ti danni. Datti tutto a Dio, e digli: Signore, eccomi, voglio fare tutto quello che volete da me. Maria, aiutatemi.

Frutto. - I. Mi ricorderò spesso di questa verità. Finisce tutto e finisce presto, l’eternità non finisce mai.

II. Nelle noie e difficoltà di fare il bene e resistere al male, dirò a me stesso: Tutto è poco per l’acquisto di una beata eternità.