LA MEDITAZIONE 7. Meditazione per il Giovedì: DEL GIUDIZIOI. Considera che la tua anima, appena uscita dal corpo, sarà condotta innanzi al tribunale di Dio per essere giudicata. Il giudice è un Dio onnipotente da te maltrattato, adirato al sommo; gli accusatori sono i demoni tuoi nemici capitali; i processi, i tuoi peccati; la sentenza è inappellabile; la pena, un inferno. Non vi sono più compagni, non parenti, non amici; fra te e Dio l’hai da vedere. Allora scorgerai la bruttezza dei tuoi peccati, né potrai scusarli come ora fai. Sarai esaminato sopra i peccati di pensieri, di parole, di compiacenze, d’opere, di omissione, di scanda­lo, tutto si peserà in questa grande bilancia della divina giustizia, e se in una cosa ti troverai man­cante, sarai perduto. Gesù mio e giudice mio, perdonatemi, prima che mi abbiate a giudicare.

II. Considera come la divina giustizia dovrà giudicare tutte le genti nella valle di Iosafat, quan­do alla fine del mondo risusciteranno i corpi per ricevere insieme coll’anima il premio o la pena secondo le loro opere. Rifletti che se ti danni, ripiglierai questo tuo medesimo corpo, che servirà per eterna prigione dell’anima sventurata. A quell’a­maro incontro l’anima maledirà il corpo, e il corpo maledirà l’anima, sicché l’anima ed il corpo che ora si accordano nel cercare piaceri proibiti, si uni­ranno a forza dopo la morte per essere carnefici di sé stessi. Al contrario, se ti salvi, questo tuo corpo sorgerà tutto bello, impassibile e risplendente, e così in anima ed in corpo sarai fatto degno della vita beata. E così finirà la scena di questo mondo. Saranno finite allora tutte le grandezze, i piaceri, le vanità di questa terra, tutto sarà finito, vi saran­no solo due eternità, l’una di gloria e l’altra di pena, l’una beata e l’altra infelice, l’una di gaudi e l’altra di tormenti. Nel paradiso i giusti, nell’infer­no i peccatori. Povero allora chi avrà amato il mondo e pei miseri gusti di questa terra avrà per­duto tutto, l’anima, il corpo, il paradiso e Dio.

III. Considera l’eterna sentenza. Gesù Cristo giudice si volterà contro i reprobi e loro dirà: L’avete finita, ingrati, l’avete finita. È già venuta l’ora mia, ora di verità e di giustizia, ora di sde­gno e di vendetta; su, scellerati, avete amata la maledizione, venga dunque sopra di voi: siate maledetti nel tempo, maledetti nell’eternità. Allontanatevi dalla mia faccia, andate privi d’ogni bene, carichi di tutte le pene al fuoco eterno: Discedite a me, maledirti in ignem aetemum (Mt. 25,41). Dopo Gesù si volgerà agli eletti e dirà: Venite voi, figli miei benedetti, venite a possede­re il regno dei cieli preparato per voi. Venite, non più per portare dietro di me la croce, ma insieme con me, la corona, Venite ad essere eredi delle mie ricchezze, compagni della mia gloria, venite a cantare in eterno le mie misericordie, venite dall’esilio alla patria, venite dalle pene all’eterno riposo: Venite, benedicti Patris mei, possidete paratum vobis regnum (Mt. 25,34). Gesù mio, spero anch’io di essere tra quei benedetti, io  Vi amo sopra ogni cosa, beneditemi da quest’o­ra. E beneditemi Voi, Madre mia Maria.

Frutto. -I. Farò ogni azione come se dovessi com­parire subito a rendere conto al divino tribunale.

II. Mi eserciterò nelle opere di misericordia spirituali e corporali a cui Dio ha promesso una eterna benedizione nel giorno del giudizio.