Non può esserci conciliazione. Non più che tra il bene ed il male, tra la vita e la morte, tra la luce e le tenebre, tra il cielo e l’inferno. Anzi leggete cosa diceva una Loggia italiana di Carbonari in un Documento segreto: «La Rivoluzione non è possibile che ad una condizione: il Rovesciamento del Papato. Fino a quando Roma sarà tale, le rivoluzioni di fuori, le rivoluzioni di Francia, non riusciranno mai, se non a risultati secondari. Sebbene deboli come potenza temporale, i Papi hanno tuttavia una forza morale immensa. Dunque è contro Roma che devono tendere tutti quei conati degli Amici dell’Umanità. Per distruggere Roma tutti i mezzi sono buoni. Appena rovesciato il Papa, tutti i troni si sfasceranno da sé». Dice a sua volta Edgardo Quinet: «è necessario che il Cattolicesimo cada. Nessuna tregua all’ingiusto! Si tratta non tanto di soverchiare il Papismo, ma di estirparlo; non tanto di estirparlo, ma di disonorarlo; non tanto di disonorarlo, ma di soffocarlo nella fanghiglia». Scrive l’Alta Vendita: «Resta fermo nei nostri propositi, dato che noi non vogliamo più sentir nominare i cristiani». Voltaire aveva detto per primo: «Schiacciamo l’Infame!». E Lutero: «Laviamoci le mani del sangue loro». La Chiesa proclama i Diritti di Dio come principio tutelare della moralità umana e della salute delle società. La Rivoluzione non parla che di Diritti dell’uomo, e stabilisce una società senza Dio. La Chiesa come base prende la fede, il dovere cristiano: la Rivoluzione mette alla berlina, nel dimenticatoio, il Cattolicesimo, abbandona o combatte la Chiesa, e si fabbrica da sé non solo quali doveri di Filantropia, senza altra sanzione che l’orgoglio dell’uomo onesto, e la paura dei gendarmi. La Chiesa insegna, a mani piene, nella società tutti i princìpi di ordine, di autorità, di giustizia; la Rivoluzione li combatte a tutto spiano, e col disordine, e con l’arbitrario, costituisce a suo modo ciò che non si vergogna di chiamare Nuovo Diritto delle genti, ossia il moderno incivilimento. L’antagonismo è perfetto: l’ubbidienza e la rivolta, la fede e l’incredulità. Nessuna conciliazione è possibile; nessun accordo, nessuna lega. Ricordatevi bene di questo: la Rivoluzione odia tutto ciò che non ha operato; distrugge tutto quello che odia. Datele oggi il potere assoluto, e malgrado le sue millanterie, ella sarà domani identica a ieri, e così sarà per tutti i tempi. Muoverà la guerra a morte contro la religione, contro la società, contro la famiglia. Nessuno dica che stiamo calunniando la Rivoluzione, dato che gli scritti e gli insegnamenti stessi dei rivoluzionari ci danno ragione. Torniamo con la mente a ciò che fece nel 1791 e nel 1793, quando essa fu “regina”. In questa lotta, prima o poi, una delle due parti cadrà vinta, e sarà la Rivoluzione. Per avventura potrà trionfare in qualche tempo, potrà riportare delle vittorie parziali, vuoi perché da quattro secoli nell’Europa intera la società ha commesso degli attentati così grandi, che meritano una Punizione; vuoi perché l’uomo usa male la Libertà (...) Prosegue ...

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Mons. Gaston de Ségur. Può esserci conciliazione fra Chiesa e Rivoluzione?